Grande Madre
divinità femminile / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
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La Grande Madre, anche Grande Dea, o Dea Madre, è una divinità femminile primordiale, rinvenibile in forme molto diversificate in una vasta gamma di culture, civiltà e popolazioni di varie aree del mondo a partire dalla preistoria,[2] sia nel periodo paleolitico, sia in quello neolitico.[3]
La sua figura, che rimanda al simbolismo materno della creatività, della nascita, della fertilità, della sessualità, del nutrimento e della crescita, continuò ad essere conosciuta ad esempio dai Fenici come Ashtoreth, in Mesopotamia come Ishtar, dai Semiti come Astarte, in Arabia come Atar, dagli Egizi come Hathor, dai Greci e dai Romani come Afrodite,[4][5][6][7][8][9] Cibele, ed altre ancora.[10][11]
Connessa al culto della Madre Terra,[12][13][14][15] essa esprimeva l'interminabile ciclo di nascita-sviluppo-maturità-declino-morte-rigenerazione che caratterizzava sia le vite umane, sia i cicli naturali e cosmici. Alla sua figura, in cui confluiva inoltre il mito della Grande Vergine,[16] vengono ricondotte non solo le cosiddette Veneri dell'età della pietra, ma anche la Vergine Maria.[2][17] Nella mitologia andina è conosciuta come Pachamama,[18] tra gli aborigeni australiani come Kunapipi.[19]