Acciaierie d'Italia
impresa siderurgica italiana / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
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Acciaierie d'Italia S.p.A. è un'azienda italiana, costituita da Am InvestCo Italy e Invitalia, che si occupa prevalentemente della produzione e trasformazione dell'acciaio. Il principale stabilimento italiano è rappresentato dalle acciaierie di Taranto in Puglia, il maggior complesso industriale per la lavorazione dell'acciaio in Europa; altri stabilimenti sono a Genova Cornigliano in Liguria, Novi Ligure e Racconigi in Piemonte, Marghera in Veneto. Prima di giungere all'attuale assetto societario, l'azienda ha subito numerosi passaggi di proprietà: rinata nel 1989 sulle ceneri dell'Italsider come ILVA S.p.A., riprendeva la denominazione dalla Società Industria Laminati Piani e Affini (ILVA) del 1905, che a sua volta richiamava il nome latino dell'isola d'Elba, e dalla quale era estratto il minerale di ferro che alimentava i primi altiforni costruiti in Italia a fine Ottocento.[1]
Acciaierie d’Italia | |
---|---|
Stato | Italia |
Forma societaria | Società per azioni |
Fondazione | 1905 (come S.A. ILVA) 1961 (come Italsider) 1989 (come ILVA S.p.A.) 2018 (come ArcelorMittal Italia S.p.A.) 2021 (come Acciaierie d'Italia S.p.A.) |
Fondata da | |
Sede principale | Milano |
Gruppo | in amministrazione straordinaria |
Persone chiave | Giancarlo Quaranta (commissario straordinario) Giovanni Fiori (commissario straordinario) Davide Tabarelli (commissario straordinario) Giuseppe Cavalli (direttore generale) |
Settore | siderurgia |
Prodotti | laminati a caldo, laminati zincati, tondo per cemento armato, barre, tubi, semiprodotti |
Fatturato | 3,8 miliardi di € (2022) |
Utile netto | 84 milioni di € (2022) |
Dipendenti | 10 041 (al 31 gennaio 2023) |
Sito web | www.acciaierieditalia.com |
In amministrazione straordinaria dal 2015, nel gennaio 2016[2] fu bandita una gara per la sua vendita: a seguito della controversa gara di affidamento in cui si scontrano diverse considerazioni relative al piano industriale, riqualificazione ambientale e offerta economica,[3][4] il 1º novembre 2018 ILVA entrò ufficialmente a far parte del colosso franco-lussemburghese ArcelorMittal, con partecipazioni di Intesa Sanpaolo e inizialmente di Marcegaglia,[5][6] divenendo pertanto nota come ArcelorMittal Italia S.p.A.[7] Il 5 novembre 2019, tuttavia, ArcelorMittal comunicò l'intenzione di recedere dal contratto di cessione, procedendo entro 30 giorni alla restituzione ad Ilva, in amministrazione straordinaria; il 14 novembre l'AD di ArcelorMittal Italia Lucia Morselli comunicò l'intenzione di chiudere gli impianti di Taranto, operazione che avrebbe dovuto concludersi entro il 15 gennaio 2020, e annullare gli accordi presi derivanti dalla vincita della gara di appalto.[8] Tale decisione è stata impugnata in sede giudiziaria dai commissari straordinari dell'Ilva e dal governo italiano.[9]
Nelle operazioni della filiale italiana di ArcelorMittal è quindi subentrata una nuova azienda costituita da Am InvestCo Italy;[10] ad aprile 2021, dopo l'entrata dell'agenzia governativa Invitalia nel capitale sociale della società, l'assemblea straordinaria ha deliberato l'aumento di capitale riservato ad Invitalia e ha sancito la modifica della ragione sociale di Am InvestCo Italy e delle sue controllate: la prima è divenuta Acciaierie d'Italia Holding, mentre ArcelorMittal Italia è diventata Acciaierie d'Italia.[7]
Nel febbraio 2024 il ministro delle imprese Adolfo Urso ha ammesso con decreto Acciaierie di Italia (Adi) alla procedura di amministrazione straordinaria e ha nominato Giancarlo Quaranta commissario straordinario con il comitato di rilanciare il gruppo. Esce così di scena ArcelorMittal.[11][12]