Gian Gastone de' Medici
settimo granduca di Toscana / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
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Giovanni Battista Gastone de' Medici, meglio noto come Gian Gastone (Firenze, 25 maggio 1671[1][2] – Firenze, 9 luglio 1737[1][2][3]), figlio di Cosimo III de' Medici[1][2] e Margherita Luisa d'Orléans[1][2], è stato il settimo granduca di Toscana, ultimo Granduca appartenente alla dinastia dei Medici[2][3].
Gian Gastone de' Medici | |
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Franz Ferdinand Richter, Ritratto di Gian Gastone de' Medici, granduca di Toscana, olio su tela, 1737. Firenze, Galleria Palatina. | |
Granduca di Toscana | |
In carica | 31 ottobre 1723 – 9 luglio 1737 |
Predecessore | Cosimo III |
Successore | Francesco III (II) Stefano |
Nome completo | Giovanni Battista Gastone de' Medici |
Trattamento | Sua Altezza Reale |
Onorificenze | Gran Maestro dell'Ordine di Santo Stefano Papa e Martire |
Altri titoli | Gran principe di Toscana |
Nascita | Firenze, 25 maggio 1671[1][2] |
Morte | Firenze, 9 luglio 1737 (66 anni)[1][2][3] |
Luogo di sepoltura | Cappella dei Principi |
Casa reale | Medici |
Padre | Cosimo III de' Medici[1][2] |
Madre | Margherita Luisa d'Orléans[1][2] |
Consorte | Anna Maria Francesca di Sassonia-Lauenburg[1][2] |
Religione | Cattolicesimo |
Firma |
Come Principe cadetto, Gian Gastone non ebbe un ruolo preminente nella politica toscana fino al fallimento del matrimonio del fratello maggiore Ferdinando, quando il giovane fu fatto sposare nel 1697 alla principessa Anna Maria Francesca di Sassonia-Lauenburg. Gian Gastone, uomo mite, colto, amante della pace[1] e omosessuale[4], mal si trovò con la moglie, caratterialmente agli antipodi. Datosi all'alcolismo e a vizi sfrenati per sopperire alla malinconia di cui soffriva, Gian Gastone successe al padre nel 1723 al trono di Toscana, ormai oggetto di mercanzia delle grandi potenze europee per mancanza di eredi della casata medicea.
Nei suoi quattordici anni di regno, nonostante il cattivo stato di salute, tentò di rimediare al malgoverno paterno, stabilendo la separazione tra Chiesa e Stato, ridando vitalità alla cultura e abbassando le tasse. Costretto a dichiarare erede prima don Carlos dalla Spagna, e poi Francesco Stefano di Lorena dall'Austria, Gian Gastone non seppe tenere una politica estera indipendente, lasciando la Toscana in eredità agli Asburgo-Lorena.