Bhagavadgītā
testo sacro dell'induismo / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
Caro Wikiwand AI, Facciamo breve rispondendo semplicemente a queste domande chiave:
Puoi elencare i principali fatti e statistiche su Bhagavadgītā?
Riassumi questo articolo per un bambino di 10 anni
La Bhagavadgītā (sanscrito, sf.pl.; devanāgarī: भगवद्गीता, "Canto del Divino" o "Canto dell'Adorabile" o, meno comunemente, Śrīmadbhagavadgītā; devanāgarī: श्रीमद्भगवद्गीता, il "Meraviglioso canto del Divino"[2]) è quella parte dall'importante contenuto religioso, di circa 700 versi (śloka, quartine di ottonari) divisi in 18 canti (adhyāya, "letture"), nella versione detta vulgata, collocata nel VI parvan del grande poema epico Mahābhārata.
«È meglio adempiere il proprio dharma anche se senza merito (e in maniera imperfetta), che fare bene il dharma di un altro. Chi compie il dovere prescritto dalla propria natura innata non commette peccato.»
(Bhagavadgītā, XVIII: 47[1])
Bhagavadgītā | |
---|---|
Kṛṣṇa ed Arjuna a Kurukṣetra, pittura del XVIII-XIX secolo | |
Autore | Vyāsa |
Periodo | III secolo a.C.- I secolo d.C. |
Genere | testo sacro |
Lingua originale | sanscrito |
La Bhagavadgītā ha valore di testo sacro, ed è divenuto nella storia tra i testi più prestigiosi, diffusi e amati tra i fedeli dell'Induismo; talvolta è considerata dagli studiosi una delle Upaniṣad posteriori.
In tale contesto la Bhagavadgītā è il testo sacro per eccellenza delle scuole viṣṇuite e kṛṣṇaite, eredi dell'antico culto devozionale del Bhagavat, ma è venerato come testo rivelato anche dagli śivaiti e dai seguaci dei culti śākta.
L'unicità di questo testo, rispetto ad altri coevi, consiste anche nel fatto che qui non viene data un'astratta descrizione del Bhagavat[3], qui inteso come il dio Kṛṣṇa, la Persona Suprema che si rivela, ma questa figura divina è un personaggio protagonista che parla in prima persona, offrendo all'uditore la sua darśana (dottrina) completa.