Libero consorzio comunale di Siracusa
ente locale della regione italiana autonoma della Sicilia istituito nel 2015 / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
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Il libero consorzio comunale di Siracusa[3] è un libero consorzio comunale di 383 321 abitanti[2] della Sicilia, con capoluogo Siracusa. È subentrato nel 2015 alla soppressa provincia regionale di Siracusa.
Libero consorzio comunale di Siracusa Libero consorzio comunale | |
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L'ex chiesa di Santa Maria della Concezione, sede del libero consorzio comunale di Siracusa. | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Sicilia |
Amministrazione | |
Capoluogo | Siracusa |
Presidente | Domenico Percolla[1] (commissario straordinario) dal 3-1-2020 |
Data di istituzione | 4 agosto 2015 |
Territorio | |
Coordinate del capoluogo | 37°05′N 15°17′E |
Superficie | 2 124,13 km² |
Abitanti | 383 321[2] (31-10-2023) |
Densità | 180,46 ab./km² |
Comuni | 21 comuni |
Province confinanti | Catania, Ragusa |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 96100, 96010-96019 |
Prefisso | 0931, 095 |
Fuso orario | UTC+1 |
ISO 3166-2 | IT-SR |
Codice ISTAT | 089 |
Targa | SR |
Cartografia | |
Posizione del libero consorzio di Siracusa all'interno della Sicilia. | |
Sito istituzionale | |
Occupa una superficie di 2 109 km² con una densità di popolazione di 180,46 abitanti per chilometro quadrato e confina a nord e nord-ovest con la città metropolitana di Catania, a ovest col libero consorzio comunale di Ragusa, mentre a est e a sud è bagnata rispettivamente dai mari Ionio e Mediterraneo.
Punto di riferimento commerciale grazie al porto di Augusta, con i tre siti di Siracusa e la Necropoli Rupestre di Pantalica, Noto, Palazzolo Acreide (gli ultimi due insieme col Val di Noto) insigniti dall'UNESCO del titolo di Patrimonio dell'umanità il Libero consorzio comunale di Siracusa rappresenta un rilevante polo d'attrazione turistico, storico, artistico e archeologico. Nei suoi confini sorge il lago di Lentini, il bacino artificiale più grande d'Europa. Il capoluogo, Siracusa, è infine un importante snodo stradale e ferroviario della Sicilia.
Territorio
Il Siracusano è la parte ionica della regione fisico-geografica degli Iblei, composta da un vasto sistema di tavolati, è ricompresa in un articolato territorio che accoglie gli espandimenti lavici di Francofonte e una porzione della Piana di Catania a nord; i ripiani calcarei e tufacei, verso il Modicano e gli asfalti tipici del Ragusano a ovest; mentre a est si affaccia per tutta la sua lunghezza col mar Ionio terminando con la sua estremità sud nel mar Mediterraneo. Proprio la vastità di caratteristiche geomorfologiche ha portato alla suddivisione dell'area in quattro sub regioni fisiche, che per le loro peculiarità danno luogo a paesaggi anche molto diversi tra loro.
- La zona nord (Lentini, Carlentini e Francofonte) appartiene alla Valle del Simeto, altrimenti detta Piana di Catania, caratterizzata dall'affiorare dei territori lavici ideali per le colture agrumicole.[4]
- L'altopiano ibleo si distingue per l'aspetto prevalentemente agricolo del territorio, segnato dai solchi delle cave e dalla presenza di vasti campi chiusi da caratteristici muretti a secco.
- La sub-regione dell'Anapo, comprende la parte centrale del territorio siracusano, dove è più intenso l'insediamento umano. Essa presenta una linea di costa ricca di insenature e di ripari naturali (il Golfo di Augusta, Punta d'Izzo, il Porto Grande di Siracusa, Ortigia) e un articolato sistema di aree pianeggianti e collinari che fungono da collegamento con l'area iblea.[5]
- Il cono sud, fortemente condizionato dall'azione delle acque: da una parte, la presenza del mare, che con le sue infiltrazioni salmastre penetra nella falda acquifera costiera creando il fenomeno dei pantani; dall'altra, i torrenti che modellano il tavolato carsico su cui scorrono.
Dal punto di vista geologico il territorio siracusano è legato alla formazione dei Monti Iblei, i quali costituiscono un complesso montuoso formato da un massiccio calcareo-marnoso bianco conchiglifero del Miocene (Plateau degli Iblei).
L'area Iblea, in base agli studi geologici, è insieme a quella maltese e pugliese, parte delle propaggini settentrionali della placca africana, che nell'area mediterranea e quindi in Sicilia, ha il suo punto di scontro con la placca europea. Inoltre si deve considerare la scoperta fatta dagli geofisici che hanno stabilito la presenza della micro-placca siculo-iblea; una placca appartenente alla placca africana ma con caratteristiche particolari, per questo singolare. Essa sarebbe la responsabile dei terremoti verificatisi nella parte orientale della Sicilia.
Infine bisogna menzionare il "Graben di Floridia (detto anche Graben dell'Anapo per via del fiume che lo attraversa), esso si trova nell'area che comprende i monti Climiti (appartenenti ai monti Iblei) e il promontorio di Belvedere. Questo Graben, ovvero questa fossa tettonica (o valle), è molto importante per la geografia dell'area, poiché esso ha da sempre condizionato l'evoluzione paleogeografia dell'area in questione e di quella circostante. Il Graben di Floridia infatti dal periodo del pleistocene inferiore sino al superiore, fu sede di un grande golfo, dove il mare ha più volte trasgredito e regredito. Il territorio mostra anche un aspetto carsico interessante; esso infatti dispone di stalattiti e stalagmiti, situati all'interno delle grotte siracusane.
Preistoria
La zona corrispondente all'odierno libero consorzio aretuseo fu abitata fin dai tempi più arcaici. Ai Sicani, popolazione ancestrale pre-indoeuropea a cui si innestarono gruppi umani di origine sarda, ligure ed iberica, si deve l'espressione della Cultura di Castelluccio e della Cultura di Thapsos; ne costituiscono esempi Thapsos, Cava del Rivettazzo, Necropoli di Cassibile e soprattutto Pantalica, queste testimonianze, risalenti ad un periodo compreso tra la metà del terzo millennio avanti Cristo e la metà del successivo, sono molto importanti per la storia della Sicilia. Verso il 1200 a.C., la popolazione di origine e lingua indoeuropea dei Siculi approdò in Sicilia dal continente, contribuendo allo spostamento delle popolazioni Sicane verso la parte centro-occidentale dell'isola, tuttavia si verificò una commistione tra sicani e siculi che portò alla formazione delle popolazioni indigene del immediato periodo pre-ellenico; ne è prova la forte affinità religiosa e di culto tra Siculi e Sicani. La maggior parte degli insediamenti era situata su modeste pianure alluvionali, con la possibilità di aggirare i Monti Iblei dal mare.
Età antica
Si deve a queste antiche popolazioni pre-elleniche, Sicani e Siculi, la fondazione di Siracusa che, rifondata da coloni Corinzi nel 733 a.C., divenne una potente città-stato con rapida espansione militare e commerciale verso l'entroterra ibleo. La città raggiunse il suo massimo splendore politico, economico e culturale, tra il V e il III secolo a.C.. Fu con Gerone I che Siracusa cominciò a diventare la principale tra tutte le città-stato della Sicilia. Qualche decennio dopo, Dionisio I sottomise quasi l'intera Sicilia, creando progressivamente quel Regno Siceliota, Siracusa capitale, che sconfisse gli Ateniesi, respinse gli Etruschi nell'alto Tirreno e vide poi tra i suoi successori Agatocle e Gerone II, durando fino alla conquista romana del 212 a.C.. Con i Romani, Siracusa divenne per secoli la capitale della Provincia di Sicilia, mantenendo tale status fino ai tempi dell'Impero Bizantino. Bisogna tenere presente che durante il periodo romano, la Sicilia si caratterizzava per la presenza di un'organizzazione territoriale basata sulla "rete di città" presenti tra la costa ionica e le valli della pianura alluvionale iblea, consolidando il predominio dei centri costieri.[6]
Medioevo
Nel Medioevo, la situazione cominciò a mutare a causa di due importanti fattori. Da una parte, le ripetute distruzioni di Siracusa - che fin dall'assedio di Marcello avevano lasciato un mare insicuro tra Catania e Agrigento - le guerre e la paura delle invasioni barbariche causarono lo spostamento dei centri abitati verso l'interno, in posizione difensiva, col conseguente fenomeno dell'incastellamento[7]. Con la nascita e l'affermazione dell'Emirato di Sicilia si ebbe il bisogno di razionalizzazione dell'assetto territoriale, attraverso la formazione di unità amministrative paragonabili a forme embrionali di provincia, i cosiddetti Valli (dapprima quattro: Val di Noto, Val Demone, Vallo di Mazara e Val d'Agrigento, e poi tre, con la soppressione di quest'ultimo) che dureranno fino al 1812. Nel 1130, l'avvento del Regno di Sicilia vide spostarsi definitivamente del centro propulsore dell'Isola verso Palermo che era stata già capitale dell'Emirato istituito dagli Arabi.
Età Moderna e contemporanea
Nel 1600 l'allora borgo di Floridia aveva dato l'esempio ai nobili e al popolo aretuseo, mostrando loro che era possibile far rinascere la campagna siracusana (che, va specificato, prima del '500 si stava già avviando a nuova vitalità, ma poi il susseguirsi di guerre e calamità fecero bloccare i siracusani, facendoli temere l'esterno, sentendosi essi più protetti tra le loro alte mura). I Bonanno fecero sorgere anche il borgo di Belvedere nel 1653 (che andò ad occupare l'antica città-quartiere fondata da Dionigi I, ovvero l'Epipoli), e dopo Rosolini, con la medesima licentia populandi, sorgerà (nel 1682) Bagni Canicattini (altra antica località ibleo-siracusana che, come suggerisce il toponimo stesso, era sede di terme romane e acquedotti), a opera del marchese Mario Daniele Partexano (che unì la sua Bagni a un altro borgo, Canicattini, di origine araba).[8]
Tutte queste nuove fondazioni siracusane attiravano molta gente, anche forestieri, che accettavano di buon grado di venire a popolare l'area di Siracusa. Presto, però, il capoluogo si sarebbe ritrovato a dover guerreggiare per mantenere i suoi borghi, poiché le si rivolterà contro la classe dirigente di queste terre, la quale pretenderà l'indipendenza dal capoluogo; Siracusa la concederà, a malincuore, quasi sempre, anche se si lamenterà particolarmente quando a chiederla saranno i borghi di Solarino (che nascerà nel '700), Belvedere e Floridia, poiché la gente che lì all'epoca vi abitava sentiva di appartenere al comune aretuseo (avendo avuto origine qui moltissime delle loro famiglie); in alcuni casi la città riuscirà a mantenerli legati a sé (come farà con Belvedere), in altri invece, dovrà lasciarli andare (come accadrà con Floridia e Solarino).[9]
Di grande rilevanza nella storia geopolitica della zona fu il terremoto dell'11 gennaio 1693 con epicentro, secondo alcuni Carlentini,[10] secondo altri, il Golfo di Augusta,[11] che sconvolse l'intero territorio, ridisegnandone la fisionomia. La ricostruzione conseguente al sisma, infatti, pur non essendo frutto di una pianificazione centralizzata, vide effettivamente, quali protagonisti Giuseppe Lanza, duca di Camastra, vicario generale di Carlo V, incaricato dal Re a coordinare le operazioni di ricostruzione, ed il Vescovo di Siracusa, che doveva vigilare sulla corretta applicazione delle norme del Concilio di Trento in materia di "culto divino"[12]. A ciò si aggiunse il fatto che gran parte dei centri del Vallo furono ricostruiti in siti diversi da quelli che occupavano prima del sisma (Noto, Avola e Sortino tra gli altri); mentre in quelli ricostruiti in situ furono adottati nuovi modelli urbanistici applicabili a piazze e strade, vale a dire una sorta di piano regolatore ante litteram.
A tale cambiamento urbanistico, però, non ne seguì alcuno amministrativo. Affinché ciò avvenga, bisognerà attendere la Costituzione siciliana del 1812 che sostituì i tre valli con i 23 distretti, che, con la soppressione del Regno di Sicilia e la nascita del Regno delle due Sicilie, vennero raggruppati, con decreto dell'11 ottobre 1817 in sette valli minori, sedi di "Intendenze", sulla falsariga dei departments francesi sorti durante la rivoluzione. Tra le sedi d'Intendenza vi era pure Siracusa, che comprendeva il distretto omonimo, nonché i distretti di Noto e Modica.
Istituzione della Provincia
Il 9 dicembre 1820, con l'emanazione della Costituzione da parte di Ferdinando I delle Due Sicilie, i sette valli vennero rinominate province. Nacque così la Provincia di Siracusa[13]. Nel 1837, però, a causa dei tumulti verificatisi in città[14], tra il 18 luglio ed il 6 agosto per l'epidemia di colera e per il malcontento dei rivoluzionari contro i Borbone, il Governo borbonico, con decreto dell'11 ottobre 1837, declassò Siracusa a capoluogo di distretto, mentre, il capoluogo della provincia venne spostato a Noto.[15] Tale provvedimento punitivo nei confronti della città aretusea durerà fino alla nascita del Regno d'Italia.
Questa modifica creò la Provincia di Noto. S'instaurò una sorta di sfida tra le due cittadine. La città netina divenne inoltre sede arcivescovile, per decreto di Papa Gregorio XVI nel 1844; quindi la Diocesi di Noto prese parte dei territori della Diocesi di Siracusa[16].
Nel 1865, a seguito dell'Unità d'Italia, Siracusa ritornò ad essere il capoluogo della provincia[17]:
«Il Capo-luogo della Provincia di Noto è restituito alla Città di Siracusa, della quale assumerà il nome la Provincia stessa.»
(G. Lanza, S. Jacini, Legge Lanza, art. 4, a nome del re Vittorio Emanuele II di Savoia, dat. a Torino, 20 marzo 1865.)
La provincia seguì in seguito le sorti dell'Italia. Dopo il primo conflitto mondiale s'instaurò il fascismo, il quale non riuscì a portare nuovo sviluppo nel territorio. Nel frattempo continuava la grande emigrazione che portò molti abitanti della provincia siracusana a trasferirsi in territori nuovi come l'Australia, le Americhe, il Nord Europa.
Il 2 gennaio 1927, avvenne per opera politica del senatore Filippo Pennavaria il distacco di 12 comuni, appartenuti un tempo alla Contea di Modica, i quali andarono a formare la nuova Provincia di Ragusa; ci furono diverse polemiche da parte dei siracusani per il distaccamento di Ispica, divenuto comune ragusano.
Nel corso della seconda guerra mondiale la provincia fu il teatro di scontri tra le truppe alleate e quelle nazi-fasciste. Nell'ambito dell'Sbarco in Sicilia, nella notte tra il 9 ed il 10 luglio 1943 gli alleati, guidati dal generale Bernard Law Montgomery sbarcarono nel tratto di costa compresa tra Capo Ognina e Punta Castellazzo (5ª, 50ª e 51ª Divisione britannica e 18ª Divisione canadese) e tra Ognina e Calabernardo (13º Corpo d'armata britannica). Con la successiva Operazione Ladbroke che riguardava la conquista del capoluogo, si giunse alla progressiva liberazione della Sicilia. Il 3 settembre 1943 viene firmato segretamente l'armistizio di Cassibile, in località Santa Teresa Longarini, nei pressi della frazione di Siracusa[18].
Nel dopoguerra, mentre si era già avviata la ricostruzione degli edifici distrutti dai bombardamenti, la provincia di Siracusa fu interessata da un progetto di investimento industriale che fece sorgere il Polo petrolchimico siracusano, edificato nella zona costiera di Priolo, Melilli, Augusta, che ebbe un grande impatto sull'economia locale, poiché favorì un grande afflusso di manodopera, ma ebbe anche effetti negativi, dovuti soprattutto al forte inquinamento industriale[19], sollevando un'importante questione ambientale rimasta irrisolta.
Lo statuto speciale del 1946 soppresse le vecchie provincie. L'ente fu ricostituito con la legge regionale n.16 del 1963. Dopo le modifiche territoriali dei primi anni del Novecento si registreranno variazioni amministrative riguardanti i Comuni. Nel 1975, Portopalo di Capo Passero, frazione di Pachino, ottenne l'autonomia comunale e, nel 1979 venne istituito il Comune di Priolo Gargallo, il cui territorio venne formato dalla già frazione di Siracusa, dalla contrada San Focà e da parte del territorio di Marina di Melilli, queste ultime, appartenenti, fino ad allora, al Comune di Melilli. Nel 1986, poi, a seguito della Legge regionale n. 9 che attuava quanto stabilito dallo Statuto della Regione Siciliana del 1946, tutte le circoscrizioni provinciali dell'isola vennero soppresse e sostituite da liberi consorzi comunali, denominati "Province Regionali". Tale mutamento amministrativo, però, non portò alcuna variazione nel territorio provinciale di Siracusa, rimanendo inalterato. Tuttavia, tale assetto territoriale potrebbe nuovamente mutare, a seguito dell'opera dei comitati cittadini sorti nelle frazioni di Belvedere e Cassibile che rivendicano l'autonomia dal capoluogo attraverso l'indizione di un referendum, sospeso dal TAR di Catania nel 2012, su ricorso del Comune di Siracusa.[20]
Il 13 dicembre 1990 la provincia fu colpita da un violento sisma denominato poi "Terremoto di Santa Lucia", così chiamato perché avvenne nel giorno dedicato a Santa Lucia.
Il terremoto procurò 17 morti e ben 15.000 famiglie senza tetto.[21] Il patrimonio edilizio fu vistosamente danneggiato e molti cittadini di Augusta, Melilli, Sortino, Carlentini, Lentini e Francofonte trovarono rifugio presso dei container per diversi anni. Il fatto che la provincia non ottenne lo stato di calamità naturale e il fatto che venne dichiarata una graduazione del sisma inferiore rispetto a quella che fu in realtà, fece passare alla storia questo terremoto col nome di "terremoto dei silenzi", proprio a causa della sua sottovalutazione.[22][23]
Negli anni 2000 la provincia ha ottenuto due importanti riconoscimenti dall'UNESCO, sono stati infatti inserite nella lista dei Patrimoni mondiali dell'umanità, nel 2002, le Città tardo barocche del Val di Noto e ne fanno parte per la provincia siracusana i comuni di Noto e Palazzolo Acreide; mentre nel 2004 sono state dichiarate, come unico sito, la Città di Siracusa e la Necropoli Rupestre di Pantalica.[24]
Istituzione del Libero consorzio comunale
Il 28 marzo 2014 è stata prevista la soppressione delle 9 province regionali, sostituite da nove "Liberi Consorzi comunali" e tre aree metropolitane in seguito all'entrata in vigore della legge approvata dall'Assemblea Regionale Siciliana il 12 marzo 2014[25]. Un'ulteriore legge regionale disciplinerà compiti e funzioni di questi nuovi enti, mentre ogni provincia è, nel frattempo, retta da un commissario straordinario nominato dalla giunta regionale.[26]
In ottemperanza alla legge regionale del 24 marzo 2014, n. 8, recante il titolo “Istituzione dei liberi Consorzi comunali e delle Città metropolitane”[27] e disciplinata poi con la successiva legge regionale n. 15 del 4 agosto 2015, "Disposizioni in materia di liberi Consorzi comunali e Città metropolitane"[28], la provincia regionale di Siracusa è stata soppressa e sostituita dal Libero consorzio comunale di Siracusa[29].
Stemma
Il libero consorzio comunale di Siracusa ha mantenuto inalterato lo stemma della precedente provincia. Di seguito la sua descrizione araldica:
«Di verde tagliato in trasversale da un filetto d'argento, accostato a destra dal diritto della moneta d'argento Demarateion raffigurante la leggenda Συρακοσιον; a sinistra il verso della stessa moneta, sopra la vittoria volante nell'atto di incoronare i cavalli, sotto un leone corrente»
Il territorio siracusano ha molti monumenti divisi per periodo, età e rilevanza storica. Di seguito una lista completa dei monumenti e luoghi d'interesse di ciascun comune:
- Monumenti di Augusta, su lasiciliainrete.it. URL consultato il 14 agosto 2016 (archiviato dall'url originale il 20 agosto 2016).
- Monumenti di Avola, su lasiciliainrete.it. URL consultato il 14 agosto 2016 (archiviato dall'url originale il 13 marzo 2016).
- Monumenti di Buccheri, su lasiciliainrete.it. URL consultato il 14 agosto 2016 (archiviato dall'url originale il 1º giugno 2016).
- Monumenti di Buscemi, su lasiciliainrete.it. URL consultato il 14 agosto 2016 (archiviato dall'url originale il 13 marzo 2016).
- Monumenti di Canicattini Bagni, su lasiciliainrete.it. URL consultato il 14 agosto 2016 (archiviato dall'url originale il 5 marzo 2016).
- Monumenti di Carlentini, su lasiciliainrete.it. URL consultato il 14 agosto 2016 (archiviato dall'url originale il 5 marzo 2016).
- Monumenti di Cassaro, su lasiciliainrete.it. URL consultato il 14 agosto 2016 (archiviato dall'url originale il 2 aprile 2016).
- Monumenti di Ferla, su lasiciliainrete.it. URL consultato il 14 agosto 2016 (archiviato dall'url originale il 5 marzo 2016).
- Monumenti di Floridia, su lasiciliainrete.it. URL consultato il 14 agosto 2016 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
- Monumenti di Francofonte, su lasiciliainrete.it. URL consultato il 14 agosto 2016 (archiviato dall'url originale il 5 marzo 2016).
- Monumenti di Lentini, su lasiciliainrete.it. URL consultato il 14 agosto 2016 (archiviato dall'url originale il 20 agosto 2016).
- Monumenti di Melilli, su lasiciliainrete.it. URL consultato il 14 agosto 2016 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
- Monumenti di Noto, su lasiciliainrete.it. URL consultato il 14 agosto 2016 (archiviato dall'url originale l'11 marzo 2016).
- Monumenti di Pachino, su lasiciliainrete.it. URL consultato il 14 agosto 2016 (archiviato dall'url originale il 20 agosto 2016).
- Monumenti di Palazzolo, su lasiciliainrete.it. URL consultato il 14 agosto 2016 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
- Monumenti di Portopalo di Capo Passero, su lasiciliainrete.it. URL consultato il 14 agosto 2016 (archiviato dall'url originale il 13 marzo 2016).
- Monumenti di Priolo Gargallo, su lasiciliainrete.it. URL consultato il 14 agosto 2016 (archiviato dall'url originale il 5 marzo 2016).
- Monumenti di Rosolini, su lasiciliainrete.it. URL consultato il 14 agosto 2016 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
- Monumenti di Siracusa, su lasiciliainrete.it. URL consultato il 14 agosto 2016 (archiviato dall'url originale il 5 marzo 2016).
- Monumenti di Solarino, su lasiciliainrete.it. URL consultato il 14 agosto 2016 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
- Monumenti di Sortino, su lasiciliainrete.it. URL consultato il 14 agosto 2016 (archiviato dall'url originale il 12 marzo 2016).
Le chiese
Tra le maggiori chiese del territorio aretuseo si annoverano:
- Il Duomo di Siracusa, ex Tempio di Atena in epoca greca, divenuto nel VII secolo chiesa cattolica, quindi Cattedrale della città. Di espressione largamente barocca, il suo architetto fu il siciliano Andrea Palma.
- Il Santuario della Madonna delle Lacrime, sito in Siracusa, simboleggia il ricordo della miracolosa lacrimazione di un'effigie in gesso raffigurante il Cuore Immacolato di Maria, posta al capezzale dei coniugi Iannuso presso la loro umile abitazione in via degli Orti a Siracusa, nel 1953. Costruito da due architetti francesi, Michel Andrault e Pierre Parat, la sua struttura moderna in ferro è considerata come espressione di architettura religiosa contemporanea.
- Chiesa di San Giovanni alle catacombe, sita in Siracusa, rappresenta l'antica cattedrale cittadina, con la cripta di San Marciano, luogo in cui nel 61 d.C. predicò l'apostolo Paolo di Tarso, sotto la chiesa si trovano le monumentali catacombe siracusane.
- Chiesa di Santa Lucia al Sepolcro, sita in Siracusa, struttura in stile gotico, rinascimentale e barocco.
- Chiesa di San Tommaso al Pantheon, Siracusa, costruita dall'architetto Gaetano Rapisardi, in epoca fascista, ha uno stile moderno; comunemente chiamata dai siracusani "il Pantheon", è considerata come il principale "Monumento ai Caduti della I guerra mondiale", perché al suo interno riposano le spoglie dei soldati siracusani periti al fronte durante il primo conflitto mondiale.
- Basilica Cattedrale di San Nicolò, rappresentante lo stile del Barocco siciliano, è la chiesa più importante della città di Noto. Restaurata negli anni da più architetti tra i quali Vincenzo Sinatra e Rosario Gagliardi, al suo interno vi sono numerosi affreschi apportati da più pittori: Oleg Supereko, Armando Baldinelli.
- Chiesa del Santissimo Crocifisso, è la seconda struttura religiosa più grande di Noto, essa fu progettata da Rosario Gagliardi nei primi decenni del Settecento.
- Chiesa di San Carlo al Corso, dedicata a Carlo Borromeo, è la chiesa del convento dei gesuiti di Noto.
- Chiesa di San Domenico, sita in Noto, è fra le più importanti e meglio conservate testimonianze del barocco netino.
- Chiesa di Santa Chiara, rappresenta, specialmente all'interno, lo stile barocco, edificata nel 1700 sul modello delle chiese ellittiche romane edificate tra Cinquecento e Seicento.
- Basilica di San Paolo Apostolo e basilica di San Sebastiano Martire a Palazzolo Acreide, sono entrambe state dichiarate patrimonio dell'umanità Unesco, per il loro notevole stile barocco.
- Chiesa di San Domenico, sita in Augusta, La facciata in stile neoclassico, presenta ai lati pilastri adornati di lesene a cui si accostano due semicolonne sormontate da capitelli in ordine corinzio.
- Chiesa di Santa Maria Assunta (Augusta, Italia), è la chiesa principale di Augusta, Il prospetto è articolato su di un duplice ordine, raccordato da ampie volute laterali.
- Chiesa di San Paolo, è la chiesa madre di Solarino, a facciata è caratterizzata, da due piani rialzati di due ordini diversi: ionico, quello superiore, e dorico.
- Chiesa della Madonna del Carmine, sita in Floridia, costruita nel XVIII secolo, in stile barocco ad un'unica navata e ampliata nel XIX secolo.
- Chiesa Madre (San Bartolomeo Apostolo), sita in Floridia, costruito nel XVIII secolo, anch'essa in stile barocco.
- Chiesa Madre San Giovanni Apostolo ed Evangelista, sita in Sortino, ricostruita nel 1734, dopo un primo ripristino avvenuto dopo il terremoto del 1693, la sua architettura è in stile barocco.
- Chiesa di San Sebastiano Martire, Melilli, ricostruita dopo il terremoto del 1693 che la distrusse, venne edificata con un'elegante facciata da maestranze siracusane: Luciano Alì, Carmelo Mudanò, Nicolò Sapia.
- Chiesa di San Sebastiano, è la chiesa più grande di Ferla; fu costruita nel 1481 ma venne completamente ricostruita dopo il terremoto del 1693. L'interno è a tre navate, la facciata esterna è impreziosita dall'apparato plastico del maestro Michelangelo Di Giacomo, raffigurante il Santo affiancato da due soldati e due mori che reggono le volute dell'architrave.
- Chiesa di Santa Maria Maddalena, è un'antica pregiata chiesa barocca di Buccheri, di fondazione incerta era esistente già nel Quattrocento. L'edificio attuale risale al XVIII sec. (1702-1794). La chiesa contiene numerose opere d'arte tra cui una statua di marmo di Maria Maddalena del 1508 opera di Antonello Gagini.
- La Chiesa Madre di Buscemi, ha pianta basilicale a croce latina, costruita sui resti di una precedente chiesa distrutta dal terremoto del 1693. La facciata a tre ordini si innalza sopra una scalinata di pietra lavica. Le decorazioni barocche, le statue di fattura artigianale poste nel secondo ordine e il materiale utilizzato per la costruzione dona a questo monumento delle caratteristiche di eccezionalità. Nell'altare di sinistra si venera il corpo imbalsamato di Santo Pio, proveniente dalle catacombe di S. Callisto a Roma, donato da Papa Benedetto XIV ai buscemesi per proteggerli dai terribili eventi sismici.
- Chiesa Santissima Trinità e San Marziano a Lentini, monumento nazionale, fu costruita sulle rovine del cinquecentesco palazzo La Palumba. Conserva all'interno il pavimento in ceramica di Caltagirone del XVIII sec., gli affreschi della volta di Sebastiano Lo Monaco, un polittico della scuola di Antonello da Messina ed il tabernacolo dell'altare maggiore in lapislazzuli.
- Chiesa Madre di Avola, costruita dal 1693 su disegno dell'architetto frate Angelo Italia ed seguito da Michelangelo Alessi da Siracusa. La chiesa ha tre entrate e ad esse corrispondono le tre navate, di cui la centrale più grande e le due laterali più piccole. Queste sono formate a loro volta da 4 arcate laterali con altrettanti altari. All'interno vi sono notevoli opere d'arte religiose.
- La Chiesa Madre di Francofonte, è l'edificio sacro più importante della città. Essa è posta nel punto più alto del centro storico francofontese. È consacrata a "Sant'Antonio Abate" ma in città è considerata come la "Chiesa della Madonna della Neve" Patrona di Francofonte.
- Chiesa di S. Antonio Abate, sita in Cassaro, in stile barocco, epoca seicentesca e settecentesca. L'interno a unica navata contiene una tela opera di Giuseppe Crestadoro raffigurante Sant'Antonio Abate. La facciata fu progettata nel 1758 dal Maestro Domenico Blamato di Floridia.
Palazzi e Ville
Il Siracusano è noto per i suoi palazzi che rappresentano molto lo stile del Barocco siciliano. In particolar modo sono famosi gli edifici barocchi, neoclassici, rococò e liberty di Noto, Palazzolo Acreide e Siracusa, le tre città inserite tra i patrimoni Unesco proprio per le loro particolarità e quantità architettoniche. Tra questi si annoverano:
- Palazzo Ducezio (Noto): sede del Municipio netino, porta questo nome in onore di Ducezio, re dei siculi. Progettato da Vincenzo Sinatra nel 1746 e completato nel 1830.
- Palazzo Astuto (Noto): in stile barocco, la facciata è caratterizzata da un ampio portale arcuato sulla cui sommità vi è un pregevole altorilievo con eleganti pilastri bugnati.
- Palazzo Nicolaci di Villadorata (Noto): sorto come residenza nobiliare urbana della famiglia Nicolaci, edificato in stile barocco conta circa 90 stanze. Fu iniziato verso il 1720 su progetto attribuito a Rosario Gagliardi (alcune fonti indicano come progettista Paolo Labisi), con la partecipazione di Vincenzo Sinatra (allievo del Gagliardi), venne terminato nel 1765. Il Palazzo è caratterizzato da una sequenza di balconi barocchi con diverse figure.
- Palazzo Vescovile (Noto): situato a destra della cattedrale, è stato costruito nel XVIII secolo d.C., in stile neoclassico.
- Palazzo Ferla - Pricone (Palazzolo Acreide): è considerato il più antico palazzo nobiliare di Palazzolo Acreide. La facciata è di aspetto semplice ma con un imponente portale arcuato caratterizzato da un arco completamente rifinito da blocchi di pietra iblea, nella sua estremità vi è un bassorilievo raffigurante lo stemma della Famiglia Ferla. Accanto ad esso vi sono i balconcini laterali con decorazioni pregevoli.
- Palazzo Calendoli (Palazzolo Acreide): di epoca settecentesca, in stile barocco.
- Palazzo Iudica (Palazzolo Acreide): risalente al XVIII secolo d.C., ricco di particolari architettonici del tardo barocco con decorazioni neoclassiche. Il suo portale è definito "maestoso" con un arco a tutto sesto e ai lati tre lesene riccamente decorate da capitelli corinzi. Sopra il portale vi sono quattro balconi muniti di mensole riccamente ornate.
- Palazzo Pricone (Palazzolo Acreide: considerato un gioiello del barocco palazzolese, presenta linee strutturali e semplici col portale ad arco di bugnato liscio e sporgente con lo stemma di una famiglia gentilizia. Vi sono quattro balconi sostenuti da mensole scolpite raffiguranti mascheroni e sembianze di animali. Caratteristiche sono le inferriate ricurve.
- Palazzo del Vermexio (Siracusa): è la sede del Municipio di Siracusa. Si trova a Piazza Duomo e la sua costruzione fu commissionata dal governo della città nel 1629 e venne affidata all'architetto siracusano di origini spagnole, Giovanni Vermexio, il quale diede al palazzo un tocco di stile tipico della Spagna, mescolato allo stile tipico siracusano.
- Palazzo Spagna (Siracusa): costruito nel 1760 in stile barocco.
- Palazzo Beneventano del Bosco (Siracusa): situato di fronte al Duomo, è di epoca quattrocentesca, venne restaurato alla fine del Settecento, per mano dell'architetto siracusano Luciano Ali. In stile rococò.
- Palazzo Borgia del Casale (Siracusa): è uno dei più belli edifici in stile rococò d'Ortigia, edificato nel 1760 da Giuseppe Maria Borgia dei baroni del Casale. Appartenuto a Lucia Migliaccio, duchessa di Floridia, sposa morganatica del re Ferdinando I di Borbone.
- Palazzo Montalto (Siracusa): nel XV secolo fu donato dalla regina d'Aragona, a "Filippo Montalto"; è di stile gotico chiaramontano. Sul prospetto si aprono una trifora, una bifora e una semplice monofora.
E tra le ville storiche, notevole fra tutte, è la Villa del Tellaro, di epoca tarda imperiale romana, che si trova nei pressi di Noto, la quale custodisce dei preziosi mosaici di età classica.
Tra le altre ville pregiate della zona si annoverano la Villa Landolina e la Villa Politi a Siracusa.
Teatri
Le principali strutture architettoniche teatrali del territorio siracusano sono:
- Il Teatro greco di Siracusa; di epoca greca, è tra i teatri classici in pietra più grandi dell'antichità; nel ventunesimo secolo ospita al suo interno spettacoli e concerti teatrali.
- L'Anfiteatro romano di Siracusa; di epoca romana, viene annoverato tra gli anfiteatri italiani maggiori per le sue notevoli dimensioni. Non più in uso teatrale, poiché terremoti e conquiste esterne ne hanno distrutto gran parte della struttura, resta comunque uno dei monumenti architettonici siracusani di maggior valore.
- Il Teatro greco di Akrai; posto nel sito archeologico di Akrai (Palazzolo Acreide), di epoca greca, il teatro non è scavato nella roccia, come quello siracusano, ma è adagiato su un pendio naturale preparato con pietrame a secco su, sovrapposti, vi poggiano i blocchi delle gradinate; nel ventunesimo secolo il teatro ospita spettacoli teatrali.[30]
- Il Teatro Comunale di Siracusa;[31] il teatro nacque per sostituire quello mobile, in legno, che fino al XIX secolo fu ospitato nelle sontuose sale del palazzo del Municipio. Contenente 700 persone, la sua prima stagione teatrale fu nel 1897, rimase attivo fino al 1956, quando a causa di contrasti interni il teatro è stato dapprima chiuso e poi non più restaurato per oltre 50 anni; è stato oggetto di restauro.
- Il Teatro Vasquez[32] esso ha da sempre accompagnato la sua esistenza al cinema, nasce infatti nel 1957 col nome di Cine Teatro Vasquez. Fondato dai fratelli Vasquez, originari di Canicattini Bagni, il teatro fu protagonista indiscusso degli spettacoli teatrali siracusani. Nel 1986, in base ad un'indagine fatta dall'AGIS (Associazione Generale Italiana dello Spettacolo) tramite l'Università la Sapienza di Roma, il Teatro Vasquez risultò al 58º posto sugli 800 teatri italiani[33]; è diventato un multiplex composto da ben 5 sale con una capienza di 600 posti.
- Il Teatro Comunale Vittorio Emanuele[34]; situato a Noto, sorge nella parte sud est di Piazza XVI Maggio. È stato progettato dall'architetto Francesco Cassone e inaugurato nel 1870, venne intitolato al re d'Italia Vittorio Emanuele. Presenta una facciata di tipo neoclassico ed una capienza di 320 posti in fila più 80 in galleria.
- Il Teatro Giuseppe Garibaldi[35]; situato ad Avola, costruito sul finire dell'Ottocento, il teatro prese il nome di Giuseppe Garibaldi quando, il 2 giugno, gli avolesi appresero della morte del generale dei mille e vollero dare al loro teatro il suo nome. La struttura ha una capienza di 348 posti, presenta decorazioni, ornamenti, dorature, affreschi e un grande telone rosso sopra il palco.
- Il Cine teatro Olden di Lentini, che dal 2010 ha cambiato il suo nome in Cine teatro Carlo Lo Presti; come il Vasquez, è un teatro che svolge la doppia funzione di sala teatrale e cinematografica.
- Il Cine teatro Italia di Sortino; struttura che funge sia da teatro che da cinema.
- Il Teatro Stabile di Augusta; è il teatro comunale augustano.
- Il " Piccolo " del TSdA: centro culturale con sala teatro da 30 posti in pieno centro storico ad Augusta - diretto dall'attore e regista Mauro Italia
- Il Teatro di Verdura; è molto caratteristico poiché si trova all'interno della Latomia dei Cappuccini, per cui la sua struttura non è formata da legno, mattoni o velluto ma da nuda roccia calcarea bianca, la tipica roccia siracusana. Il teatro è immerso nella natura, il palcoscenico è formato da una roccia sopraelevata.
- Il Piccolo Teatro dei Pupi di Siracusa; è un piccolo teatro situano nella città di Siracusa, il quale si occupa di curare e portare in scena la tradizione siciliana dell'Opera dei Pupi. Il teatro può ospitare poche decine di persone, tipica caratterista di questi generi di teatri, ed il palco è fatto su misura per i "pupi" e i "pupari".
Templi
I templi più noti sono:
- Tempio di Apollo; pur non essendo il più pregiato è considerato sicuramente il tempio greco siracusano più conosciuto. Dedicato ad Apollo, il dio greco del sole.
- Tempio di Atena; le sue larghe colonne sono state incorporate nell'attuale Duomo di Siracusa. Originariamente era dedicato ad Atena, la dea della saggezza o della guerra.
- Tempio di Zeus Olimpico; sorge lungo le rive del fiume Anapo, alle porte di Ortigia. Presso il tempio si accamparono gli Ateniesi, a più riprese i Cartaginesi e infine i Romani nelle loro guerre di conquista contro Siracusa. Il tempio infatti fu depredato più volte nella storia. Dedicato a Zeus, il padre degli dei dell'Olimpo greco.
- Tempio di Afrodite;[36] posto ad Akrai, rimangono visibili solo le basi delle colonne: alto diciotto metri e lungo trentanove, fu costruito in stile dorico. Dedicato ad Afrodite, la dea della bellezza.
Altro
Statue, piazze e porte ornano spesso in svariati punti le città siracusane. Ma anche antiche tonnare, elementi architettonici tipici dei luoghi di mare, diventano sorte di monumenti a cielo aperto e visitabili. Tra tutte queste opere, le più conosciute sono:
- Piazza Duomo, Siracusa
- Piazza Archimede con la relativa Fontana di Diana, Siracusa
- Piazza Regina Margherita, Marzamemi (Pachino)
- La Fonte Aretusa; la famosa fonte di acqua dolce alla quale è legata la leggenda di Aretusa e Alfeo, sita in Ortigia (Siracusa)
- La Fontana di Ercole, Noto
- La Porta Spagnola di Augusta
- La Porta Spagnola della Marina, Siracusa
- La Porta Reale di Noto;
- L'Antica Tonnara di Avola
- Tonnara di Marzamemi; presso Pachino, risale al tempo della dominazione degli arabi in Sicilia; nel 1630, venne venduta dal proprietario al Principe di Villadorata.
- Tonnara di Vendicari, presso l'Oasi faunistica di Vendicari (Noto)
- Latomia dei Cappuccini; famose cave di petra bianca siracusana.
- Guglia di Marcello o Aguglia d'Agosta (rudere); colonna obelisco di epoca romana presso Priolo Gargallo
- Dolmen di Avola
- Ponte di Sant'Alfano; nei pressi di Canicattini Bagni. Costruito in pietra locale nel 1796, è caratterizzato da due grandi figure scolpite in bassorilievo posti ai due lati del ponte, le quali recano sulle braccia una bottiglia e un pane, raffigurano probabilmente due soldati spagnoli.
- Ponte Umbertino; unisce la terraferma all'isola di Ortigia.
- Le Neviere di Buccheri; strutture per la raccolta della neve, tipiche delle zone montane iblee.
- Acquedotto di Nettuno; presso Noto.
- Acquedotto Galermi; millenario acquedotto, costruito con maestranze cartaginesi, porta l'acqua da Pantalica fino a sboccare presso la Grotta del Ninfeo, al teatro greco di Siracusa.
- Monumento alle vittime del terremoto del 1693; posto a Cassaro, è un obelisco di forma piramidale, sormontato da una piccola sfera in pietra bianca.
- Monumento ai Caduti italiani d'Africa; posto a Siracusa, è un monumento di epoca fascista, in memoria delle vittime italiane delle guerre d'Africa volute dal fascismo.
- Monumento della Pace a Solarino; costruito nel 1990 seguendo il progetto dell'artista Francesco Caldarella, rappresenta un Mercurio alato stilizzato ed è posizionato all'ingresso sud-est del paese, nel largo Gandhi.
Castelli
Numerosi sono i castelli, le fortezze e le torri presenti nel territorio di Siracusa e che servivano sia da residenza dei signori del luogo dov'era ubicato, sia come fortificazione[37]. Solo alcuni sono ben conservati, come ad esempio il Castello Maniace o il Castello Svevo di Augusta[38]. Di molti, invece, ne esistono soltanto i ruderi delle fondamenta o sono in stato di completo abbandono (come i castelli di Buccheri e Buscemi); di altri non vi è più traccia. Ne sono un esempio: il Castello Marchetto, a Siracusa, ubicato nella "piazza d'armi", area compresa tra il corso Umberto e via Malta e distrutto da un terremoto nel 1542; il castello o torrione di Casa Nova, sempre a Siracusa, si ergeva lungo le mura di Ortigia, a difesa dell'imboccatura del Porto Piccolo, fu distrutto dal sisma del 1693[39]; il "Castellum novum" di Lentini, che si trovava sulla collina compresa tra la valle di Sant'Eligio e contrada Cappuccini; il Castello di Altavilla ed il Castello di Curcuraci (o Curcuraggi) a Melilli, i cui resti sono stati inglobati in costruzioni successive e, pertanto, risultano non visibili.
Lista dei castelli:
- Castello Svevo (XIII secolo) (Augusta)
- Forte Garcia (XVI secolo) (Augusta)
- Forte Vittoria (XVI secolo) (Augusta)
- Torre Avalos (XVI secolo) (Augusta)
- Castello di Brucoli (XV secolo) (Brucoli, Augusta)
- Castello di Avola (XIII secolo)
- Castello di Buccheri (XIII secolo)
- Castello Requisenz (XIV secolo) (Buscemi)
- Castel di Lega (XIII secolo) (Ferla)
- Castello di Gàdera (XIII secolo) (Francofonte)
- Castello di Francofonte (XIV secolo)
- "Castellaccio" (XII secolo) (Lentini)
- "Castelluccio" (o mocta Sancti Calogeri) (XIV secolo) (Lentini)
- Castello di Ossena (XIV secolo) (Lentini)
- Castello di Xirumi-Serravalle (XVI secolo) (Lentini)
- Castello Reale (XI secolo) (Noto Antica)
- "Castelluccio" (Castelluccio di Noto) (XIV secolo) (Noto)
- Torre Xibini (o Scibini) (XIV secolo) (Pachino)
- Castello di Palazzolo (o Castelvecchio) (XIV secolo) (Palazzolo Acreide)
- Castello Tafuri (anni trenta) (Portopalo di Capo Passero)
- Fortezza di Carlo V (Isola di Capo Passero) (XIV secolo) (Portopalo di Capo Passero)
- Castello Platamone (XVII secolo) (Rosolini)
- Castello Eurialo (V secolo a.C.) (Siracusa)
- Castello Maniace (fondazione bizantina, rivisto nel XIII secolo) (Siracusa)
- Castello di Cassibile (XIV secolo) (Cassibile, Siracusa)
- Castello di Sortino (XIV secolo)
Siti archeologici
Molte sono le testimonianze archeologiche presenti nell'area aretusea che ripercorrono tutta la storia dell'uomo, dal Paleolitico all'ellenismo e il medioevo[40]. A Siracusa, la maggior parte delle vestigia è contenuto all'interno del Parco Archeologico di Neapolis, dove si trovano sia reperti greci come il Teatro greco, l'Orecchio di Dionisio e le latomìe - cavità artificiali ricavate dall'estrazione della pietra - e l'Ara di Ierone, altare monumentale voluto dal tiranno Gerone II; sia resti romani, come l'Anfiteatro ed il Ginnasio romano.
Altre testimonianze del passato, poi, sono rintracciabili in ogni zona della città.
Nei pressi di Noto, a circa 8 km, sorge Eloro dove è possibile ammirare i resti delle mura, del teatro e del santuario di Demetra e Kore. Poco vicino si trova la Colonna Pizzuta e più a sud, si trovano la villa del Tellaro - risalente alla tarda età imperiale romana - e gli insediamenti preistorici di Finocchito e Castelluccio, da cui prende il nome l'omonima cultura sviluppatasi nella prima età del bronzo. A nord della città barocca, invece, lungo la Statale 287 in direzione di Palazzolo si trovano i resti di Noto Antica, fondata nel V secolo a.C. e distrutta dal terremoto del 1693.
Risalendo verso Palazzolo Acreide, si incontra il sito di Akrai, del VII secolo a.C. ove è possibile visitare un teatro, un'agorà e due latomie.
Poi vi sono le importanti necropoli di Pantalica, Cassibile e Cava del Rivettazzo.
Nella zona settentrionale del libero consorzio, infine, si trovano i siti di Leontinoi, città sicula ellenizzata in cui è possibile visitare il sistema di fortificazione cosiddetto a tenaglia; Megara Hyblaea, posta a 10 km da Augusta e dai cui scavi sono emerse ceramiche di stile eoliano e due kouroi; e Thapsos, importantissimo villaggio protostorico che sorse intorno al XV secolo a.C. sulla penisola di Magnisi - antistante il litorale priolese- e che diede il nome alla cultura che in Sicilia orientale identifica la media età del bronzo.
Evoluzione demografica
Il libero consorzio di Siracusa, con i suoi oltre 380.000 abitanti, risulta essere la sesta delle ex provincie siciliane per popolazione, e con una densità abitativa di 180,4 abitanti per chilometro quadrato si colloca al quinto posto tra le ex provincie siciliane con maggior densità di popolazione.
Siracusa è il comune più popoloso[41] del libero consorzio concentrandosi in esso più di un terzo della popolazione; seguono Augusta ed Avola, con popolazioni superiori ai 30.000 abitanti. Il comune più densamente popolato, invece, con 800 abitanti per chilometro è Floridia, seguono Siracusa (606) e Solarino (566).
Cassaro risulta invece essere il comune col minor numero di abitanti.[42]
Il Siracusano e l'emigrazione
Negli anni passati, il territorio aretuseo vide molta della sua gente emigrare all'estero o nel Nord Italia in cerca di lavoro. Nei primi anni del Novecento iniziò infatti il fenomeno italiano dell'emigrazione di massa. Tale fenomeno interessò anche la Sicilia, facendola divenire, verso il 1915, la regione d'Italia col più alto numero di cittadini che emigravano.[43] Le mete verso le quali si dirigevano erano soprattutto gli Stati Uniti d'America, che offrivano una grande quantità di risorse lavorative. Ma vi fu una forte presenza siciliana anche in Australia, dove, grazie agli emigrati siracusani sbarcati lì decenni prima, continua un legame tra quelle comunità e il territorio di Siracusa.
In una seconda fase invece, verso il 1950, l'emigrazione si spostò verso l'Europa del Nord e verso l'Italia settentrionale. Questo fenomeno, dovuto ad una politica scarsamente prodigata ad un piano di risanamento per i problemi meridionali, provocò ulteriori danni al sistema sociale del Sud, il quale vedeva andar via la sua forza lavoro impiegata nelle grandi e medie industrie del settentrione. Tutto ciò comportò diverse situazioni; anzitutto il distacco, la separazione umana di chi partiva e di chi restava. Molti libri, poesie e testi di canzoni sono stati dedicati alle storie di emigranti, dimostrando come questo fenomeno è entrato a far parte dell'aspetto storico-culturale del territorio.[44] Un altro aspetto che comportò fu l'instaurazione di un legame tra il luogo nel quale questi migranti approdavano e la città natale che avevano lasciato. Infatti da questo presupposto molti comuni siracusani sono gemellati con città di Stati d'oltreoceano; per esempio Solarino, Floridia e Sortino, tre comuni che hanno avuto una forte emigrazione verso le terre australiane, mantengono anche ai giorni nostri i rapporti con l'Australia; Solarino e Floridia sono gemellati con Melbourne, seconda città australiana più popolosa dopo Sydney, mentre Sortino ha portato sugli schermi nazionali un documentario avente per titolo "Storie di una comunità siciliana emigrata in Australia", realizzato dal Sortino Social Club, un'associazione che riunisce gli emigrati sortinesi.[45] E questi stessi comuni sono inoltre gemellati con altre città negli Stati Uniti, come Hartford, legata a Floridia, la quale ha anche una via, nel proprio comune, intitolata "Via dei floridiani di Hartford" e New Britain legata a Solarino e Priolo Gargallo, altro comune siracusano.[46]
Nel Connecticut sorse una "Little Melilli" così chiamata in riferimento alla popolazione di Melilli, la quale emigrò in massa verso quella zona, nella città statunitense di Middletown, gemellata con i mellilesi.[47]
Anche il nome di Siracusa venne esportato all'estero, per esempio vi sono diverse città statunitensi che si chiamano Syracuse, di cui la più importante è la Syracuse di New York, la quale però non si chiama così per via di emigrati siracusani stabilitisi là, ma perché questo nome volle darglielo un suo influente cittadino, John Wilkinson, dopo avere letto un trattato sulla Siracusa siciliana e dopo esserne rimasto affascinato, trovandovi varie similitudini geografiche con la località americana.
Ai giorni nostri ci sono molte associazioni sul territorio che si occupano di abitanti emigrati e che organizzano incontri e rimpatriate con le popolazioni locali.
Immigrazione
La storia del territorio siracusana non è fatta solo di emigrazione, ma anche di immigrazione. Come risulta dal testo del libro "L'emigrazione in Sicilia: 1652-1961", secondo l'autore Francesco Renda, negli anni sessanta e settanta, ovvero negli anni dell'industrializzazione, la mobilità siracusana risulta essere la più attiva in Sicilia.[48] La popolazione ha da sempre vissuto momenti nei quali è arrivata gente che si è poi integrata nella società locale. Il territorio infatti, trovandosi in prossimità della costa, è stato spesso soggetto a sbarchi in diverse epoche fino a giungere a quella attuale.
In tempi antichi, oltre alla colonizzazione greca, si ricorda l'arrivo della comunità ebraica. A Siracusa infatti risiedeva una delle comunità ebraiche più numerose di Sicilia: circa 5.000 abitanti, pari a quella di Palermo. Gli ebrei erano integrati nella società, lavoravano e contribuivano alla spesa pubblica, vennero infine cacciati con l'editto spagnolo nel 1492,[49] anche se molti di loro, in qualche maniera, riuscirono a restare. Nel 2010, dopo diversi secoli, a Siracusa si è nuovamente celebrato un matrimonio ebraico, segno che la comunità ebraica fa parte della società locale. Altra presenza costante è quella araba, non solo per la conquista avvenuta da parte dei musulmani del medioevo, ma anche per la situazione di sbarchi che avvengono dal Medio Oriente verso l'Europa; di tutti quelli che giungono nel territorio siracusano, sono pochi coloro che decidono di restare, poiché la zona non offre molto lavoro, quindi il siracusano svolge la funzione di terra di frontiera tra il mar Mediterraneo e l'Italia continentale.
In Siracusa, nel febbraio 2013, si è tenuta una conferenza avente come tema l'immigrazione in terra siciliana; organizzata da Emergency e Arci, esposta dall'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, Laura Boldrini.[50] I cittadini stranieri residenti, provenienti anche da stati come la Romania, Cina e Sri Lanka, risiedono per la maggior parte nel comune di Siracusa, il quale conta una popolazione straniera di circa 4.000 abitanti, pari al 3,3% della popolazione totale.[51] Nell'ambito dell'integrazione, la frazione siracusana di Cassibile è stata al centro dell'attenzione dei media italiani per un conflitto sociale avvenuto verso il 2006 e che vide contrapposti i cassibilesi e gli immigrati stranieri. I cassibilesi si lamentavano dell'abbandono della politica nei loro confronti, essendo quel paese composto da 5.000 abitanti si era visto d'un tratto sovraffollato da molti immigrati, i quali vivevano in condizioni sociali trascurate, anch'essi abbandonati dalla politica.[52] Quella situazione ha dimostrato come non si è giunti ad una esauriente integrazione sociale che accordi la popolazione locale con la popolazione straniera.
Il Siracusano è stato interessato da un altro fenomeno migratorio, stavolta interno. Si è verificato infatti che, specialmente negli anni sessanta, molti cittadini provenienti da più parti d'Italia vennero ad abitare nel siracusano. Tale fatto avvenne per due diversi motivi: il primo motivo era derivato dal rientro dei coloni italiani in Libia,[53] i quali rientrando in Italia decisero di prendere residenza a Siracusa; un altro motivo fu l'installazione del Polo petrolchimico siracusano che attrasse molta manodopera, la quale poi rimase integrata nella società locale.