Attentato al Café de Paris di via Veneto
attacco terroristico palestinese / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
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L'attentato al Café de Paris di via Veneto a Roma fu un'azione a scopo terroristico effettuata la sera del 16 settembre 1985, al Café de Paris di via Veneto, dall'allora ventisettenne estremista palestinese, Ahmad Hassan Abu Alì Sereya, nato in Libano, che lanciò due bombe a mano del tipo ad "ananas" (modello F1 di fabbricazione sovietica), tra i tavolini del locale affollato di turisti a poca distanza dall'ambasciata degli Stati Uniti d'America; solo un ordigno esplose causando 39 feriti di cui numerosi gravi, l'altro ordigno venne in seguito disattivato dagli artificieri[1][2][3][4].
Attentato al Café de Paris di via Vittorio Veneto, Roma | |
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Il luogo dell'attentato subito dopo l'assalto | |
Tipo | attentato terroristico (con lancio di granate) |
Data | 16 settembre 1985 23:00 circa |
Luogo | Roma |
Stato | Italia |
Obiettivo | definito «un covo dei servizi anglo-americani» nella rivendicazione della ORMS |
Responsabili | 3 terroristi palestinesi (1 arrestato e processato) |
Motivazione | conflitto arabo-israeliano • operazione Pace in Galilea |
Conseguenze | |
Morti | 0 |
Feriti | 39 |
L'azione, effettuata nella ricorrenza del massacro di Sabra e Shatila, fu rivendicata dall'Organizzazione Rivoluzionaria dei Musulmani Socialisti (ORMS) dell'area riconducibile ad Abu Nidal.
L'attentatore verrà condannato a 17 anni di carcere.