Drive In (programma televisivo)
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Drive In è stato un programma televisivo italiano di genere commedia ideato e scritto da Antonio Ricci, trasmesso con cadenza settimanale in prima serata, dal 1983 al 1988 su Italia 1. Riscosse un grande successo, entrando nel costume nazionale del tempo, contribuendo a portare alla ribalta numerosi personaggi dello spettacolo italiano e divenendo uno dei programmi-simbolo della televisione italiana degli anni 80 del XX secolo.[1][2]
Drive In | |
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Parte della scenografia e del cast | |
Paese | Italia |
Anno | 1983-1988 |
Genere | commedia |
Edizioni | 5 |
Durata | 60-120 min |
Lingua originale | italiana |
Realizzazione | |
Ideatore | Antonio Ricci |
Regia |
|
Autori | Antonio Ricci, Lorenzo Beccati, Gennaro Ventimiglia, Aldo Rami, Franco Mercuri, Gino Vignali, Michele Mozzati, Matteo Molinari, Adriano Bonfanti, Silver e Castelli, Bruno D'Alfonso, Stefano Caviglia, Ellekappa, Gialappa's Band, Sandro Piccardo, Giorgio Cavallo, Emilio Isca, Bernardino Manetta, Origone & Profumo |
Musiche | Detto Mariano, Roberto Negri, Paolo Beldì |
Scenografia | Graziella Evangelista, Enzo De Camillis |
Costumi | Cristiana Lafayette, Valentina Aurelio |
Fotografia | Giuseppe Della Noce |
Coreografie | Marcello Stramacci, Luisella Arcari |
Produttore esecutivo | Osvaldo Dal Monte |
Casa di produzione | RTI |
Rete televisiva | Italia 1 |
Il programma esordì il 4 ottobre 1983 e venne trasmesso inizialmente il martedì, mentre dalla seconda edizione andò in onda la domenica, sino alla sua chiusura, il 17 aprile 1988. In onda inizialmente con puntate di una sola ora, dato il grande riscontro vide presto raddoppiare la sua durata, raggiungendo punte di otto milioni di spettatori.[3] Dopo la fine, il posto nel palinsesto televisivo fu poi preso da Emilio, che accoglierà a sua volta molti dei precedenti volti del Drive In. Nel 1988 Greggio e D'Angelo passarono a condurre prima Odiens e poi la prima edizione di Striscia la notizia, programmi sempre ideati da Antonio Ricci i quali, insieme ad altre «trasmissioni-satellite» da lui ideate, di fatto porteranno avanti l'eredità del programma.[4]