Chiesa di Sant'Agostino (Fabriano)
edificio religioso di Fabriano / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
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La chiesa di Sant'Agostino di Fabriano sorse con il nome di Santa Maria Nuova ed era annessa al monastero degli agostiniani. Questo era tra i più antichi della città, poiché si ritiene fondato nel 1216 da Gualtiero di Ruggero Chiavelli, e fu incorporato nella cinta delle mura da suo figlio, Alberghetto Chiavelli, all'inizio del XIV secolo; doveva essere molto ampio, come si deduce dalla vastità dei locali ora utilizzati dall'Ospedale Civico "Engles Profili", ed anche pregevolmente ornato, se nel suo refettorio erano, insieme con altre pitture poi andate perse, i tre grandi affreschi del XIII secolo, ora conservati nella Pinacoteca civica Bruno Molajoli.
Chiesa di Sant'Agostino | |
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Stato | Italia |
Regione | Marche |
Località | Fabriano |
Indirizzo | Via C. Ramelli - Fabriano |
Coordinate | 43°20′23.31″N 12°54′24.23″E |
Religione | cattolica di rito romano |
Diocesi | Fabriano-Matelica |
Della primitiva costruzione della chiesa non si conoscono date documentali; gli elementi più antichi visibili non risalgono oltre il 1300, mentre si sa che già nel 1258 in essa ebbe sepoltura Gualtiero Chiavelli; si ha poi notizia di una consacrazione dei primi cinque altari nel 1360 e di una riconsacrazione generale dell'intero tempio dopo un altro ampliamento eseguito nel 1449; infine, nel 1768, la chiesa, essendo stata gravemente danneggiata dal terremoto fu restaurata, ampliata, (Michelangelo Barboni da Pesaro per gli interni, lo svizzero Giacomo Cantoni per gli stucchi), e manomessa nell'antica struttura della quale oggi non rimangono che poche tracce: all'esterno, alcuni elementi architettonici del portico tra la chiesa ed il monastero a chiusura della piazzetta adiacente alla chiesa, due arco a sesto acuto, di cui uno in pietra.
Oltrepassando quest'ultimo, si entra nel chiostro modernamente ricostruito: nella parete dell'ex monastero rimane un portale in pietra, del XIV secolo, decorato con una fascia a zigzag, con una croce al vertice; inoltre l'ossatura della cappella in cui fu il sepolcro dei beati Giovanni e Pietro Becchetti, della fine del XIV secolo, nel lato a sinistra dove sono state recentemente rintracciate alcune grandi sculture lignee policrome raffiguranti il Crocifisso, l'Addolorata, San Giovanni, la Pietà, opere che dovrebbero riallacciarsi alle altre sculture lignee della Pinacoteca, ma delle quali solo un restauro potrà meglio indicare la qualità e l'epoca (XIV secolo?).
Sul fondo della cappella-sepolcro è stato rinvenuto un interessante affresco tardogotico raffigurante un grande albero stilizzato recante ad ogni ramo un medaglione con iscritta una figura di santo, di recente pubblicato come opera della maturità di Lorenzo Salimbeni da San Severino Marche.