Rasputin e l'imperatrice
film del 1932 diretto da Richard Boleslawski / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
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Rasputin e l'imperatrice (Rasputin and the Empress) è un film del 1932 diretto da Richard Boleslawski e (non accreditato) Charles Brabin.
Rasputin e l'imperatrice | |
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Titolo originale | Rasputin and the Empress |
Lingua originale | inglese |
Paese di produzione | Stati Uniti d'America |
Anno | 1932 |
Durata | 121 min |
Dati tecnici | B/N rapporto: 1,37 : 1 |
Genere | drammatico, storico |
Regia | Richard Boleslavsky (Richard Boleslawski) Charles Brabin (non accreditato) |
Sceneggiatura | Charles MacArthur Lenore Coffee, John Colton, Ben Hecht, Bernard H. Hyman, John Lee Mahin, John Meehan, Milton Raison, Robert E. Sherwood, Laurence Stallings, C. Gardner Sullivan, Carey Wilson e Mercedes de Acosta (non accreditati) |
Produttore | Bernard H. Hyman (non accreditato) |
Produttore esecutivo | Irving Thalberg (non accreditato) |
Casa di produzione | Metro-Goldwyn-Mayer (controlled by Loew's Incorporated) |
Fotografia | William H. Daniels |
Montaggio | Tom Held |
Musiche | Herbert Stothart |
Scenografia | Cedric Gibbons, Alexander Toluboff |
Costumi | Adrian |
Trucco | Cecil Holland |
Interpreti e personaggi | |
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Doppiatori italiani | |
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Il film è tratto da un'opera teatrale che i fratelli Barrymore avevano già interpretato a Broadway ed è l'unico in cui appaiono insieme nei ruoli di protagonisti[1]: John interpreta Paul Chegodieff, il principe che organizza il complotto per uccidere Rasputin (i cui panni sono vestiti da Lionel). La sorella Ethel, invece, ricopre il ruolo della zarina Alessandra[2].
In febbraio, in Germania era uscito Rasputin, Dämon der Frauen, un'altra pellicola che si ispirava alla vicenda del monaco russo e che vedeva protagonista Conrad Veidt.
La MGM pagò al principe Yusupov una grossa cifra per evitare il processo di diffamazione intentato dal principe contro la compagnia di Culver City; da quel momento, per le case di produzione diventò una regola inserire in tutti i film la dizione all persons fictitious disclaimer[2].