Nobiltà di spada
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Con il termine nobiltà di spada (noblesse d'épée) si iniziò ad indicare, nella Francia del XVI secolo, la nobiltà di estrazione cavalleresca di antica origine, occupante le tradizionali funzioni militari e detentrice della ricchezza fondiaria, altrimenti definita con le espressioni noblesse de race e noblesse ancienne. Tale ceto coesisteva con la cosiddetta nobiltà di toga o di servizio, di creazione regia recente e impiegata nella burocrazia. Questa distinzione, inizialmente applicata in ambito francese, si estese in seguito a buona parte dell'Europa. Quale reazione al processo di accentramento dei poteri dello Stato nelle mani del monarca assoluto e della progressiva perdita di prerogative del ceto della nobiltà di spada va inquadrata in ambito francese la fronda dei principi (1649-53).
La progressiva marginalizzazione politica ed economica della nobiltà di spada fu un fenomeno che caratterizzò i nascenti Stati europei. La contrapposizione tra nobiltà di spada e di toga non era solo motivata dal conflitto tra ceti, inteso ad affermare il primato tra le due diverse concezioni di nobiltà. Essa era infatti motivata da ragioni più profonde, come evidenziato da Roland Mousnier nel caso francese. Tali ragioni erano riconducibili a due diverse concezioni di Stato, una basata su una struttura funzionale e moderna, l'altra ancorata alla tradizione medievale. I fautori di quest'ultima concezione di ordine sociale videro progressivamente ridotte le loro prerogative e il proprio peso politico. Gilles-André de La Roque de La Lontière scrisse sulle differenti categorie nobiliari nel suo trattato Traité de la noblesse et de ses différentes espèces, pubblicato nel 1678. L'opera cerca di definire quali siano le fonti di legittimazione della nobiltà tradizionale e riconosce la crisi del ceto della nobiltà di spada nel contesto politico francese dominato dall'assolutismo regio.