Épuration légale
Purga dei collaborazionisti francesi con il nazismo / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
L'Épuration légale (epurazione alla Liberazione in Francia) colpì le persone che collaborarono, o comunque considerate collaboratori, con le autorità di occupazione naziste. In Francia, alla Liberazione, si mescolarono i sentimenti di gioia, desiderio di vendetta e regolamento di conti, dei membri della resistenza contro la popolazione collaborazionista. L'epurazione extragiudiziale provocò la morte di circa 9.000 persone, un terzo delle quali per mano dei combattenti della resistenza.[1] Il deputato socialista Adrien Tixier, Ministro dell'Interno nel marzo 1945, riferì ai rappresentanti di De Gaulle che ebbero luogo circa 105.000 esecuzioni tra agosto 1944 e marzo 1945.[2]
Successivamente all'epurazione extragiudiziale subentrò l'epurazione giudiziaria, esercitata attraverso i tribunali speciali, l'Alta Corte di giustizia, i tribunali di giustizia e le camere civiche nei confronti di quelle azioni non punibili dal codice penale. La giuria d'onore raccolse più di 300.000 fascicoli, di cui 127.000 portati a sentenza e 97.000 a condanne variabili da un minimo di cinque anni per il reato di indegnità nazionale fino alla pena di morte. Per contenere il problema serpeggiante nella popolazione, il governo della Repubblica francese votò tre amnistie, nel 1947, nel 1951 e nel 1953. Il cinquantesimo anniversario della fine della seconda guerra mondiale, a metà degli anni novanta, fu l'occasione per avviare numerosi nuovi studi che portarono nuova luce su questo periodo, rappresentando così il momento per riassumere tutto il lavoro svolto negli anni precedenti.
Le ultime rilevazioni effettuate dal Comité d'histoire de la Seconde Guerre mondiale (CHSGM) e dal suo successore, l'Institut d'histoire du temps présent (IHTP), contano 8.775 esecuzioni sommarie durante l'epurazione extragiudiziale in 84 dipartimenti dei 90 del 1945, alle quali vanno aggiunte circa 1.500 condanne a morte pronunciate tra il 1944 e il 1951 dall'Alta Corte di Giustizia e dalle corti di giustizia (791 o 767 secondo le indagini) e dalle corti marziali (769 per 77 dipartimenti secondo l'IHTP). Inoltre, furono pronunciate circa diecimila condanne per il reato di indegnità nazionale.
L'epurazione avrebbe quindi provocato in totale tra i 10.000 e gli 11.000 morti,[3]di cui la maggior parte delle esecuzioni sommarie avvennero subito dopo la Liberazione. L'epurazione fu considerata limitata rispetto alla repressione portata avanti dai nazisti e dai collaborazionisti francesi durante l'occupazione, che si stima abbia causato 200.000 morti.[senza fonte]