Elezioni amministrative in Italia del 1914
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Le elezioni amministrative italiane del 1914 si svolsero nel mese di giugno, e furono le prime a celebrarsi a suffragio universale maschile e le ultime prima dello scoppio della Grande guerra.
L'appuntamento interessò tutti i comuni e le province del territorio nazionale, dato che il radicale mutamento del corpo elettorale portato dalla nuova legge amministrativa aveva imposto lo scioglimento di tutti i vigenti consigli.
Il vigente sistema elettorale maggioritario strutturava la competizione in maniera bipolare tra la nuova coalizione di destra formata dai liberali coi clericali di Gentiloni, e la sinistra raccolta intorno al Partito Socialista, mentre la terza via rappresentata dal Fascio democratico imperniato sui radicali ebbe scarse prospettive.[1] Il collegio unico delle comunali creava automaticamente in questo ambito larghe maggioranze consiliari, mentre a livello provinciale la ripartizioni per mandamenti poteva creare risultati più bilanciati.
La formula del Patto Gentiloni ebbe pieno successo, consentendo ai liberali di mantenere la guida dalla larghissima maggioranza delle comunità locali anche dopo l'abrogazione del suffragio censitario, anche se per i socialisti si registrò il primo storico successo nella capitale economica del paese, ossia Milano.[2]