75/18 (semovente)
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Il semovente da 75/18 è stato un cacciacarri italiano progettato dalla Fiat-Ansaldo a partire dal 1938 nel quadro del programma di potenziamento deciso dallo stato maggiore del Regio Esercito per le unità corazzate. In base alle esperienze maturate nella guerra civile spagnola nacque un iniziale interesse per lo studio e la sperimentazione di unità d'artiglieria meccanizzata, dato che i carri armati italiani tipo L3, fino ad allora disponibili, erano insufficienti ai bisogni della guerra moderna e il cannone controcarro da 47 mm era scarsamente mobile.
Semovente da 75/18 | |
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Semovente Fiat-Ansaldo da 75/18 versione M41 | |
Descrizione | |
Tipo | Artiglieria controcarri |
Equipaggio | 3 (capocarro/cannoniere, pilota, servente/marconista) |
Progettista | Giuseppe Rosini |
Costruttore | Ansaldo-Fossati |
Data impostazione | 1938 |
Data primo collaudo | 1940 |
Data entrata in servizio | 1941 |
Data ritiro dal servizio | Anni cinquanta |
Utilizzatore principale | Italia |
Altri utilizzatori | Germania |
Esemplari | M40: 60 unità M41: 162-300 unità (dati incerti) |
Sviluppato dal | M13/40 e M14/41 |
Altre varianti | M42 da 75/18 M42 da 75/34 |
Dimensioni e peso | |
Lunghezza | 4,915 m |
Larghezza | 2,200 m |
Altezza | 1,850 m (compreso periscopio) |
Peso | 13,1 t |
Propulsione e tecnica | |
Motore | M40: Fiat-SPA 8T diesel M41: Fiat-SPA 15TB diesel |
Potenza | M40: 125 hp M41: 145 hp |
Rapporto peso/potenza | M40: 8,50 hp/t M41: 9,86 hp/t |
Trazione | Cingolata con ruota motrice anteriore |
Sospensioni | A balestra |
Prestazioni | |
Velocità max | M40: 31,8 km/h M41: 33,3 km/h (velocità ottenute su strada in 4ª marcia senza riduttore) |
Velocità su strada | M40/M41: 22-25 km/h (velocità media su un percorso in strada di 100 km) |
Velocità fuori strada | M40/M41: 12,3 km/h (velocità massima ottenuta in 4ª marcia con riduttore) |
Autonomia | 200 km su strada |
Pendenza max | 40° in 1ª marcia ridotta a pieno carico |
Armamento e corazzatura | |
Apparati di tiro | Alzo per cannone da 75/18 - Cannocchiale panoramico - Iposcopio per la guida |
Armamento primario | 1 obice da 75/18 con 44 colpi |
Armamento secondario | 1 Breda Mod. 30 da 6,5 mm o 1 Breda Mod. 38 da 8 mm |
Corazzatura frontale | 30 mm (scafo) 25+25 mm (sovrastruttura) |
Corazzatura laterale | 25 mm |
Corazzatura posteriore | 15 mm |
Note | Dati riferiti ai modelli M40 e M41 |
Dati presi da Pignato 2010, da p. 21 a 31. | |
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Dopo un primo prototipo di cannone semovente calibro 47 mm, lo scoppio della seconda guerra mondiale e le successive campagne di Polonia e di Francia fecero riorientare le priorità del Regio Esercito, che cercò allo stesso tempo di colmare rapidamente il divario con gli altri eserciti: fu data la precedenza a un semovente equipaggiato con il più potente obice 75/18 Mod. 1934/1935, utilizzando gli scafi dei carri medi M13/40 e poi M14/41, allora in piena produzione. Questi cannoni d'assalto furono inizialmente concepiti come unità di accompagnamento alla fanteria e di appoggio ai carri armati nel contesto delle grandi unità corazzate ma, essendosi rivelati formidabili unità cacciacarri, divennero indispensabili per controbattere l'azione dei corazzati nemici e soprattutto dei sempre più potenti carri di costruzione statunitense, che per primi utilizzarono cannoni da 75 mm.
Nonostante ciò le prime ordinazioni furono esigue e solo i risultati favorevoli ottenuti in Libia nella primavera 1942 condussero a una evoluzione della dottrina in seno all'esercito, che fino ad allora considerava l'artiglieria corazzata solo come un miglioramento dell'artiglieria da campagna: tuttavia questo cambiamento non provocò un'immediata riconversione delle linee di montaggio e la graduale trasformazione degli scafi dei carri in scafi per i semoventi poté avviarsi solo nel 1943, quando ormai le sorti del conflitto erano decise.[1]