Śatapatha Brāhmaṇa
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Il Śatapatha Brāhmaṇa (devanāgarī: शतपथ ब्राह्मण; lett. "il Brāhmaṇa dei cento sentieri") è il Brāhmaṇa collegato allo Śukla Yajurveda (lo Yajurveda "bianco"), il Veda, contenente i mantra mormorati dallo adhvaryu durante il rito sacrificale (yajña).
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Il nome śatapatha, "cento sentieri" lo deve al fatto che nella recensione detta "Mādhyaṃdina" conta cento adhyāya (104 in quella detta "Kāṇva").
Il Śatapatha Brāhmaṇa è il più ampio, esauriente e noto Brāhmaṇa, ovvero di quei testi composti in sanscrito vedico tra l'XI e il IX secolo a.C., di cui esso rappresenta uno dei più recenti, probabilmente composto nella sua forma definitiva intorno all'VIII secolo a.C.
Come, e forse più degli altri Brāhmaṇa, il Śatapatha Brāhmaṇa è soprattutto un compendio di procedure sacrificali.
Nel Śatapatha Brāhmaṇa sono infatti compiutamente descritti i cinque principali riti sacrificali vedici:
- Vājapeya: (in V,1,1,1) rito che precede l'Aśvamedha, fatto celebrare da un sacerdote (ṛtvij) prima di assumere la prestigiosa carica di purohita o da un sovrano (rāja) prima di essere consacrato tale.
- Rajāsūya: (in V,2,3,1) rito strettamente collegato al primo, ma probabilmente in origine collegato alla "fertilità", in quanto variante della consacrazione del re.
- Aśvamedha: (in XIII)
- Puruṣamedha:
- Sarvamedha: (in XIII,7,1) sacrificio indicato come "universale" (sarvam) della durata di dieci giorni.