Itavia
compagnia aerea italiana / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
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L'Itavia (Aerolinee Itavia S.p.a.) è stata una compagnia aerea italiana fondata nel 1958 e operativa fino al 1981, quando fu posta dapprima in amministrazione straordinaria con un decreto ministeriale del 31 luglio 1981 e successivamente in liquidazione dal 1983[1]. Da quel momento ha cessato di possedere sede, mezzi o personale. Per ragioni di contenzioso, però, la società ha continuato formalmente a esistere, venendo successivamente posta nuovamente in amministrazione straordinaria nel 2019[2][3], in attesa della definizione delle diverse cause in corso. Il suo marchio (la scritta Itavia in caratteri stampatello maiuscoli, sovrastata dalla scritta aerolinee e dalla forma stilizzata di un'ala) non è più stato utilizzato nel settore del trasporto aereo passeggeri.
Aerolinee Itavia | |
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Un Fokker F28 dell'Itavia all'Aeroporto di Ginevra-Cointrin nel 1974 | |
Stato | Italia |
Forma societaria | società per azioni |
Fondazione | 13 ottobre 1958 a Roma |
Fondata da | Giovanni Battista Caracciolo |
Chiusura | 31 luglio 1981 |
Sede principale | |
Controllate |
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Settore | Trasporto |
Prodotti | compagnia aerea |
Compagnia aerea regionale | |
Codice IATA | IH |
Codice ICAO | IHS |
Indicativo di chiamata | ITAVIA |
Ultimo volo | 10 dicembre 1980 |
Hub | Roma Ciampino |
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Divenne nota soprattutto in seguito all'incidente occorso il 27 giugno 1980, quando un suo aereo cadde in mare nei pressi di Ustica e di cui, a decenni di distanza, vari aspetti non sono ancora chiariti in maniera compiuta, a partire dalla dinamica stessa[4]. La compagnia, già pesantemente indebitata prima dell'incidente[5][6], cessò di fatto le operazioni il 10 dicembre 1980 e due giorni dopo le fu revocata la licenza di operatore aereo[5]; al 2020 risulta ancora esistente, gestita da tre commissari straordinari e con sede legale a Roma[7][8]. L'azienda fu posta in amministrazione controllata, con i conti in rosso, previa revoca della licenza di operatore aereo e conseguentemente un migliaio di dipendenti restarono senza lavoro. Probabilmente anche la conclusione peritale in merito ai motivi del disastro influì sulla decisione di chiudere la società. All'Itavia saranno infine corrisposti 108 milioni di euro, a risarcimento delle deficienze dello Stato Italiano nel garantire la sicurezza dell'aerovia su cui volava il DC-9[9].