Canzone d'Aspromonte
poema medievale in francese / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
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La Chanson d'Aspremont, o Canzone d'Aspromonte, scritta intorno alla prima metà del XII secolo, è una chanson de geste appartenente al ciclo carolingio, considerata tra le grandi opere della letteratura medievale di origine normanna, prologo della Canzone di Rolando (la Chanson de Roland, capostipite del genere) e dunque dei poemi successivi Orlando innamorato e Orlando furioso.
Canzone d'Aspromonte | |
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Titolo originale | Chanson d'Aspremont |
Autore | anonimo |
1ª ed. originale | XII secolo |
Genere | poema |
Sottogenere | poema cavalleresco |
Lingua originale | francese |
Protagonisti | Orlando |
Coprotagonisti | Carlo Magno |
Il testo, presente in numerosi manoscritti, sembra risalire a un'epoca abbastanza antica, sia per la metrica che per il linguaggio utilizzato, ed è probabilmente una rielaborazione di un testo ancora più antico. Il re Agolante appare già nella Cronaca di Turpino, scritta nella metà del XII secolo, e il fatto storico alla base della leggenda sembra essere la sconfitta subita dai Saraceni sul Garigliano nel 915.
Essa canta la storia d'amore tra Ruggieri e Gallicella e la caduta della città di Risa (Reggio Calabria in epoca normanna) in un Sud Italia invaso dai Saraceni, e la storia di Rolandino (il giovane Rolando dei successivi poemi) che proprio in Aspromonte ha la sua iniziazione di cavaliere, scopre sé stesso e la sua condizione di eroe.
Il poema racconta della spedizione di Carlomagno contro Agolante, il re dei Saraceni, in Aspromonte, nella zona del reggino.
Nel poema, assume particolare importanza la figura di Orlando fanciullo, all'inizio un personaggio secondario, che viene tenuto prigioniero a Laon per evitare che si metta in pericolo a causa della sua giovane età. Tuttavia, riesce a fuggire e si unisce all'esercito in marcia, passando inosservato, finché in battaglia salva la vita di Carlomagno stesso. Durante uno scontro particolarmente pericoloso con Almonte (Heaumont), figlio di Agolante, Orlando fanciullo abbatte l'avversario con un colpo di bastone, poiché non è ancora abbastanza grande per impugnare una spada, e gli sottrae la sua, uccidendolo. Carlomagno dona al giovane eroe vittorioso la spada del caduto, chiamata Durendal, e il suo cavallo, Vaillantif. Il poema si conclude con la morte di Agolante e il trionfale ritorno in Francia.
La leggenda si diffuse rapidamente e ampiamente in tutto il Nord Europa, inizialmente in Norvegia, dove venne accolta nella Karlamagnus Saga, e successivamente in Svezia e Danimarca. In Italia, venne presto redatta in ottava rima, e una versione di questo tipo è conservata in un manoscritto della Biblioteca Nazionale di Firenze. Alla fine del XV secolo, venne prodotta un'altra redazione in ottava rima, che fu ampiamente ristampata.