Catanzaro
comune italiano, capoluogo dell'omonima provincia e della regione Calabria / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
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Catanzaro (IPA [katanˈʣaːro] ascoltaⓘ; in catanzarese Catanzaru[5]. IPA [ˌkatanˈʦaːru]) è un comune italiano di 84 176 abitanti[2], capoluogo della Calabria.
Catanzaro comune | |
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Scorcio del centro storico | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Calabria |
Provincia | Catanzaro |
Amministrazione | |
Sindaco | Nicola Fiorita (indipendente di centro-sinistra) dal 30-6-2022 |
Territorio | |
Coordinate | 38°54′36″N 16°35′15″E |
Altitudine | 320 m s.l.m. |
Superficie | 112,72[1] km² |
Abitanti | 84 176[2] (30-11-2023) |
Densità | 746,77 ab./km² |
Comuni confinanti | Borgia, Caraffa di Catanzaro, Gimigliano, Pentone, San Floro, Sellia, Settingiano, Simeri Crichi, Tiriolo |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 88100 |
Prefisso | 0961 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 079023 |
Cod. catastale | C352 |
Targa | CZ |
Cl. sismica | zona 2 (sismicità media)[3] |
Cl. climatica | zona C, 1 328 GG[4] |
Nome abitanti | catanzaresi |
Patrono | Vitaliano da Capua |
Giorno festivo | 16 luglio |
Soprannome |
|
Motto | (LA) Sanguinis effusione |
Cartografia | |
Posizione del comune di Catanzaro all'interno dell'omonima provincia | |
Sito istituzionale | |
Storico capoluogo della Calabria Ultra per oltre due secoli[6], Catanzaro è sede dell'università "Magna Græcia". Alle sue porte sorgeva Skylletion, antica città della Magna Grecia poi trasformata in colonia romana.
La città si erge nell'omonimo istmo di Catanzaro, che costituisce la sezione geografica più stretta della penisola italiana: solo 35 km, infatti, separano in quel punto il mar Ionio dal Tirreno. Questo luogo è all'origine del termine Italia, con cui gli antichi greci identificavano il territorio che, secondo la mitologia, era un tempo governato da Re Italo[7], come riportato da Antioco di Siracusa, Aristotele, Virgilio e Strabone[7].
L'odierna città, posta su un'altura (detta Trivonà dal greco tría vouná, cioè "tre colli") a dominio del golfo di Squillace, sorse in epoca greco-bizantina, quando gli esuli di Scolacium si rifugiarono sui colli per sfuggire alle razzie dei saraceni. Queste genti, di lingua greca, fondarono il più antico quartiere del centro storico: la Grecìa. Alle origini bizantine si deve l'introduzione in città dell'arte della seta.
Territorio
Catanzaro si affaccia sul golfo di Squillace, nel mar Ionio, dove secondo alcuni studiosi[8] si trovava il porto del regno dei Feaci, nel quale, come racconta Omero nell'Odissea, Ulisse fu accolto e narrò del suo viaggio[9].
È conosciuta come «città tra due mari» in quanto si trova nell'istmo di Catanzaro, ovvero la striscia di terra più stretta d'Italia, dove soli 35 km separano il mar Ionio dal mar Tirreno. Ciò consente di vedere contemporaneamente, dai quartieri nord della città in alcune giornate particolarmente limpide, i due mari e le isole Eolie. È detta inoltre Città dei tre colli[10] corrispondenti ai tre colli rappresentati nello stemma civico che sono il colle di San Trifone (oggi San Rocco), il colle del Vescovato (oggi Piazza Duomo) e il colle del Castello (oggi San Giovanni).
Il territorio comunale si estende dal mare fino all'altezza di 668 metri. La casa comunale sorge a 320 m. Comprende una zona costiera sul mar Ionio che ospita 8 km di spiaggia e un porto turistico; da qui il centro abitato risale la valle della Fiumarella (anticamente detta fiume Zaro), sede di un forte sviluppo urbanistico, fino ai i tre colli: del Vescovato, di San Trifone (o di San Rocco) e di San Giovanni (o del Castello) su cui sorge il centro storico della città e che si ricollegano con la Sila verso Nord. Per la sua particolare orografia il territorio comunale è bagnato dal mare, ma soggetto a fenomeni nevosi d'inverno.
Idrografia
I corsi d'acqua principali sono il torrente Fiumarella (nel dialetto locale Hjiumareddha, anticamente detto Zaro), nel quale confluisce il torrente Musofalo, il torrente Corace (anticamente detto Crotalo), il maggiore in termini di portata d'acqua e che delimita il confine comunale a sud, ed il torrente Alli, che delimita il confine comunale a nord. Per loro natura i corsi d'acqua sono a carattere torrentizio ed hanno una scarsa portata nella maggior parte dell'anno, mentre si gonfiano dopo le piogge.
Clima
«Trovare un vero amico è così raro
come un dì senza vento a Catanzaro.»
(antico proverbio catanzarese)
Il clima di Catanzaro è tipicamente mediterraneo, caratterizzato dalla presenza costante di fenomeni ventosi anche di forte intensità nei mesi primaverili ed autunnali.
In base alla media trentennale di riferimento 1961-1990, la temperatura media del mese più freddo, gennaio, si attesta a +8,9 °C; quella del mese più caldo, agosto, è di +24,5 °C.
Il clima, come detto, è segnato dalla presenza del vento, costante e anche di forte intensità, soprattutto nei mesi primaverili ed autunnali. L'intensità media annuale è di circa 4 nodi con picchi che sfiorano la media di 6 nodi nei mesi di aprile e maggio caratterizzati da forti venti di scirocco e libeccio.
Le precipitazioni medie annue si aggirano sui 1.000 mm e si distribuiscono mediamente in 87 giorni, con un prolungato minimo estivo e un picco tra l'autunno e l'inverno[11].
CATANZARO | Mesi | Stagioni | Anno | ||||||||||||||
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Gen | Feb | Mar | Apr | Mag | Giu | Lug | Ago | Set | Ott | Nov | Dic | Inv | Pri | Est | Aut | ||
T. max. media (°C) | 11,5 | 11,7 | 13,2 | 16,1 | 20,9 | 25,0 | 27,8 | 28,1 | 25,1 | 20,5 | 16,3 | 13,2 | 12,1 | 16,7 | 27,0 | 20,6 | 19,1 |
T. min. media (°C) | 6,3 | 6,6 | 7,7 | 10,0 | 14,2 | 17,9 | 20,3 | 20,9 | 18,2 | 14,3 | 10,8 | 7,8 | 6,9 | 10,6 | 19,7 | 14,4 | 12,9 |
Precipitazioni (mm) | 144 | 118 | 114 | 68 | 39 | 20 | 13 | 17 | 51 | 120 | 119 | 172 | 434 | 221 | 50 | 290 | 995 |
Giorni di pioggia | 11 | 10 | 10 | 9 | 5 | 3 | 2 | 2 | 6 | 8 | 9 | 12 | 33 | 24 | 7 | 23 | 87 |
Vento (direzione-m/s) | NW 3,3 | SE 3,4 | SE 4,6 | SE 5,8 | SW 5,3 | SW 4,7 | SW 2,7 | SE 2,8 | E 4,5 | E 5,0 | SE 3,3 | NW 2,5 | 3,1 | 5,2 | 3,4 | 4,3 | 4,0 |
- Classificazione climatica: zona C
Età antica
«L'intiera terra fra i due golfi di mari, il Nepetinico [S. Eufemia] e lo Scilletinico [Squillace], fu ridotta sotto il potere di un uomo buono e saggio, che convinse i vicini, gli uni con le parole, gli altri con la forza. Questo uomo si chiamò Italo che denominò per primo questa terra Italia. E quando italo si fu impadronito di questa terra dell'istmo, ed aveva molte genti che gli erano sottomesse, subito pretese anche i territori confinanti e pose sotto la sua dominazione molte città.»
(Antioco di Siracusa, Sull'Italia, V secolo a.C.)
Alcune ipotesi fanno risalire l'origine di Catanzaro ad un'antica colonia greca nel luogo che in seguito divenne l'antica Scolacium, oppure ritengono che sia sorta sulle rovine dell'antica città di Trischines. Altre ipotesi più accreditate individuano la fondazione da alcuni insediamenti posti in ordine sparso nella zona dell'attuale Catanzaro Marina, Tiriolo (anticamente Teura), Santa Maria di Catanzaro, sul colle Trivonà (Trischines)[12] e lungo la valle del Corace che formavano l'antica "Terra dei Feaci". E proprio alla foce del torrente, secondo la leggenda, Ulisse fondò l'antica Skilletion.[13]
Nel 2008, durante gli scavi per la costruzione della cittadella della regione Calabria nel quartiere Germaneto, lungo la valle del Corace, sono stati portati alla luce reperti ricollegabili a una necropoli greca del V secolo a.C. e a un antico centro romano, i quali testimoniano la presenza di antichi insediamenti lungo la valle del Corace.[14][15][16] Al 2019 risale invece il ritrovamento di reperti rivenuti contestualmente ai lavori per la nuova Metropolitana.[17] Dai ritrovamenti archeologici emerge che l'attuale territorio comunale era compreso nell'area abitata fin dall'età del ferro dalla popolazione dei "Vituli", così chiamati perché adoratori del simulacro del vitello, che i greci ribattezzarono "Italoi" (adoratori del vitello) e governati dal famoso re Italo (dal quale in seguito prese il nome tutta la penisola italiana), fratello di Dardano progenitore dei troiani.[18]
Età medievale
Secondo la leggenda due condottieri bizantini, Cattaro e Zaro, condussero le popolazioni rivierasche della città magno-greca di Skilletion o Skillakion, corrispondente alla romana Scolacium (nei pressi dell'odierno quartiere Lido), prima sullo Zarapotamo (oggi Santa Maria) poi successivamente sul Trivonà, in una fortezza militare (secondo alcune ipotesi già esistente da qualche secolo nel luogo che attualmente è il quartiere che porta il nome di Grecìa).[19] La scelta territoriale sarebbe stata legata alle continue incursioni saracene, che spinsero a spostare l'abitato in zone più elevate.[20] Tale fondazione è attribuita tradizionalmente alla seconda metà del IX secolo, per decisione del generale bizantino Niceforo Foca il vecchio, dal quale avrebbe inizialmente preso il nome di "Rocca di Niceforo".[21]
Il passaggio da fortezza a centro urbano vero e proprio avvenne ad opera del generale Flagizio che avviò la costruzione di una cittadella, di un recinto fortificato e infine la sistemazione di cisterne e provviste di grani. Potenziato dall'accentramento di popolazione, prese forma urbana ed in seguito fu incastellato e assunse la denominazione di Katantzárion, con il permesso dell'Imperatore ottenuto da Flagizio.[22] Secondo alcune ipotesi, proprio da questo periodo che vide lo sviluppo di officine per la lavorazione della seta importata dall'oriente e delle coltivazioni di gelso, deriva il nome attuale della città dal termine greco Katartarioi, ovvero filatori di seta.[23] Tuttavia l'etimologia più probabile, ipotizzata dal linguista locale Giovanni Alessio e avvalorata dal collega tedesco Gerhard Rohlfs, suggerisce la fusione tra due componenti, la prima greca (káta, ossia "sotto") e la seconda dialettale calabrese (anzàru, probabile arabismo significante "[il] pianoro"), con evidente riferimento alla posizione geografica del centro storico.[24] La presenza araba è testimoniata dai ritrovamenti ottocenteschi di una necropoli che restituì oggetti con iscrizioni arabe.[25]
Nel 1069 fu l'ultima città calabrese, dopo mesi di resistenza, a cadere sotto l'assedio dei Normanni di Roberto il Guiscardo che eressero il Castello Normanno, e la città fu feudo della famiglia Altavilla con il conte Rodolfo († 1098), figlio di Goffredo d'Altavilla.[26] In quest'epoca conobbe la fioritura delle arti e dei mestieri, e in particolare la lavorazione della seta, con scambi commerciali sia con le altre regioni d'Italia che con i paesi orientali ed europei.
Per farne un centro di dominio, i Normanni l'elessero a Contea, conferendola a Ugone Falluc e alla sua discendenza, per passare poi sotto il controllo di un ramo cadetto degli Altavilla con Rao (Radulfo) da Loritello. Alla metà del XIII secolo in pieno periodo svevo, la città fu feudo della famiglia Ruffo che ebbe nel calabrese Pietro I, grande marescalco di Federico II, il primo dei Conti Ruffo di Catanzaro "Dei Gratia Comes Catanzarii". Da questi perduta nelle sue lotte contro Manfredi, la città ritornò ai Ruffo quando Carlo I d'Angiò la donò al secondo Pietro Ruffo, pronipote del precedente, suo generale nella guerra del Vespro.[27] Per quattordici anni, ad opera del Re Ladislao, rimase nel demanio regio.[28]
Età moderna
Nel 1420 la città tornò a Nicolò Ruffo. Ultima Ruffo fu Enrichetta, figlia di Nicolò, che andò sposa ad Antonio Centelles. In seguito alla ribellione di costui che fomentò le plebi rurali, Alfonso I ne fece di nuovo una città demaniale. Per cui pochi anni dopo, nel 1460, si accese una nuova guerra durante la quale Catanzaro trucidò i partigiani di Centelles, il quale, per sopprimere la rivolta della popolazione, fece appiccare un incendio che distrusse l'allora quartiere Paradiso, che da quel momento in poi prese il nome di Case Arse.[29]
Ritornata la pace, la città ebbe concessi nuovi privilegi che favorirono enormemente l'affermarsi della sua industria della seta, per cui i suoi damaschi andavano noti in tutta Europa. Nel 1519, in virtù della radicata tradizione serica, Carlo V concesse l'istituzione del Consolato dell'arte della seta, il cui statuto originale, scritto in italiano, è conservato presso la biblioteca della Camera di commercio della città.[30][31] Da quel tempo, Catanzaro acquista sempre più l'aspetto e l'importanza di quieta città aristocratica ed artigianale. Tuttavia questa condizione le conferisce l'energia di comportarsi eroicamente, nel 1528, e di resistere all'assedio posto dai francesi, meritandosi da Carlo V il titolo di "Magnifica et Fidelissima" e l'autorizzazione a fregiare il proprio stemma con l'aquila imperiale.[32]
L'importanza economica, ma soprattutto militare portò, pochi anni dopo, nel 1593, la città ad essere nominata capoluogo della provincia Calabria Ulteriore.
Catanzaro divenne nota come la Città delle tre "V", riferite alle sue tre caratteristiche distintive:
- V di Vitaliano da Capua, santo patrono;
- V di vento, in quanto costantemente battuta da forti brezze provenienti dal mar Ionio e dalla Sila;
- V di velluto, in riferimento alla lavorazione della seta ("V V V" era la sigla con cui venivano identificati, sui mercati nazionali ed esteri, i velluti, i damaschi ed i broccati provenienti da Catanzaro)[30].
Età contemporanea
La città detenne il ruolo di capoluogo della Calabria Ulteriore per oltre 220 anni, fino al 1816[6], anno in cui avvenne la divisione amministrativa della provincia. Nell'Ottocento, Catanzaro ebbe un ruolo rilevante nei moti risorgimentali, giacché in città fu fervente l'attività della Carboneria. Il 31 agosto 1860, Catanzaro accolse i garibaldini guidati da Nino Bixio.[33]
Nell'estate del 1943 le forze alleate bombardarono la città in alcuni suoi punti strategici, radendo al suolo una consistente porzione del centro storico e parte del suo patrimonio architettonico storico.[34]
Nel 1950, in seguito all'introduzione delle regioni nell'ordinamento giuridico italiano con l'entrata in vigore della Costituzione della Repubblica Italiana, datata 1 gennaio 1948, si scatenò una dura rivolta interna alla città, che prese il nome di quattro giornate di Catanzaro. La mobilitazione fu causata dal fermento intorno all'elezione del nuovo capoluogo di regione.[35] La città fu nominata capoluogo della regione Calabria nel 1970, a testimonianza della sua importanza per tutto il territorio regionale e anche per una peculiare questione di centralità.[33] La decisione, questa volta, causò la mobilitazione dell'altra città designata a ricoprire il ruolo, Reggio Calabria.
Nel 1992 (con d.lgs. 6 marzo 1992, n. 249 e d.lgs. 6 marzo 1992, n. 253) furono istituite le province di Crotone e di Vibo Valentia, ripartendo il territorio della Provincia di Catanzaro e ridimensionandolo di circa la metà della sua superficie.[36][37]
Simboli
«Fa la città per la sua impresa un'aquila imperiale con la testa rivolta a destra, armata di corona, con le ali e coda sparse, in atto di sollevarsi a volo, nel di cui seno, che forma uno scudo, vi sono tre monti in campo vermiglio, sopra dei quali vi è una corona; tiene l'aquila col becco una fascia, nella quale sta questo motto delineato: "Sanguinis effusione" per dimostrare che col sangue dei suoi cittadini, mai sempre sparso, in servigio della Cattolica Corona, ha quell'aquila meritato, che le concesse la sempre gloriosa memoria dell'imperatore Carlo V per aggiungerla alla sua antichissima insegna»
(Vincenzo D'Amato, Memorie historiche dell'illustrissima, famosissima, fedelissima città di Catanzaro, 1670[32])
L'elemento centrale dello stemma della città è l'aquila imperiale accordata da Carlo V nel 1528, in seguito alla resistenza offerta dai catanzaresi contro il francese Odet de Foix de Lautrec, che voleva conquistare la Calabria; lo stemma è completato da uno scudo che riproduce i tre colli su cui si erge la città e da un nastro azzurro, stretto dal becco dell'aquila, su cui è riportato il motto "Sanguinis effusione" ("con spargimento di sangue", ottenuta è sottinteso), motivato dalle perdite riportate in varie battaglie dai combattenti catanzaresi.
Onorificenze
— 5 agosto 2022[38]
Architetture religiose
Sul territorio comunale di Catanzaro sono ubicate circa sessanta chiese, di cui 34 parrocchiali.[39] Ben 16 sono localizzate entro i confini della città vecchia.[40] Le principali sono la Cattedrale metropolitana di Santa Maria Assunta, la Basilica dell'Immacolata Concezione e la Chiesa del Santissimo Rosario.[41]
Il Duomo della città sorge nel sito della prima cattedrale, eretta nel 1121 in epoca normanna e dedicata a Santa Maria Assunta e agli Apostoli Pietro e Paolo. La chiesa venne fortemente rimaneggiata nel 1511 con una facciata rinascimentale, che crollò a causa del terremoto del 1638. Danneggiata dai bombardamenti nell'agosto del 1943, che provocarono in particolar modo il crollo del transetto sinistro e il danneggiamento del campanile, venne completamente stravolta nel dopoguerra. I lavori di ricostruzione post bellica terminarono nel 1960.[42]
La Basilica dell'Immacolata è un luogo ricco di spiritualità ed estremamente importante per la cittadinanza, tanto da essere considerato spesso il principale luogo di culto della città. È dedicata alla patrona della città dei tre colli; era sorta inizialmente come chiesa dedicata alla Trinità nel 1254. Rimaneggiata tra il 1750 e il 1763 con l'aggiunta delle navate laterali e la cupola. Tra il 1783 e il 1833 svolse le funzioni di cattedrale, essendo stato il Duomo danneggiato dal terremoto. La facciata venne ricostruita nel 1913 e venne rimaneggiato anche il campanile. Ha tre navate con cappelle gentilizie e transetto.[43] Nel settembre del 1954 papa Pio XII la elevò alla dignità di basilica minore,[44] mentre nel 1998 le viene attribuito il titolo di Santuario Mariano Diocesano.[45]
La chiesa del Santissimo Rosario sorge alle spalle della cattedrale e presenta una facciata rinascimentale e interno a navata unica, coperta da volta a botte lunettata, con transetto e quattro cappelle per lato; all'incrocio tra navata e transetto si eleva una cupola priva di tamburo. La costruzione risale al XV o XVI secolo, con numerosi rifacimenti, dovuti ai danni dei terremoti del 1638, del 1783 e del 1832, dopo il quale era rimasta chiusa fino al 1891. È annessa la Congrega del XVII secolo con intagli lignei e stucchi.[46]
Il luogo di culto esistente più antico della città è tradizionalmente riconosciuto nella chiesa di Sant'Omobono, eretta probabilmente a cavallo fra il XI e il XII secolo, che potrebbe esser stata edificata sopra i resti di un antichissimo tempio del sole.[47] Tuttavia, la prima struttura del Santuario di Santa Maria del Mezzogiorno risalirebbe al IX secolo.[48]
Architetture civili
Le principali architetture civili della città sono ubicate entro il perimetro del centro storico. In tal senso, il patrimonio architettonico di Catanzaro è composto da numerosi palazzi signorili, il cui passato è riconducibile principalmente a famiglie nobiliari del luogo, che ne favorirono l'edificazione a scopo abitativo privato, e dalle quali prendono il nome: tra questi, Palazzo Doria, Palazzo Ferrari-De Riso, Palazzo Anania, Palazzo Rocca-Grimaldi, Palazzo Gironda-Veraldi.[49] Presso Palazzo Ruggero-Raffaelli aveva anticamente sede il convento dei Padri Minimi di San Francesco di Paola.[50]
La maggior parte è sita negli antichi rioni del centro storico, altri hanno sede lungo Corso Mazzini e si caratterizzano per i loro saloni affrescati sfarzosamente, i dettagli decorativi che adornano i vari ambienti e le ampie corti centrali.[51] Alcuni, come Palazzo Menichini, risentono ancora dei danni provocati dai bombardamenti che colpirono la città durante la seconda guerra mondiale, nel 1943.[52] Altri invece sono considerati veri e propri simboli di Catanzaro, come Palazzo Fazzari, uno dei maggiori esempi di architettura eclettica in Calabria.[53]
Sull'area di Piazza Prefettura, oltre alla Basilica dell'Immacolata, affacciano i prospetti di tre importanti edifici; un tempo vi sorgeva lo storico teatro comunale, demolito nel 1938, sul cui suolo verrà edificato in seguito il palazzo delle poste, sulle cui pareti è incastonato un murale dell'artista locale Mimmo Rotella, rappresentativo del macrocosmo delle telecomunicazioni.[54] Vi si affacciano anche Palazzo di vetro, sede della provincia, edificato negli anni sessanta su progetto dell'architetto Saul Greco,[55] e l'edificio che tra questi può annoverare una maggior tradizione storica e un maggior pregio architettonico: il palazzo della Prefettura, ex sede degli uffici dell'Amministrazione provinciale.[56]
I palazzi di rappresentanza istituzionale della città sono: Palazzo De Nobili, situato nella zona sud-est del centro storico, sede dell'Amministrazione comunale dal 1863,[57] Palazzo Grimaldi-Montuori, sede della camera di commercio, che affaccia su Corso Mazzini,[58] e Palazzo degli Itali, moderno complesso architettonico che ospita i lavori della Giunta regionale della Calabria (localizzato nel quartiere Germaneto, alla periferia ovest della città) a partire dal 2016,[59] allorquando gli uffici furono spostati dall'ex sede, Palazzo Alemanni, ubicato nella zona antica della città.[60]
Architetture militari
«Entrò vittorioso Roberto [il Guiscardo] anno 1055 - si fè giurare homaggio e conoscendo, che il dominio della Calabria dipendeva assolutamente dall'assicurarsi di questa Piazza, sì per esser in sito naturalmente inespugnabile, come per star situata nel centro della Provincia, per dove con facilità si può tramandar a gli altri luoghi soccorso in tempo di guerra, vi fondò un fortissimo Castello in quell'estremo della Città, sopra un masso di scoglio al di fuori tagliato, con torri e bastioni sì bene intesi, che alla fortezza sua naturale congiunti, lo resero sicuri di batteria e di scalate...»
(Vincenzo D'Amato, Memorie historiche dell'illustrissima, famosissima, e fedelissima città di Catanzaro, 1670)
Fin dalla sua fondazione la città fu costruita con precisi scopi difensivi, capace di resistere a lunghi assedi. Era una città fortezza dotata di torri, bastioni, porte civiche e racchiusa in una cinta muraria di circa 7 km. L'impianto difensivo era di tipo complesso, la città era difesa dalla sua stessa posizione, accerchiata da profonde e ripide valli ed inoltre in prossimità delle mura c'erano fossati e trincee fortificate. In realtà la struttura difensiva iniziava fin dalla costa, infatti sulle colline che fiancheggiano la valle dove oggi sorgono i quartieri Sala, Santa Maria e Lido, erano costruite un susseguirsi di torri d'avvistamento fino alla costa, una delle quali è ancora visibile sulle colline del quartiere Aranceto. Le porte di accesso erano 6:
- Porta Marina (o Granara), sicuramente la porta principale perché consentiva l'accesso dalla costa ed era utilizzata per il commercio del frumento, secondo il D'Amato qui erano posizionate 4 torri di guardia, tre bastioni con cannoni e poco distante il Baluardo dei Palmeti;[61]
- Porta di San Giovanni (o Castellana o Montanara), posizionata nei pressi dell'attuale piazza Matteotti, adiacente a questa porta vi era un profondo fossato, chiamato fosso rivellino, attraversabile tramite un ponte levatoio;
- Porta Pratica (o Prattica o di San Leonardo), consentiva l'accesso da Occidente al rione Paradiso, oggi quartiere Case Arse, di fianco a difesa della porta vi era il Bastione di San Nicola Caracitano;[62]
- Porta Stratò, situata nell'omonimo rione ad Oriente del centro storico, era una porta civica ad arco a sesto chiuso nascosta dalla chiesetta di Santa Maria della Portella, che svolgeva la duplice funzioni di luogo di culto e di postazione di avvistamento, in quanto in caso di pericolo veniva suonata la campana che avvertiva la popolazione della chiusura delle porte. È tuttora visibile il sentiero che sale dalla valle del Musofalo e giunge fino alla chiesetta. Il nome stesso "Stratò" deriverebbe dal toponimo greco che significa occulto, nascosto;[63]
- Porta del Gallinaio, era una porta civica secondaria, utilizzata per l'accesso del bestiame;
- Porta Silana, anch'essa porta civica secondaria, utilizzata per il passaggio di bestiame, consentiva l'accesso alla città dal retrostante altopiano della Sila.[63]
In posizione rialzata rispetto al resto dell'antica città, sul colle del Castello fu costruito il Castello Normanno o d'Altavilla, oggi complesso monumentale San Giovanni, sotto il quale erano costruiti lunghi cunicoli sotterranei, i quali possono essere visitati ancora oggi.
Altro
- Monumenti
I principali monumenti della città sono:
- Cavatore: opera dello scultore Giuseppe Rito, è un'imponente statua bronzea collocata su una fontana, incastonata nelle mura del Complesso Monumentale del San Giovanni, alle porte del centro storico. Fu realizzata nella prima metà degli anni cinquanta e rappresenta, tramite l'immagine di un uomo nell'atto di scalfire la roccia sottostante con un piccone, la laboriosità, la forza e la tenacia dei catanzaresi.[64] È considerata a pieno titolo uno fra i maggiori simboli della città.[65][66]
- Monumento ai caduti della grande guerra: sito in piazza Matteotti, è opera dello scultore calabrese Michele Guerrisi. È costituito da un gruppo scultoreo in bronzo, inaugurato nel 1933 ma parzialmente danneggiato dai bombardamenti che subì il centro storico della città nel 1943. La figura femminile col capo chino che costituiva parte dell'opera è andata perduta col tempo.[67]
- Monumento all'Assunta: anch'esso opera di Giuseppe Rito, è una statua in bronzo collocata sul pinnacolo del Duomo, collocazione che la rende identificabile da ogni zona della città, risultando dunque il punto più alto del centro storico. Fu commissionata e realizzata nel secondo dopoguerra.[67]
- Fontana di Santa Caterina: collocata in piazza Cavour, di fronte alla Questura, laddove sorgeva un tempo la Chiesa di Santa Caterina. È un'opera risalente alla fine del XIX secolo, composta da tre vasche di dimensioni diverse poste su vari livelli su cui spicca la caratteristica principale, una statua raffigurante con ogni probabilità una ninfa.[68]
- Monumento a Francesco Stocco: la statua raffigura il generale garibaldino catanzarese Francesco Stocco. Sebbene la sua collocazione originaria era in piazza Indipendenza (odierna Matteotti), è ubicata oggi nella piazza omonima. È composto da un corpo marmoreo poggiato su un basamento in stile neoclassico. Opera di Francesco Scerbo, fu realizzata nel 1898.[68]
- Giustizia e Libertà: ulteriore contributo di Giuseppe Rito a favore della città, è un gruppo scultoreo in bronzo raffigurante le due dee rappresentazione delle virtù alle quali è dedicata l'opera. Fu commissionata in seguito alla caduta del regime fascista in Italia ed è collocata nell'atrio del palazzo della Corte d'appello.[69]
- Madonna col Bambino: opera in marmo collocata nel portico del Duomo, risalente al 1591.[70]
- Strade e piazze
- Corso Mazzini: è il principale asse viario del centro storico cittadino e sicuramente la strada maggiormente rilevante da un punto di vista storico e architettonico. Fu creato a partire dal 1870 nell'ambito dell'attuazione degli interventi contenuti nel piano Manfredi, il piano regolatore della città che prevedeva il riassetto di alcuni punti cardine del centro storico. La sua "apertura" fu favorita dall'abbattimento di alcuni palazzi e dal taglio della facciata di altri. Nell'occasione furono costruiti anche alcuni edifici di particolare pregio architettonico che ancora oggi ne impreziosiscono la passeggiata.[71][72]
- Piazza Matteotti: è la porta del centro storico, costituendone il principale ingresso. È il principale salotto della città. Sebbene lo slargo si sia formato nel corso del tempo tramite l'edificazione dei palazzi che ne formano il perimetro, la piazza come la si intende oggi fu costruita nei primi anni novanta. Vi si affacciano il Cavatore e importanti architetture civili come il palazzo della Corte d'appello, l'ITIS "E. Scalfaro" e la palazzina Ex Stac.[73]
- Piazza Prefettura: è la principale piazza del centro storico.[74] Vi si affacciano alcune importanti architetture: la Basilica dell'Immacolata, il palazzo della Prefettura, Palazzo di vetro (sede dell'Amministrazione provinciale) e il palazzo delle poste.
- Balconata di Bellavista: punto di confine del centro storico, è un punto panoramico consistente in una balconata che affaccia sulla zona sud della città e permette una visuale completa fino al mare. Tradizionalmente riconosciuto come uno dei punti più suggestivi della città, nel XVII secolo era tappa dei viaggi in Europa di aristocratici e artisti britannici.[75]
- Ponti
Catanzaro è definita la "città dei ponti" in ragione dei numerosi viadotti che collegano i quartieri centrali e settentrionali dell'abitato. Fra questi, quelli caratterizzati da un maggior pregio architettonico e di rilevanza storica sono:
- Ponte Bisantis: detto anche Morandi. Considerato il simbolo della città, è un ponte ad arco opera di Riccardo Morandi. Opera d'arte notevole e di grande rilevanza architettonica, per anni, dopo la sua costruzione avvenuta tra il 1959 e il 1962, fu il secondo ponte ad arco singolo in calcestruzzo armato in Europa e nel mondo per ampiezza della luce.[70][76][77]
- Ponte di Siano: collega il centro cittadino all'omonimo quartiere. Fu costruito a cavallo fra il 1928 e i primi anni 1930 ed è caratterizzato da una struttura ad arco unico. Proprio a causa di questa sua peculiarità, è considerato precursore del Ponte Morandi.[78]
Siti archeologici
Durante i lavori per la costruzione delle fondamenta della Cittadella della regione Calabria, nel quartiere Germaneto, sono stati rinvenuti importanti reperti archeologici risalenti ai periodi greco e romano, che testimoniano la presenza di villaggi sparsi lungo tutta la valle del Corace appartamenti alla parte settentrionale dell'antica Scolacium. Proprio nella storia dell'antica città di "Minerva Scolacium" è radicata l'origine del capoluogo calabrese.[79]
Il parco archeologico di Scolacium si trova nella frazione di Roccelletta, nel comune di Borgia,[80] località tuttavia completamente conurbata con il quartiere marinaro del comune di Catanzaro. Reperti sono stati recuperati anche nel quartiere di Santa Maria di Catanzaro. Dell'abitato preromano rimangono parte delle strade lastricate, degli acquedotti, dei mausolei, di altri impianti sepolcrali, della basilica, di un impianto termale ma soprattutto del teatro, il quale poggia naturalmente pendio di una collina.[79]
Il parco archeologico è anche teatro di importanti eventi, come ad esempio "Intersezioni", rassegna di arte contemporanea che si svolse fino ai primi anni duemiladieci e coinvolgeva artisti di fama internazionale,[81] e il festival musicale, di danza e teatro "Armonie d'arte festival".[82]
Aree naturali
Catanzaro, secondo l'indagine "Ecosistema urbano" di Legambiente e Ambiente Italia del 2018, occupa la ventunesima posizione in Italia su 107 capoluoghi di provincia per quanto riguarda il verde urbano, con 52,90 m² di verde per abitante.[83]
Il Parco della Biodiversità mediterranea è il principale polmone verde della città, sito nella zona nord. Inaugurato nel 2004, ha una superficie complessiva di 13 ettari.[84] Ospita strutture sportive, ludiche, servizi e il Centro di recupero per gli animali selvatici (CRAS). È anche un importante presidio culturale, ospitando il Museo storico militare Brigata Catanzaro e il Parco Internazionale della Scultura. Corredata al parco è la Valle dei Mulini, un ampio percorso naturalistico di 48 ettari.[85] Il Parco della Biodiversità, in un reportage del 2019, è stato annoverato fra i dieci parchi artistici più belli d'Italia dal quotidiano la Repubblica.[86]
Villa Margherita, conosciuta anche come villa Trieste, è il giardino storico e villa comunale della città, ubicata nel centro storico. Fu realizzata a partire dal 1878 e inaugurata da re Umberto I nel 1881, occasione in cui fu dedicata alla consorte, la regina Margherita di Savoia.[87] Al suo interno ospita i busti marmorei di alcuni fra i principali sindaci della città, il Museo archeologico numismatico provinciale e la Biblioteca comunale Filippo De Nobili.[88]
La pineta di Giovino sorge sul litorale costiero catanzarese, nei pressi del quartiere Lido. È un grande polmone verde, attrezzato per lo svolgimento di sport all'aria aperta, che prende il nome di "parco costiero di Giovino", che costeggia il lungomare dell'omonimo abitato.[89] Nello zona non soggetta a processi di urbanizzazione sorge invece l'oasi naturalistica delle dune di Giovino, un'ampia zona dalla superficie di 12 ettari in cui trovano l'ideale habitat di sviluppo piante rare.[90]
Parco Gaslini è il principale parco urbano del quartiere Lido. È stato inaugurato nel 2017 ed è il risultato della bonifica e della riqualificazione di un'area industriale dismessa, da cui prende il nome.[91]
Il bosco "Li Comuni", conosciuto anche come pineta di Siano, è un'oasi naturalistica di 700 ettari che sorge nei boschi dell'omonimo quartiere della città. Al suo interno ospita un'importante varietà faunistica e floristica, tipica della macchia mediterranea. All'interno del parco vi sono inoltre numerosi percorsi sportivi ed escursionistici.[89]
Evoluzione demografica
Abitanti censiti[92]
Popolazione storica (migliaia)[93]
Etnie e minoranze straniere
Al 31 dicembre 2022 la popolazione straniera è di 2960 persone, pari al 3,51% della popolazione.[94]
Lingue e dialetti
«Tutti l'omini nescianu libberi e sunnu i stessi pe' dignità e diritti; Ognunu ava u cerveddhu soi e a raggiuna e a cuscenza sua, e ava ma si cumporta cull'atri propriu comu si fhussèranu i frati soi.»
Il dialetto catanzarese è di tipo siciliano, distinguendosi sia da quello cosentino (di tipo napoletano), sia dal dialetto reggino, anch'esso di tipo siciliano ma con maggiore influenza greca.
Proprio per la sua posizione centrale, l'istmo di Catanzaro, fa da linea di demarcazione tra queste due aree presentando una forma linguistica con caratteristiche autonome e nello stesso tempo influenzata da entrambe. Per quanto riguarda la pronuncia l'eredità lasciata dal greco è evidente nella pronuncia aspirata della lettera f accompagnata dalle vocali che trasformano ad esempio fi in hi e quindi fiato in hiatu, mentre dal latino la pronuncia marcata delle lettere t,d e p (molto simile al sardo) e la presenza della lettera u in chiusura di parola in sostituzione della o esempio torno si trasforma in tornu. Molto utilizzata tra la popolazione cittadina l'espressione dialettale Jamma Ja a scopo esortativo, equivalente alle espressioni imperative avanti! - andiamo!.
Tradizioni e folclore
Il culto di San Vitaliano da Capua venne introdotto, con la traslazione delle reliquie del santo, giunte dal santuario di Montevergine e da Benevento, in un'apposita cappella della cattedrale voluta dal conte Pietro Ruffo nel 1311. Dopo la rovina della cappella le reliquie furono trasferite ufficialmente dal vescovo Nicolò Orazio nel 1583. Secondo la tradizione dal suo sepolcro sarebbe trasudato un liquido miracoloso detto "manna".
Il santo è ricordato il 16 luglio, in ricordo probabilmente della prima traslazione delle reliquie, ma viene celebrato a Catanzaro anche in occasione della domenica in albis. Nel 1922 fu celebrato solennemente il settimo centenario dell'arrivo delle reliquie.
Il culto della Madonna di Porto Salvo ha origini antiche e la festa della protettrice dei pescatori e dei caduti del mare è una ricorrenza molto sentita soprattutto a Catanzaro Lido. La statua della Madonna è portata in processione su un grande peschereccio al cui seguito vi sono centinaia di barche addobbate a festa.
Il capoluogo calabrese è una città ricca di tradizioni folkloristiche che si sono conservate a lungo nel corso dei secoli e che trovano occasione di riemergere in momenti particolari della vita catanzarese. Tutto ciò non è nient'altro che l'eredità lasciata dalle tante popolazioni che si sono succedute nell'insediamento del territorio, influenzandone vistosamente la cultura e lasciando tracce ben visibili ancora oggi. La Naca è l'evento principe della settimana santa e uno dei più attesi in città durante tutto l'anno. È una caratteristica processione del venerdì santo le cui origini si fanno risalire al medioevo che ogni anno richiama centinaia di fedeli provenienti anche dalla provincia.
Istituzioni, enti e associazioni
Catanzaro, fregiandosi del ruolo di capoluogo di regione, è sede di molti enti, istituzioni e associazioni. La città accoglie la Giunta regionale della Calabria, che ha sede nel nuovo complesso sito nel quartiere Germaneto ed inaugurato nel 2015 e tutte le istituzioni di valenza regionale. Nell'ambito delle forze di Polizia, sono presenti a Catanzaro la Polizia Scientifica, il centro operativo Direzione Investigativa Antimafia (DIA) e il comando regionale della Guardia di Finanza. La città dispone di un carcere minorile, che ha sede nel quartiere Stadio, e di un carcere sito nel quartiere Siano.
Essendo capoluogo dell'omonima provincia e della regione Calabria, Catanzaro ospita, nel comparto della Pubblica amministrazione, le varie sedi regionali della protezione civile, nel quartiere Germaneto, dell'Inps, dell'Inail e, nel quartiere marinaro, dell'Ufficio scolastico regionale. È sede anche della direzione regionale dell'Agenzia delle entrate. La direzione regionale del Ministero del Lavoro, invece, è allocata a Reggio Calabria. Nell'ambito della magistratura, la Corte d'appello di Catanzaro è la principale della regione, la più antica e prestigiosa. Fu inaugurata nel 1809 con decreto 29 maggio 1809 n. 381 da parte del re Gioacchino Murat. Nel 1817, dopo la restaurazione Borbonica assunse la denominazione di Gran Corte Civile per volere di re Ferdinando I. L'antica e definitiva denominazione fu ripristinata dopo l'unità d'Italia con decreto del 17 febbraio 1861 da parte di Eugenio Emanuele di Savoia-Villafranca. Precedentemente già dal 1606 esisteva a Catanzaro la Regia Udienza con sentenza del consiglio Collaterale che vi stabilì definitivamente la sua sede il 6 aprile 1606 proclamando che "la Regia Udienza non dovevasi più muovere da Cathanzario e che in perpetuum vi Rimanesse". Dagli anni venti del Novecento la sede della Corte d'appello è il Palazzo "Salvatore Blasco"; negli anni dieci del nuovo millennio è stato inaugurato il nuovo tribunale, Palazzo "Francesco Ferlaino", in prossimità del primo. Sui tre colli hanno sede importanti istituzioni religiose. Un esempio è rappresentato dal seminario arcivescovile liceale, fondato nel 1567. Catanzaro è inoltre sede arcivescovile dell'arcidiocesi di Catanzaro-Squillace.
L'Azienda ospedaliera "Pugliese-Ciaccio" coordina il presidio ospedaliero Pugliese, uno dei più grandi e importanti della regione, e il presidio ospedaliero Ciaccio. Un altro ospedale, sito nel quartiere Pontepiccolo è il Sant'Anna Hospital alla quale si aggiungono la casa di cura Villa del Sole e il Centro Medico Diagnostico Igea - Villa Serena.
Qualità della vita
L'indagine "Ecosistema urbano" di Legambiente e Ambiente Italia, afferente al 2018, premia invece Catanzaro, che si classifica al 31º posto, con un guadagno complessivo di 11 posizioni rispetto all'anno precedente, con un punteggio del 59,36%. L'indicatore migliore è "Incidenti stradali" (2º posto), quello peggiore "Isole pedonali" (99°).[83]