Repressione della Chiesa ortodossa in Unione Sovietica
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Fin dagli inizi i soviet, nell'ambito della loro politica repressiva contro nobiltà, clero e borghesia, agirono con la forza per estirpare la religione (essenzialmente la Chiesa ortodossa russa) dal cuore e dalla mente dei russi.
Questo indusse già nel 1920 Tikhon, Patriarca di Mosca, a emettere un ukase (decreto) per invitare i fedeli che riconoscevano la sua autorità e che si trovavano all'estero di cercare protezione e guida altrove. Nel maggio del 1922, inoltre, il governo sovietico proclamò l'istituzione di una Chiesa Vivente come una chiesa riformata della Chiesa ortodossa russa.
A seguito di ciò il 13 settembre 1922 rappresentanti della Chiesa ortodossa russa all'estero si riunirono nella città serba di Sremski Karlovci stabilendo un proprio sinodo. Un altro sinodo si riunì anche in Nord America.