Giulio Cesare (nave da battaglia)
corazzata della Regia Marina / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
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Il Giulio Cesare fu una nave da battaglia tipo dreadnought della Regia Marina italiana, entrata in servizio nel giugno 1914 come seconda unità della classe Conte di Cavour. Marginalmente impegnata in azione nel corso della prima guerra mondiale e del periodo interbellico, tra il 1933 e il 1937 fu sottoposta a estesi lavori di ricostruzione e ammodernamento per prolungarne la vita operativa; all'entrata dell'Italia nella seconda guerra mondiale nel giugno 1940, il Cesare era una delle sole due navi da battaglia della Regia Marina immediatamente pronte all'impiego.
Giulio Cesare (1911) | |
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La nave nel 1914 durante le prove di velocità | |
Descrizione generale | |
Tipo | Nave da battaglia |
Classe | Conte di Cavour |
In servizio con | Regia Marina |
Costruttori | Ansaldo |
Cantiere | Sestri Ponente |
Impostazione | 24 giugno 1910 |
Varo | 15 ottobre 1911 |
Completamento | 14 maggio 1914 |
Entrata in servizio | 7 giugno 1914 |
Radiazione | 12 maggio 1928 |
Destino finale | Ricostruita tra il 1933 e il 1937 |
Caratteristiche generali | |
Dislocamento | |
Lunghezza | 176,1 m |
Larghezza | 28 m |
Pescaggio | 9,4 m |
Propulsione | 24 caldaie, 3 turbine Parsons e 4 assi motrici; 31 000 hp (23 000 kW) |
Velocità | 21,5 nodi (39,82 km/h) |
Autonomia | 4 800 miglia a 10 nodi (8 890 km a 18,52 km/h) |
Equipaggio | 1 000 |
Armamento | |
Artiglieria | Alla costruzione:
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Siluri |
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Corazzatura | Massima 280 mm (verticale) 111 mm (orizzontale) |
Note | |
Motto | Ad quamvis vim perferendam Dal 1920: Caesar adest |
Fonti citate nel corpo del testo | |
voci di navi da battaglia presenti su Wikipedia |
Nel corso del secondo conflitto mondiale il Cesare fu impegnato in varie azioni della battaglia del Mediterraneo contro le forze della Royal Navy, in particolare durante i primi anni di guerra; danneggiata dal tiro nemico alla battaglia di Punta Stilo, la corazzata fu inoltre presente alla battaglia di capo Teulada e alla prima battaglia della Sirte, ma dalla primavera 1942, visto il suo stato di obsolescenza, fu di fatto ritirata dal servizio attivo e dislocata a Pola con funzioni di addestramento. Dopo l'annuncio della stipula dell'armistizio tra l'Italia e gli Alleati l'8 settembre 1943, il Cesare obbedì agli ordini e lasciò Pola per consegnarsi agli Alleati con il resto della flotta; un tentativo di ammutinamento da parte di elementi dell'equipaggio, che desideravano autoaffondare la nave piuttosto che consegnarla agli ex nemici, rientrò dopo poche ore grazie a trattative con il comandante della nave, e il Cesare si riunì a Malta con il resto della flotta italiana. Rientrata in Italia nel giugno 1944, non vide più alcuna azione e fu posta in disarmo.
Per effetto del trattato di Parigi fra l'Italia e le potenze alleate del 10 febbraio 1947, il Cesare fu consegnato come preda di guerra all'Unione Sovietica, entrando in servizio con la Voenno-morskoj flot sotto il nuovo nome di Novorossijsk; assegnata alla Flotta del Mar Nero, svolse principalmente funzioni di unità d'addestramento. Nelle prime ore del 29 ottobre 1955, mentre si trovava in porto a Sebastopoli, la Novorossijsk fu scossa da un'imponente esplosione che ne causò in poche ore il rovesciamento e l'affondamento: più di 600 marinai sovietici perirono in quello che fu il peggior disastro navale in tempo di pace di tutta la storia della Russia. La commissione d'indagine individuò poi come causa dell'affondamento la detonazione sotto lo scafo della nave di una mina navale, un residuato bellico dell'occupazione tedesca di Sebastopoli sfuggito alle operazioni di sminamento del dopoguerra; le cause dell'affondamento furono poi oggetto, negli anni seguenti, di numerose teorie del complotto che presumevano un mai provato sabotaggio per opera degli italiani.