Arbëreshë
minoranza etno-linguistica albanese in Italia / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
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Gli arbëreshë (AFI: [aɾbəˈɾɛʃ]; in albanese arbëreshët e Italisë), ossia gli albanesi d'Italia[7][8], detti anche italo-albanesi[9], sono la minoranza etno-linguistica albanese storicamente stanziata in Italia meridionale e insulare[10].
Arbëreshë Albanesi d'Italia | |||
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Gli insediamenti Albanesi d'Italia (Vedi lista) | |||
Nomi alternativi | Italo-Albanesi, Arbëreshët e Italisë | ||
Luogo d'origine | Albania[1][2][3] | ||
Popolazione | 100 000[4][5] (Popolazione etnica: 260 000)[6] | ||
Lingua | albanese arbëresh, italiano | ||
Religione | Cristiano cattolici di rito bizantino · Chiesa Italo-Albanese (Minoranza: cattolici di rito latino) | ||
Gruppi correlati | albanesi, arvaniti, çam, stradioti, sulioti | ||
Distribuzione | |||
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Provenienti dall'Albania, dalla storica regione albanese dell'Epiro e dalle numerose comunità albanesi dell'Attica e della Morea, oggi nell'odierna Grecia[11], si stabilirono in Italia tra il XV e il XVIII secolo, in seguito alla morte dell'eroe nazionale albanese Giorgio Castriota Scanderbeg e alla progressiva conquista dell'Albania e, in generale, di tutti i territori già dell'Impero Bizantino nei Balcani da parte dei turchi-ottomani[12]. La loro cultura è determinata da elementi caratterizzanti, che si rilevano nella lingua, nel rito religioso, nei costumi, nelle tradizioni, negli usi, nell'arte e nella gastronomia, ancora oggi gelosamente conservate, con la consapevolezza di appartenere a uno specifico gruppo etnico[8].
Gli italo-albanesi costituiscono la Chiesa cattolica italo-albanese[13][14], una Chiesa sui iuris di tradizione bizantina, composta da tre circoscrizioni ecclesiastiche: ad essa fanno capo due eparchie, quella di Lungro (CS) in Calabria per gli albanesi dell’Italia continentale e quella di Piana degli Albanesi (PA) in Sicilia per gli albanesi dell’Italia insulare, e una abbazia territoriale, il monastero esarchico di Grottaferrata[15] (RM) nel Lazio i cui monaci basiliani provengono in gran parte dagli insediamenti italo-albanesi[16][17]. Da oltre cinque secoli dalla diaspora la maggior parte della comunità italo-albanese conserva tuttora il rito bizantino d'origine[18]. Il gruppo etno-linguistico albanese è riuscito a mantenere la propria identità avendo nel clero, e le sue istituzioni, il più forte tutore e il fulcro dell'identificazione etnica.
L'idioma degli arbëreshë è l'omonima lingua arbëreshe (gluha arbëreshe), che fa parte della macro-lingua albanese e deriva dalla variante tosca (toskë) parlata in Albania meridionale. A seguito della legge n. 482/1999[19] l'albanese è tra le lingue riconosciute e tutelate in Italia.
Si stima che gli albanesi d'Italia siano circa 100.000[4][20] e costituiscano una delle maggiori tra le storiche minoranze etno-linguistiche d'Italia. Per definire la loro "nazione" sparsa usano dire Arbëria[21][22]. Dal 2020, la cultura e i riti della popolazione albanese d'Italia sono candidati formalmente, col titolo "Moti i Madh" (Il Tempo Grande), alla lista dei patrimoni orali e immateriali dell'umanità UNESCO[23], formalizzata in collaborazione e condivisione del Governo della Repubblica d’Albania attraverso il Ministero della Cultura Albanese[24].