Direttiva sul diritto d'autore nel mercato unico digitale
riforma del diritto d'autore online dell'UE, approvata nel 2019 / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
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La Direttiva sul diritto d'autore nel mercato unico digitale, o Direttiva 2019/790, è una direttiva dell'Unione europea che ha l'obiettivo di armonizzare il quadro normativo comunitario del diritto d'autore nell'ambito delle tecnologie digitali e in particolare di Internet.[1][2][3][4]
Direttiva sul diritto d'autore nel mercato unico digitale | |
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Stato | Europa |
Tipo legge | Direttiva comunitaria |
Legislatura | VIII |
Proponente | Günther Oettinger |
Testo | |
2019/790 |
La proposta è stata approvata in commissione giuridica del Parlamento europeo il 20 giugno 2018 e dal Parlamento, in una versione parzialmente modificata, il 12 settembre 2018; il testo della direttiva, dopo i negoziati del trilogo, è stata approvata dal Parlamento europeo il 26 marzo 2019[5] e successivamente dal Consiglio dell'Unione europea il 17 aprile 2019.[6]
Le proposte contenute nella direttiva europea includono, tra l'altro, la possibilità per gli editori di chiedere il pagamento per l'uso di brevi frammenti di testo,[7] che i siti web a scopo di lucro che ospitano principalmente contenuti pubblicati dagli utenti adottino misure "efficaci e proporzionate" per prevenire la pubblicazione non autorizzata di contenuti protetti da copyright e le eccezioni al diritto d'autore per l'estrazione di testi e dati da parte di istituti di ricerca scientifica.[3][8][9] Poiché sia le licenze che le eccezioni sono stabilite su base nazionale, gli articoli 11 e 13 frammenterebbero il mercato dell'UE in contrasto con l'obiettivo dichiarato della direttiva.[10] Il membro britannico del parlamento Stephen Doughty ha proposto inoltre che certi filtri sulle pubblicazioni online venissero implementati anche per prevenire la comparsa di "materiale estremista" su Internet.[11]
Il 26 aprile 2018, 145 organizzazioni nei settori dei diritti umani e digitali, della libertà dei media, dell'editoria, delle biblioteche, delle istituzioni educative, degli sviluppatori di software e dei fornitori di servizi Internet hanno firmato una lettera di opposizione alla legislazione proposta.[12] Alcuni degli oppositori includono Electronic Frontier Foundation, Creative Commons, European Digital Rights, vari capitoli di Wikimedia, e, dal 29 giugno 2018, Wikimedia Foundation, l'ente che sostiene il mantenimento e lo sviluppo di Wikipedia.[12][13] Tra i singoli individui che si sono opposti alla direttiva si sono pronunciati Tim Berners-Lee e Vint Cerf, i quali hanno presentato le proprie preoccupazioni a proposito dei costi e dell'efficacia di tali filtri preventivi e dei loro effetti negativi sulla libertà di parola online.[3] In risposta alla direttiva proposta, è stata lanciata una petizione su Change.org che, a marzo 2019, ha raccolto oltre 5 000 000 firme (rispetto alle 860.000 di luglio 2018).[2][14] Dall'altro lato, l'approvazione della direttiva è sostenuta da editori, gruppi di media e case discografiche, tra i quali David Guetta, tre tra le maggiori etichette discografiche e la Independent Music Companies Association.[15][16]