Hatt-ı Hümayun del 1856
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L'Hatt-ı Hümayun del 1856[1][2] noto anche come editto di riforma[3][4] o decreto di riforma imperiale[5][6] (in turco ottomano اصلاحات خط همايونى, Islâhat Hatt-ı Hümâyûnu; in turco Islâhat Fermânı)[7] fu un editto del governo ottomano del 18 febbraio 1856 e rientrante nelle riforme del periodo del Tanzimat. Il decreto del sultano ottomano Abdulmejid I promise l'uguaglianza per tutti i cittadini nell'istruzione, nelle nomine del governo e nell'amministrazione della giustizia, indipendentemente dal credo.[1] Preparato da Mehmed Emin Âli Pascià, diede un nuovo impulso alle riforme.[8] Si presentava come un editto di emancipazione dei non musulmani, non come individui ma come comunità. La comunità confessionale o "millet" venne istituzionalizzata e l'editto dispose il divieto di discriminazione basata sulla religione, sulla lingua e sull'etnia.[9] La riforma è spesso vista come il risultato dell'influenza di Francia e Gran Bretagna che aiutarono l'Impero ottomano contro i russi durante la guerra di Crimea (1853-1856) e il Trattato di Parigi (1856) che pose fine alla guerra.
L'Hatt-ı Hümayun era una promessa del Sultano ai suoi cittadini, sudditi. Il Sultano garantiva di essere il responsabile della costituzione dei "Consigli provinciali" e dei "Consigli comunali" e dell'equità di tale processo e dei risultati. Nelle questioni riguardanti tutti i soggetti dello Stato (in relazione all'Hatt-ı Hümayun), il capo spirituale di ogni congregazione, insieme al suo funzionario nominato per un anno dal governo, avrebbe partecipato alle trattative del `Meclisi Valay-i Ahkām- i Adliyye', un tribunale istituito nel 1837 per trattare i casi di alti funzionari. Il sultano promise anche la libertà di voto nei consigli.
Questi obiettivi furono promessi dal sultano ed emanati dalla sua autorità, indicando che l'Hatt-ı Hümayun portava l'autorità diretta del Sultanato ottomano stesso e non era una riforma burocratica inferiore.