Panlogismo
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Il termine panlogismo - dal greco πἀν (pan), tutto e λὁγος (logos), ragione - si trova per la prima volta in Johann Eduard Erdmann (1805-1892),[1][2][3] filosofo tedesco della destra hegeliana che lo conia[4][5] per definire la caratteristica da lui giudicata più rilevante del pensiero di Hegel: la presenza della razionalità in ogni aspetto del mondo reale, così da giustificare e dare un senso anche agli aspetti più tragici dell'esistenza umana, risolvendone tutte le contraddizioni nella suprema e finale sintesi dialettica della Ragione assoluta e dello Spirito (Geist).
Nella hegeliana visione dialettica della realtà infatti il male, l'antitesi, il negativo, la tragicità della vita sono sempre risolti dalla positività della sintesi finale ottenuta tramite la ragione, che nega la negazione e quindi riafferma il bene a un grado più elevato.
Questa concezione ottimistica della realtà tendente a superarne l'incomprensione degli aspetti irrazionali dell'esistenza deriverebbe dal fondamentale principio hegeliano Ciò che è razionale, è reale; ciò che è reale, è razionale.[6]