Abbasso le bionde
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Abbasso le bionde | |
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Titolo originale | Redheads on Parade |
Lingua originale | inglese |
Paese di produzione | Stati Uniti d'America |
Anno | 1935 |
Durata | 78 min |
Dati tecnici | B/N rapporto: 1,37:1 |
Genere | commedia, musicale |
Regia | Norman Z. McLeod |
Soggetto | Gertrude Purcell, Jay Gorney, Don Hartman |
Sceneggiatura | Don Hartman, Rian James Julien Josephson, William LeBaron (non accreditati) |
Produttore | Jesse L. Lasky, Sol M. Wurtzel |
Casa di produzione | Fox Film Corporation |
Fotografia | Barney McGill, John F. Seitz |
Musiche | Louis De Francesco (direttore musicale) |
Scenografia | Max Parker |
Costumi | William Lambert |
Interpreti e personaggi | |
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Doppiatori italiani | |
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Abbasso le bionde (Redheads on Parade) è un film del 1935 diretto da Norman Z. McLeod.
Trama
Produzione
Il film, prodotto dalla Fox Film Corporation, fu girato dal 28 febbraio al 20 aprile 1935[1].
Colonna sonora
- I Found A Dream - musica di Jay Gorney, parole di Don Hartman - eseguita da Dixie Lee
- Redheads on Parade - musica di Jay Gorney, parole di Don Hartman
- I've Got Your Future All Planned - musica di Jay Gorney, parole di Don Hartman
Distribuzione
Il copyright del film, richiesto dalla Twentieth Century-Fox Film Corp., fu registrato il 30 agosto 1935 con il numero LP5801[1].
Distribuito dalla Fox Film Corporation e presentato da William Fox, il film uscì nelle sale cinematografiche statunitensi il 7 settembre 1935 con il titolo originale Redheads on Parade. In Portogallo prese il titolo As Ruivas Estão na Moda, distribuito il 3 giugno 1936.
Critica
«[...] Anche in questo film, come in altri del genere, si assiste all'improvviso e ben composto sconforto che pervade il divo, la diva, le coriste, e le comparse all'annuncio che il finanziatore della rivista che si sta allestendo è fallito, e tutti resteranno senza lavoro. (Avere un soldino per ogni volta che i film americani ci hanno raccontato questa vicenda; miliardi si farebbero). Eppure, nel vieto canovaccio, lo spunto nuovo questa volta esisteva; bastava saperlo sfruttare. Non è la solita rivista di Broadway, che rimane in asso alla vigilia della prova generale. [...]» |
(Mario Gromo su La Stampa del 9 maggio 1936[2]) |
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