Gerardo di Csanád
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Gerardo di Csanád (in ungherese Gellért; in latino Gerardus), al quale la tradizione postuma attribuisce il cognome Sagredo (Venezia, 23 aprile fine del X secolo – Buda, 24 settembre 1046), è stato un vescovo e martire, evangelizzatore dell'Ungheria.
San Gerardo di Csanád | |
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San Gerardo educa il principe sant'Emerico (statua ad Albareale, opera di Jenő Bory) | |
Vescovo e martire, apostolo d'Ungheria | |
Nascita | Venezia o Veneto, un 23 aprile della fine del X secolo |
Morte | Buda, 24 settembre 1046 |
Venerato da | Chiesa cattolica |
Canonizzazione | 1083 |
Ricorrenza | 24 settembre |
Attributi | Insegne vescovili |
Patrono di | Ungheria |
Primo vescovo di Csanád nel regno d'Ungheria, attivo dal 1030 circa alla sua morte, la maggior parte delle informazioni sulla sua vita ci è giunta grazie alla sua agiografia, detta leggenda, che contiene la maggioranza degli elementi convenzionali presenti nelle biografie medievali dei santi. Nacque in una famiglia nobile veneziana, ritenuta probabilmente quella dei Sagredo o dei Morosini nelle fonti scritte secoli dopo. Dopo aver contratto una grave malattia, fu inviato al benedettino monastero di San Giorgio Maggiore all'età di cinque anni. Egli ricevette un'eccellente educazione monastica e imparò anche la grammatica, la musica, la filosofia e qualche principio di diritto.
Lasciata Venezia per un pellegrinaggio in Terra santa intorno al 1020, una tempesta lo costrinse ad interrompere il suo viaggio vicino all'Istria. Per questo motivo, scelse di proseguire via terra attraverso il regno d'Ungheria: constatata la sua brillante personalità, Mauro, vescovo di Pécs, e Stefano I d'Ungheria lo convinsero a non proseguire il suo pellegrinaggio, sottolineando che l'attività del chierico veneziano avrebbe potuto accelerare la conversione degli ungheresi. Gerardo divenne precettore del figlio ed erede del re, Emerico. In breve tempo, Gerardo si recò nella selva Baconia per vivere come eremita vicino a Bakonybél. Stefano I lo nominò vescovo della neonata diocesi di Csanád (che comprendeva l'attuale Banato in Serbia, Romania e Ungheria) intorno al 1030. I monaci benedettini che sapevano esprimersi in lingua ungherese lo aiutarono a interloquire con gli abitanti locali.