Concerto per pianoforte e orchestra n. 2 (Prokof'ev)
composizione di Sergei Prokofiev / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
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Il Concerto per pianoforte e orchestra n. 2 in sol minore op. 16 è una composizione di Sergej Prokof'ev scritto tra il 1912 e il 1913.
Concerto per pianoforte e orchestra n. 2 | |
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Compositore | Sergej Prokof'ev |
Tonalità | Sol minore |
Tipo di composizione | Concerto |
Numero d'opera | 16 |
Epoca di composizione | 1912-1913 (rev. 1923) |
Pubblicazione | Parigi, Gutheil, 1925 |
Dedica | Maximilian Schmidthof |
Durata media | 32 min. |
Organico | 2 flauti, 2 oboi, 2 clarinetti, 2 fagotti, 4 corni, 2 trombe, 3 tromboni, tuba, timpani, grancassa, rullante, piatti, tamburello, archi, pianoforte |
Movimenti | |
I. Andantino - Allegretto - Tempo I; II. Scherzo. Vivace; III. Intermezzo. Allegro moderato; IV. Allegro tempestoso
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È uno dei più spettacolari e difficili concerti del repertorio per pianoforte e orchestra. Segue a breve distanza il Concerto n. 1 op.10, eseguito nel 1912 dallo stesso compositore poco più che ventenne e che aveva avuto successo, ma anche suscitato pareri contrastanti per via della forma inconsueta, dell'abbondanza di idee concretizzate in una durata ristretta e per le sonorità aspre e frenetiche. Con il Concerto n. 2 Prokof'ev affina le sue risorse e il suo dominio della forma e si porta sulla scia della tradizione virtuosistica ottocentesca, in cui il pianoforte domina sull'orchestra. Di proporzioni architettoniche e lunghezza più consone, sfrutta appieno la forza brutale di un virtuosismo pianistico volutamente grandioso e debordante, simbolo di lotta titanica, sintetizzabile nella lunga cadenza solistica del primo movimento, di estrema difficoltà e grande intensità drammatica, e nell'impetuoso ultimo movimento.
In un periodo in cui i concerti per pianoforte e orchestra continuavano ad aumentare di numero e costituivano spesso veri e propri banchi di prova per i compositori-pianisti, sia presso il pubblico sia in appositi concorsi, a lavori d'impronta sfacciatamente virtuosistica tardo-romantica si alternavano lavori che seguivano la lezione più "sinfonica" d'ascendenza brahmsiana. Il concerto n.2 di Prokof'ev si pone come opera di assoluto rilievo, sia sul piano musicale che su quello strettamente pianistico, competendo con quello che, quattro anni prima, aveva sancito il nuovo limite del concerto romantico, il concerto n.3 di Rachmaninov, e rimanendo nella linea tracciata dal concerto n.1 di Čajkovskij. Lo stesso Prokof'ev ebbe a dire che ci sono concerti in cui il solista collabora molto con l'orchestra (per esempio, nel concerto di Rimskij-Korsakov), ma in questo caso il solista è sacrificato, e altri concerti in cui la parte solistica è ricchissima ma in cui l'orchestra viene un po' sacrificata (per esempio, quelli di Chopin), ascrivendo il proprio concerto n.1 alla prima categoria e il concerto n.2 alla seconda[1].