La guida dei perplessi
Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
La guida dei perplessi (in ebraico מורה נבוכים ?, traslitt. in ebraico Moreh Nevukhim ?, arabo traslitt. delāla elḥā'irīn דלאל̈ה אלחאירין in arabo دلالة الحائرين?) è una delle opere maggiori di Rabbi Moshe ben Maimon, meglio noto come Maimonide o "il Rambam".
La guida dei perplessi | |
---|---|
Titolo originale | Moreh Nevukhim |
Frontespizio de La guida dei perplessi | |
Autore | Mosè Maimonide |
1ª ed. originale | 1190 |
1ª ed. italiana | 1520 (latino) |
Genere | saggio |
Sottogenere | filosofia |
Lingua originale | arabo |
Preceduto da | Mishneh Torah |
Seguito da | Teshuvot |
Scritta in giudeo-arabo sotto forma di una lettera in 3 volumi all'allievo Rabbi Joseph ben Judah ibn Aknin e tradotta sotto la sua supervisione in ebraico da Samuel ben Judah ibn Tibbon, "per promuovere la vera comprensione del reale spirito della Legge, al fine di guidare quelle persone religiose che, aderendo alla Torah, hanno studiato filosofia e sono in imbarazzo per le contraddizioni tra gli insegnamenti della filosofia e il senso letterale della Torah", i "perplessi", appunto.[1] Viene considerata come il frutto più maturo del pensiero filosofico di Rambam sebbene fosse stata concepita più come opera di supporto all'esegesi biblica che come trattato sistematico di filosofia; è indubbio tuttavia che l'opera interpreta la teologia biblica e rabbinica nei termini della fisica e metafisica aristoteliche. Nel "conflitto di autorità" che si può generare - la guida aiuta lo studioso ad andare oltre il testo puro e semplice e oltre l'accettazione ex auctoritate per comprendere con la forza della sua ragione le più elevate verità di fede espresse in modo implicito dalla rivelazione sinaitica - fin dall'inizio molto dibattuta nell'ebraismo fra sostegno entusiasta e accuse di eresia, è stata oggetto di traduzione in molte lingue moderne.
Dal momento che molti dei concetti filosofici, come la sua visione della teodicea e il rapporto tra filosofia e religione, sono importanti al di là della teologia strettamente ebraica, questo è stato il lavoro più comunemente associato a Maimonide nel mondo non-ebraico ed è noto per aver influenzato molti grandi filosofi e teologi cristiani.[2] Dopo la sua pubblicazione "quasi tutte le opere filosofiche per il resto del Medioevo citarono, commentarono o criticarono il pensiero di Maimonide."[3] Nell'ambito dell'ebraismo La guida dei perplessi (d'ora in poi citata come Guida) divenne molto popolare e numerose comunità ebraiche[4] richiesero copie del manoscritto mentre altre la ritennero alquanto controversa e ne limitarono la lettura o la bandirono completamente.