Oralità
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Per oralità (dal latino os, oris, 'bocca') si intende in generale la comunicazione trasmessa per mezzo della voce, quindi afferente principalmente ad una ricezione uditiva. In antropologia, la tradizione orale è il sistema di trasmissione e rielaborazione di un patrimonio culturale senza l'ausilio della scrittura. Poiché la scrittura è una tecnica la cui invenzione risale al 3200 a.C. circa, mentre l'oralità è considerata un sistema biologico, per la maggior parte della storia umana le numerosissime culture si sono per millenni espresse solo in un contesto di oralità[1].
Esistono culture ad oralità primaria, in cui manca totalmente la conoscenza della scrittura, culture ad oralità diffusa nelle quali pur essendo presente una scrittura è predominante l'uso dell'oralità , culture ad oralità secondaria o di ritorno le quali pur avendo avuto una tradizione chirografica evolvono verso un ritorno all'oralità (tipicamente con l'uso dei media elettronici)[2].
Storicamente il passaggio dall'oralità alla scrittura era stato considerato in un'ottica "evoluzionista", che faceva corrispondere l'oralità alla barbarie e lo scritto alla civiltà. In questo contesto si colloca il termine auralità, impiegato da alcuni studiosi per indicare una fase di tradizione letteraria orale in un contesto che già conosce lo scritto.
Solo alla fine del XX secolo è stato riabilitato il ruolo e attualmente viene riconosciuto il primato dell'oralità (sia per la storia degli individui sia per la storia delle lingue). In precedenza, la riflessione della linguistica era quasi integralmente basata su testi scritti.[3]