Attacco di Itamar
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L'attacco di Itamar, anche chiamato il massacro di Itamar[1], è stato un massacro perpetrato su una famiglia ebraica nell'insediamento israeliano di Itamar in Cisgiordania, avvenuto l'11 marzo 2011, in cui furono assassinati nei loro letti cinque membri della stessa famiglia.
Attacco di Itamar massacro | |
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Tipo | Accoltellamento, sparatoria |
Data | 11 marzo 2011 00:00 (UTC+2) |
Luogo | Itamar |
Stato | Palestina |
Coordinate | 32°10′20.57″N 35°18′29.62″E |
Responsabili | Amjad Awad, Hakim Awad |
Motivazione | Seconda intifada |
Conseguenze | |
Morti | 5 |
Sopravvissuti | 3 |
Mappa di localizzazione | |
Le vittime furono il padre Ehud (Udi) Fogel, la madre Ruth Fogel, e tre dei loro sei figli (Yoav, 11 anni, Elad, 4, e Hadas, il più piccolo, un neonato di tre mesi). Secondo quanto riportato da David Ha'ivri[2], e da più fonti[3] il neonato fu decapitato.[4] L'insediamento di Itamar è stato nel tempo teatro di numerosi attacchi omicidi prima di questo massacro.[5]
Per il massacro furono arrestati due giovani cugini palestinesi, Amjad Awad e Hakim Awad, originari del villaggio di Awarta. Il 5 giugno 2011 i due uomini furono incriminati per l'omicidio di cinque persone, furto di armi, violazione di domicilio e associazione a delinquere. Entrambi vennero successivamente incarcerati. Inizialmente essi negarono qualsiasi coinvolgimento nel massacro[6], ma successivamente rivendicarono con orgoglio gli omicidi[7], non esprimendo alcun rimorso e fornendo una dettagliata ricostruzione dell'assalto davanti alle forze di Sicurezza[8].
L'attacco venne duramente condannato dalle Nazioni Unite, dal Quartetto per il Medio Oriente, Francia, Germania, Regno Unito, Stati Uniti, e da molti altri governi, così come anche dalla Autorità Palestinese e da molte organizzazioni non governative. L'agenzia di stampa ufficiale della Repubblica Popolare Cinese Xinhua affermò che l'attacco fu lodato dalla Jihad Islamica palestinese. Le Brigate dei Martiri di Al-Aqsa dichiararono che "l'eroica azione è la naturale risposta ai crimini dell'occupazione (israeliana) contro il nostro popolo nella Cisgiordania e nella Striscia di Gaza".[9] Un sondaggio di opinione indicò che il 63% dei palestinesi era contrario all'attacco e che circa un terzo invece lo approvava. Uno degli autori del massacro fu descritto come "eroe" e "leggenda" dai membri della sua famiglia, durante un programma televisivo nazionale palestinese settimanale.[10]