Convivenza (antica Roma)
la pratica della convivenza nell'antica Roma / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
Caro Wikiwand AI, Facciamo breve rispondendo semplicemente a queste domande chiave:
Puoi elencare i principali fatti e statistiche su Convivenza (antica Roma)?
Riassumi questo articolo per un bambino di 10 anni
La convivenza tra un uomo e una donna nell'antica Roma era considerata una pratica normale, al di fuori di ogni giudizio morale negativo o di riprovazione sociale per una scelta di vita in comune ritenuta non diversa dal matrimonio, se non per gli aspetti giuridici.
«A L. Bruttio Acuto, liberto del centurione Giusto della V legione, la compagna (contubernalis) Maura ha fatto erigere questo monumento con la figlia Nepelene»
(Pietra tombale, Colonia, I secolo d.C., «CIL», XII, 12059)
I romani usavano due termini per indicare la convivenza:
- concubinatus, giacere insieme
- contubernium, vivere nella medesima tenda, abitare nella medesima casa
I componenti della convivenza venivano indicati come concubina o contubernalis termini che non esprimevano disprezzo ma anzi, era tanto accettata questa condizione sociale che veniva indicata anche nelle iscrizioni funebri dove talvolta i conviventi erano semplicemente indicati come marito, uxor, coniunx: segno questo che quel tipo di unione era comunemente considerato un matrimonio di fatto.
Abitualmente usati erano anche i termini di amicus e amica dal significato non dissimile dal nostro "compagno" e "compagna".[1]