Kvasir
dio vichingo della poesia, della pace, della sapienza e dell'idromele. / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
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Kvasir (reperibile anche sotto la forma di Kwasir e Qvasir) è un personaggio della mitologia norrena.
Dopo la guerra tra Asi e Vani, quando le due parti si riunirono per sancire tra loro la pace, sputarono in una coppa in segno di riconciliazione. Più tardi, gli Asi, non volendo far perire quel simbolo di pace, crearono un uomo da quella saliva. Questi fu Kvasir e fu l'essere più saggio mai esistito. Non vi era domanda alla quale non sapesse rispondere.
Più tardi, Kvasir partì per un viaggio per dividere con le genti la propria saggezza; fermatosi per la notte a casa di due fratelli nani, Fjalarr e Galarr, venne assassinato da questi, i quali ne raccolsero il sangue in alcune coppe e lo addolcirono con il miele. Questo composto fermentò e diede origine a un magico idromele che rendeva poeti chiunque lo bevesse.
I due fratelli, Fjalarr e Galarr, in seguito assassinarono il gigante Gillingr e sua moglie, anch'essi fermatisi per la notte a casa loro; ma non passò molto tempo che il gigante Suttungr, figlio di costoro, venne per vendicarsi della morte dei genitori. Prese i nani dalla loro casa e li portò in mezzo al mare, su una scogliera che sarebbe stata sommersa non appena fosse giunta l'alta marea, dove questi, per aver salva la vita, diedero al gigante il loro prezioso idromele.
Geloso dell'idromele, Suttungr lo depose in una caverna chiamata Hnitbjorg e ci mise a guardia sua figlia, Gunnlöð.
Avuto notizia di questi avvenimenti dai suoi due corvi, Huginn e Muninn, Odino decise di intraprendere un viaggio per recuperare l'idromele. Cambiatosi di sembianze, si avvicinò ad un campo del fratello di Suttungr, Baugi, dove stavano lavorando nove suoi servitori: a costoro propose di affilare i falcetti, e questi acconsentirono. Odino affilò con tale maestria le roncole, che i contadini gli proposero di comprargli quella cote. Egli accettò, e lanciò in aria la pietra: i servitori, desiderosi di averla per sé, si sbracciarono per prenderla e con i falcetti si uccisero a vicenda.
Arrivato sul campo, Baugi si disperò per la sua disgrazia. Odino si propose di lavorare per tutta l'estate per lui, usando il nome fittizio di Bölverkr, facendo il lavoro di nove uomini, e in cambio chiese solo tre sorsi dell'idromele del fratello; non intuendo il raggiro di Odino, Baugi accettò, e alla fine del periodo di lavoro andò a chiedere tre sorsi del sangue di Kvasir, a suo fratello, che rifiutò prontamente. Allora Odino propose a Baugi di rubare l'idromele ed egli accettò: mentre costui scavava un buco con una trivella, Odino si trasformò in serpente e si infilò nel buco; Baugi si sentì tradito e cercò di infilzare Odino con la trivella, ma con scarsi risultati. Il dio in seguito giacque per tre notti con la figlia di Suttungr, Gunnlöð, e ottenne da lei il permesso di bere tre sorsi: con questi vuotò l'enorme calice da tutto l'idromele e volò via, trasformandosi in aquila. Il gigante Suttungr però, avvedutosi dell'inganno, si trasformò a sua volta in aquila e inseguì il dio fino alle mura di Ásgarðr, dove giurò vendetta agli dèi, e tornò alla sua dimora.
Odino vomitò l'idromele all'interno di una coppa: ma nella fretta di scappare dal gigante Suttungr fece cadere alcune gocce fuori dalla coppa; quegli scarti di idromele, sono la fonte di ispirazione dei poeti di scarso livello, non ispirati dagli dèi. La coppa che ospitò il sangue di Kvasir venne dal quel momento in poi offerta ai guerrieri che entrano nel Valhalla, e ai poeti.