Gödel, Escher, Bach: un'eterna ghirlanda brillante
saggio di Douglas Hofstadter pubblicato nel 1979 / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
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Gödel, Escher, Bach: un'eterna ghirlanda brillante, talvolta abbreviato in GEB, è un celebre saggio di Douglas Hofstadter, pubblicato la prima volta nel 1979 per Basic Books e vincitore di un Premio Pulitzer[2]. Una nuova prefazione scritta da Hofstadter ha caratterizzato una ristampa altrimenti invariata nel ventesimo anniversario (ISBN 0-465-02656-7) pubblicata nel 1999. Il libro ha come sottotitolo Una fuga metaforica su menti e macchine nello spirito di Lewis Carroll[3]. Attraverso l'illustrazione e l'analisi, il libro parla di come, attraverso le regole formali, i sistemi su diversi livelli possano acquisire un significato pur essendo fatti di elementi "privi di significato". La discussione si articola sul significato di comunicare, su come la conoscenza può essere rappresentata e archiviata, i metodi e i limiti della rappresentazione simbolica, e anche la nozione fondamentale di "significato" stesso.
«Mi resi conto che per me Gödel, Escher e Bach erano solo ombre proiettate in diverse direzioni da una qualche solida essenza centrale. Ho tentato di ricostruire l'oggetto centrale e ne è uscito questo libro[1].»
(Douglas Hofstadter)
Gödel, Escher, Bach: un'eterna ghirlanda brillante | |
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Titolo originale | Gödel, Escher, Bach: an Eternal Golden Braid |
Autore | Douglas Hofstadter |
1ª ed. originale | 1979 |
Genere | Saggio |
Lingua originale | inglese |
In risposta alla confusione sul tema del libro, Hofstadter ha sottolineato che in GEB non si indaga sulle relazioni di matematica, arte e musica, ma piuttosto sui meccanismi di come la conoscenza emerga dai meccanismi neurologici nascosti. Un punto nel libro presenta un'analogia su come i singoli neuroni nel cervello si coordinano per creare un senso unificato di mente coerente paragonandolo con l'organizzazione sociale mostrata in una colonia di formiche.[4][5]