Ḥarām
termine arabo per indicare ciò che è proibito dalla religione islamica / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
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Nell'Islam, ḥarām (in arabo حرام? 'proibito') indica qualsiasi comportamento o situazione vietati dalla fede islamica; è contrapposto a ḥalāl ('lecito').
In particolare, il termine religioso ḥarām può riguardare comportamenti fisici e verbali, quali l'adulterio, l'omosessualità, l'abuso o il turpiloquio; oggetti e atti sacrileghi; alimenti o bevande (come il maiale o l'alcool); infine, può denotare cibi, oggetti e persone di solito ḥalāl,
a contatto con carne di manzo macellata, per es., in un modo non consono alla shari'a, oppure con persone responsabili di atti ḥarām o aventi orientamenti sessuali giudicati "devianti".
Ḥarām si applica anche alla ricchezza ottenuta iniquamente tramite pratiche peccaminose: per es., l'inganno, il furto, la corruzione o l'assassinio, oppure con qualsiasi altro mezzo che comporti un danno per qualsiasi essere umano. Qualsiasi credente che beneficiasse o traesse sostegno per la vita dalla ricchezza ottenuta tramite atti ḥarām è per l'Islam un peccatore.
Infine è anche il nome dell'area sacra della grande moschea della Mecca Al-Masjid al-Ḥarām, contrazione del termine "Ḥarām Sharīf".