Convitto nazionale statale Francesco Cicognini
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Convitto nazionale statale Francesco Cicognini | |
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Ubicazione | |
Stato | ![]() |
Città | Prato |
Indirizzo | Piazza Del Collegio 13, 59100 Prato |
Organizzazione | |
Tipo | Liceo classico,Liceo Classico Europeo, Liceo Scientifico tradizionale, Liceo Scientifico Internazionale, Liceo Scientifico Scienze Applicate |
Ordinamento | Pubblico |
Fondazione | 1865 |
Preside | Giovanna Nunziata |
Mappa di localizzazione | |
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Sito web | |
Il convitto nazionale statale "Francesco Cicognini" è il più antico istituto scolastico di Prato.
Storia
La sua origine risale al 1692, per opera dei padri Gesuiti, in seguito al lascito del canonico Francesco Cicognini. L'istituto è composto da scuole elementari, medie e superiori (licei classico, liceo classico europeo, liceo scientifico e liceo scientifico internazionale), tra cui lo storico liceo classico.
Da collegio a convitto nazionale
Fino all'Unità d'Italia, la direzione fu affidata a esponenti del clero locale, cui apparteneva anche la maggior parte dei docenti. Particolare spicco ebbe il magistero di Atto Vannucci, che restò al "Cicognini" fino al 1848. Successivamente il governo guidato da Urbano Rattazzi nel 1862 nominò rettore Girolamo Bobone, al posto del sacerdote Giovanni Pierallini.
Nell'ottobre di quello stesso anno la carica passò a Giuseppe Merzario, intellettuale, educatore, patriota e uomo politico di idee progressiste. Il blocco politico-sociale conservatore, che trovava i suoi punti di forza in alcuni esponenti del clericalismo e del mondo culturale fiorentino di matrice cattolica (Cesare Guasti, Nicolò Tommaseo), si oppose apertamente all'operato di Merzario, finché questi rassegnò polemicamente le dimissioni.
Negli anni 1875–1881, in cui fu rettore e preside Flaminio Del Seppia, fu convittore Gabriele D'Annunzio, che mostrò particolare stima per l'ex garibaldino Tito Zucconi, suo insegnante di letteratura inglese.
Nel 1882 il Cicognini divenne statale. Alla sua guida il ministero assegnò il letterato ed educatore Ulisse Poggi, che vantava trascorsi patriottici quarantotteschi. Malgrado tensioni con alcuni insegnanti e studenti, Poggi restò in carica fino al pensionamento, avvenuto nel 1889. A succedergli fu il latinista Pietro Tosi, che restò in carica fino all'estate del 1899, in tempo per organizzare le celebrazioni per il bicentenario dell'istituto, in occasione del quale venne inaugurato un busto di Umberto I, opera del giovane scultore pratese Oreste Chilleri. Dal settembre del 1899 fino al 1918 fu preside Paolo Giorgi, fautore di un'intensa opera di propaganda nazionalista e interventista che portò anche a violente tensioni con il contesto sociale cittadino, negli anni della prima guerra mondiale. Nei primi anni del nuovo secolo furono insegnanti del "Cicognini" l'italianista livornese Ubaldo Angeli, amico di Severino Ferrari e Fabio Fedi, insegnante di lettere al ginnasio e acceso sostenitore della laicità dell'istruzione, oltre che consigliere comunale. Dal dopoguerra il "Cicognini" da regio collegio tornò ad essere convitto nazionale; i rettori che si sono succeduti hanno continuato la tradizione (Gentileschi, Mati, D'Ascenzio, Caiazza, Pistone) dalla fine degli anni '90 è iniziata una profonda innovazione metodologica e tecnologica (rettore Enrico Fadda) ed è stata nominata alla guida del "Cicognini" la prima donna (Anna Grazia Greco). Dal 2004 al 2007 (sotto la Direzione di Daniele Santagati) Nel 2004 diventa rettore del "Cicognini" Daniele Santagati, tornato a Prato dopo l'esperienza di rettore del "C. Colombo" di Genova[1]. Sotto il suo rettorato sono stati eseguiti imponenti lavori di messa a norma previsti dalla legge 626/94. Il 1º settembre 2012 il Rettore Santagati ha lasciato la guida del "Cicognini". Nell'anno scolastico 2012-2013 è stata aperta la sezione femminile del convitto residenziale, adeguando così il "Cicognini" ai cambiamenti della società.
Il liceo-ginnasio statale F. Cicognini (1925-1999)
A seguito della riforma Gentile, nel 1925 la presidenza del liceo venne separata dal rettorato del convitto e fu affidata al pratese Alfredo Guarducci, professore di matematica e già sindaco della città. Il liceo classico fu reso del tutto autonomo rispetto al convitto, pur restando per alcuni decenni nella medesima sede.
Negli anni del primo dopoguerra e del fascismo si segnalarono, tra i professori, Sebastiano Nicastro, il latinista Vittorio Ragazzini e il letterato Renzo Simi, mentre la presidenza fu affidata allo storico e italianista Giuseppe Fatini, noto soprattutto per i suoi studi ariosteschi e per un'accurata monografia dedicata a Gabriele D'Annunzio convittore del Cicognini.
Nella seconda metà del secolo operarono nel liceo il classicista Cesare Grassi e Agostino Ammannati, che per alcuni anni curò l'allestimento di spettacoli nel teatrino del "Cicognini" col gruppo filodrammatico del liceo, oltre a collaborare con don Lorenzo Milani. L'attività teatrale venne ripresa più recentemente da altri insegnanti, e in particolare dalla prof.ssa Vilda Mazzarrini, dalla prof.ssa Santi, dalla prof.ssa Gervasi (in lingua inglese) e dal prof. Antonello Nave. È sempre stato attivo, con qualche interruzione, il giornale scolastico La Cicogna.
Nel 1972 il liceo classico statale fu collocato nel nuovo edificio di via Baldanzi 16, dove è tuttora. Venne trasferito nella nuova sede fuori dal centro il suo ricco patrimonio storico-culturale: l'archivio storico (documenti e verbali scolastici dal 1870 al 1972, compresi i registri dei voti relativi a studenti divenuti illustri, da Gabriele D'Annunzio a Curzio Malaparte, da Mario Monicelli a Tommaso Landolfi), il Museo di fisica (riordinato e catalogato scientificamente); il Museo di storia naturale (con le collezioni ornitologica e mineralogica); e una biblioteca di oltre 10.000 volumi con la raccolta della Antologia di Gian Pietro Vieusseux.
Negli anni '90 è stato istituito nuovamente il corso di liceo classico statale all'interno del convitto e la presidenza è stata nuovamente assunta dal rettore. Nel gennaio 2013 il nuovo rettore incaricato del Convitto ha lanciato la proposta di riunificare il Convitto stesso con il Liceo Classico "Francesco Cicognini" di via Baldanzi. La proposta ha avuto ampia eco in città, suscitando reazioni discordanti. Si segnalavano opinioni entusiastiche in particolare da parte dell'Associazione Ex Studenti del Classico.
Architettura
L'enorme edificio del convitto venne progettato dal gesuita Giovan Battista Origoni. L'atrio e il portale d'ingresso furono costruiti dall'architetto pratese Giuseppe Valentini. Al suo interno sono degni di nota il refettorio (affrescato da Giacinto Fabbroni nel 1754 con scene tratte dalla Bibbia), la cappella settecentesca (con interessanti arredi lignei) ed il teatro (inizialmente chiesetta del convitto, adibito all'uso attuale durante il periodo di secolarizzazione dell'istituto: i suoi affreschi vennero rifatti durante l'epoca fascista).
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