Fortuna avversa
film del 1921 diretto da Edward F. Cline, Buster Keaton / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
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Fortuna avversa (Hard Luck) è un cortometraggio del 1921 diretto da Buster Keaton e Edward F. Cline, che firmano anche soggetto e sceneggiatura.
Keaton ne è anche protagonista assieme a Virginia Fox e a Joe Roberts, attori fidati e presenti in molte pellicole del celebre regista.
Fortuna avversa | |
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Scena del film | |
Titolo originale | Hard Luck |
Paese di produzione | Stati Uniti d'America |
Anno | 1921 |
Durata | 22 min |
Dati tecnici | B/N rapporto: 1,33 : 1 film muto |
Genere | commedia |
Regia | Edward F. Cline, Buster Keaton |
Soggetto | Edward F. Cline, Buster Keaton |
Produttore | Joseph M. Schenck |
Fotografia | Elgin Lessley |
Interpreti e personaggi | |
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Il film, dalla forte componente fantastica e surreale, venne considerato perduto per oltre mezzo secolo: Giorgio Cremonini afferma che il critico Coursodon "è costretto a rifarsi a testimonianze indirette, fra cui quella di Judith Erebe, che nel 1927 sottolinea una serie di elementi significativi"[1]. Lo stesso Cremonini afferma che una copia del film intitolata Nel paese degli armadilli, erroneamente datata 1917 "è stata ritrovata da F. Ballo nel 1980 presso la Cineteca Italiana di Milano, che a quanto pare ne ignorava l'esistenza"[1].
Parzialmente ricostruito nel 1987 mancava ancora della celebre scena finale, quando Keaton, dopo il tuffo in piscina in cui manca il bersaglio e sfonda il cemento, sbuca, a distanza di anni (come recita una didascalia), da sottoterra con una moglie cinese e due figli.
La scena mancante venne trovata successivamente in un archivio della Russia e la pellicola è stata riproposta in modo più completo, sebbene ancora assai imperfetta nella sua parte finale e, probabilmente, ancora mancante di alcuni passaggi[2] (molte scene non appaiono affatto coerenti, nonostante il tono onirico di fondo).
Ad oggi due versioni del film sono riconosciute come le più vicine all'originale: la copia denominata Lobster/Arte, più completa, e quella denominata Kino on video, che ricostruisce la pellicola in modo probabilmente più aderente alla scrittura filmica del racconto.
Keaton riteneva la scena finale tra le sue favorite e in assoluto quella che aveva strappato la risata del pubblico più fragorosa della sua carriera[3].