Economia a bambù
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L'economia a bambù è un settore economico basato sulla coltivazione del bambù e sulla trasformazione industriale degli assortimenti mercantili. A differenza dell'economia forestale, per ragioni climatiche queste colture sono ristrette a paesi in via di sviluppo delle fasce climatiche tropicali e subtropicali. La pianta del bambù è la maggiore come dimensioni tra le piante erbacee, esistono più di 75 generi e 1500 specie, 65% originarie dell'Asia sudorientale, 32 % crescono in America Latina, ed il resto in Africa e Oceania. In Nord America esistono tre specie native e in Sud America 440 specie.
Il bambù cresce spontaneamente in molte regioni calde e temperate dell'Africa, Asia, Americhe, Oceania, fino alle medie quote di montagna; alcune specie (ad es. sasa e pseudosasa), molto più rare, riescono anche a resistere a climi notevolmente più freddi fino ad un limite di -18 °C, come nel nord del Giappone, anche se le dimensioni di queste piante sono solitamente inferiori delle sorelle cinesi e a stento raggiungono i 3-5 metri. In Europa viene coltivato in serra e in campo aperto, in quantità molto limitate, in orti botanici, grazie al teleriscaldamento [1] ed altri accorgimenti. Attualmente, stime approssimate calcolano che il valore mondiale dell'economia basata sul bambù si aggiri attorno ai 10.000 milioni di dollari.[2]