Spagna
stato dell'Europa sud-occidentale, membro dell'Unione europea / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
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La Spagna (in spagnolo España; in basco Espainia; in catalano Espanya; in galiziano: España; in aranese: Espanha), il cui nome ufficiale è Regno di Spagna (in spagnolo Reino de España; in basco Espainiako Erresuma; in catalano Regne d'Espanya; in galiziano: Reino de España; in aranese: Reiaume d'Espanha), è uno Stato sovrano, membro dell'Unione europea dal 1986. Monarchia costituzionale, la Spagna si trova all'estremità occidentale dell'Europa e occupa buona parte della superficie della penisola iberica.
Spagna | |
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La Spagna (verde scuro) nell'Unione europea (verde chiaro) | |
Dati amministrativi | |
Nome completo | Regno di Spagna |
Nome ufficiale | Reino de España |
Lingue ufficiali |
|
Capitale | Madrid (3223334 ab. / 2019) |
Politica | |
Forma di governo | Monarchia parlamentare |
Re | Filippo VI |
Presidente del Governo | Pedro Sánchez |
Ingresso nell'ONU | 14 dicembre 1955 |
Ingresso nell'UE | 1º gennaio 1986 |
Superficie | |
Totale | 504645[1] km² (53º) |
% delle acque | 1,04% |
Popolazione | |
Totale | 48345223[2] ab. (08-08-2023) (29º) |
Densità | 94 ab./km² (83º) |
Tasso di crescita | 1,24% (2023)[3] |
Nome degli abitanti | Spagnoli |
Geografia | |
Continente | Europa, Africa (Isole Canarie, plazas de soberanía) |
Confini | |
Fuso orario | |
Economia | |
Valuta | euro |
PIL (nominale) | 1 425 865[4] milioni di $ (2018) (13º) |
PIL pro capite (nominale) | 30 697[4] $ (2018 stima) (30º) |
PIL (PPA) | 1 864 419[4] milioni di $ (2018) (14º) |
PIL pro capite (PPA) | 40 138[4] $ (2018 stima) (32º) |
ISU (2021) | 0,905 (molto alto) (27º) |
Fecondità | 1,4 (2010)[5] |
Consumo energetico | 0,59 kWh/ab. anno |
Varie | |
Codici ISO 3166 | ES, ESP, 724 |
TLD | .es |
Prefisso tel. | +34 |
Sigla autom. | E |
Lato di guida | Destra (↓↑) |
Inno nazionale | Marcha Real |
Festa nazionale | 12 ottobre |
Evoluzione storica | |
Stato precedente | Spagna franchista |
Ha una superficie di 505941 km²[1] e nel 2020 contava 47 431 256 abitanti. Confina a nord-est con la Francia (da cui è quasi separata dalla catena dei Pirenei) e Andorra, a sud con Gibilterra, a ovest con il Portogallo e, tramite le sue exclave di Ceuta e Melilla, con il Marocco. È inoltre bagnata a nord dall'oceano Atlantico e a sud dal mar Mediterraneo. Alla Spagna appartengono le Isole Canarie e Isole Baleari, l'exclave di Llívia, così come l'isola dei Fagiani nel fiume Bidasoa (in condominio con la Francia).
La capitale del Paese è Madrid, che ricopre tale funzione ininterrottamente dal 1561, salvo un quinquennio tra il 1601 e il 1606. La lingua ufficiale dello Stato è lo spagnolo[6]; altre lingue (es. catalano, basco) o dialetti (es. valenzano), sono, come recita la costituzione, «ufficiali nell'ambito delle rispettive comunità autonome conformemente ai propri statuti».
Con la romanizzazione della Hispania, i Romani impressero la propria lingua, religione e cultura, in forma indelebile, alla Spagna e al suo popolo.[7] Con la caduta dell'Impero Romano d'Occidente la Spagna è stata coinvolta da ondate migratorie successive che hanno interessato tutta la penisola iberica da parte di popolazioni germaniche come i Visigoti, gli Alani, i Vandali e gli Suevi.[8][9] In alcune fasi importanti della storia europea la Spagna ha detenuto un ruolo significativo, come nel periodo della Reconquista, nel quale i regni cristiani delle regioni interne della Penisola iberica respinsero progressivamente dal territorio gli occupanti arabi, che furono definitivamente allontanati nel 1492 a opera di Ferdinando d'Aragona e Isabella di Castiglia (Los Reyes Católicos)
Da inizio XVI fino a inizio XIX secolo la monarchia spagnola fu a capo di un vasto impero coloniale che si estendeva in tutti e cinque i continenti. Ridottosi drasticamente in estensione e popolazione, tale impero riuscì tuttavia a sopravvivere fino alla fine del XIX secolo (guerra ispano-americana) e oltre.
Tra il 1808 e il 1812 la vittoriosa ribellione del popolo spagnolo contro Giuseppe Bonaparte, che Napoleone aveva insediato sul trono di Spagna per annettersi di fatto anche la penisola iberica, pose le basi per l'avvio della lenta rinascita e modernizzazione della Spagna, tuttavia interrotta per un quarantennio a seguito della guerra civile del 1936 contro il governo repubblicano spagnolo condotta da forze golpiste appoggiate dal Vaticano e dai governi nazifascisti di Italia e Germania; tra il 1936 e il 1975 la Spagna conobbe la dittatura di Francisco Franco e solo alla morte di quest'ultimo il Paese tornò alla democrazia con il ritorno a un sistema parlamentare e l'insediamento al trono del sovrano Juan Carlos di Borbone; il processo di democratizzazione del Paese si consolidò con l'entrata della Spagna nella comunità economica europea nel 1986 e, a seguire, nell'Unione europea.
Al 2023 il sovrano del Paese è Filippo VI, della dinastia dei Borbone-Spagna, subentrato nel 2014 a suo padre Juan Carlos I, che abdicò alle sue funzioni dopo 38 anni di regno. Il primo ministro è il socialista Pedro Sánchez, capo del governo dal 2018.
Il nome España deriva dal latino Hispania, termine utilizzato dai romani fin dal III secolo a.C. per indicare l'intera penisola iberica e l'insieme delle province, da essi costituite, che successivamente la conformeranno. Tale termine si venne gradualmente a imporre su quello greco Iberia, che passò ad avere (e ha tuttora) connotazioni puramente geografiche. Tuttavia, non avendo la parola Hispania nessuna radice che potesse riallacciarsi al latino antico né all'indoeuropeo, si è molto speculato sulle sue possibili origini, le quali hanno dato luogo a numerose ipotesi.
Ipotesi fenicia
Non solo è la più diffusa, ma è anche quella che storicamente sembra avere maggiore fondamento. Secondo tale ipotesi l'etimologia di Hispania potrebbe derivare:
- dal termine sf(a)n, probabilmente coniglio, visto che la parola fenicia i-shphhanim letteralmente indica una procavia. Un'altra versione di questa stessa etimologia sarebbe hi-shphanim, "isola dei conigli", o nuovamente "delle procavie";
- dalla radice fenicia span, il cui significato è occulto. Si voleva probabilmente indicare con tale termine un territorio remoto e poco accessibile da parte di un popolo di navigatori come quello fenicio;
- dalla parola i-span-ya, "costa" o "isola dei forgiatori" o "delle forge (di metalli)", che trova una sua ragione d'essere dall'intensa attività mineraria e metallurgica delle coste andaluse al tempo in cui i fenici giunsero in Spagna. Ricordiamo a tale proposito che la ricchezza del sottosuolo andaluso fu tra le ragioni per cui essi stabilirono nell'estremo sud peninsulare le loro prime e più importanti colonie;[10]
- dal termine fenicio traducibile con nord, in quanto la penisola spagnola si trova a nord del continente africano, terra di provenienza dei Punici.
Ipotesi greca
Due sono le principali congetture che si sono fatte su una possibile derivazione di Hispania dal greco antico:
Ipotesi autoctona
Si basa sulle seguenti etimologie:
- dal termine ibero di hispalis, occidente, che poi passò a designare la città di Siviglia, la quale in epoca romana diede, sempre secondo i sostenitori di tale ipotesi, il nome all'intera penisola;
- dal basco Ezpaina, labbro, ma anche bordo, confine o, più probabilmente, Izpania, la cui radice iz entra nella composizione di alcuni sostantivi, fra cui dividere.
La bandiera spagnola fu voluta dal re Carlo III nel 1785.
È formata da due strisce orizzontali rosse e una grande gialla. All'interno si notano lo stemma nazionale, formato dall'insieme degli stemmi della Castiglia (un castello d'oro su sfondo rosso), León (un leone rampante color porpora), Aragona (quattro strisce verticali rosse su sfondo oro), Navarra (catene d'oro su sfondo rosso) e Granada (un melograno con foglie verdi). Il tutto è sormontato da una corona reale e posizionato al centro tra le due Colonne d'Ercole (che rappresentano lo stretto di Gibilterra) con il motto Plus Ultra, in riferimento alla espansione imperiale spagnola. Al centro della bandiera il simbolo della casata dei Borbone: tre gigli dorati su sfondo azzurro.
Le prime testimonianze scritte della penisola iberica la danno come una terra popolata in gran parte dagli Iberici, dai Baschi e dai Celti. Dopo una faticosa conquista, la penisola cadde sotto il dominio di Roma. Durante il Medioevo passò sotto il dominio germanico, ma più tardi fu conquistata dai mori invasori dal Nord Africa. In un processo durato secoli, i piccoli regni cristiani del nord ripresero gradualmente il controllo della penisola. L'ultimo regno moresco cadde nello stesso anno in cui Cristoforo Colombo raggiunse le Americhe (1492). In questo periodo iniziò un impero mondiale che vide la Spagna diventare una potenza leader nel mondo per un secolo.
Le continue guerre e altri problemi hanno portato alla progressiva diminuzione del potere dell'Impero spagnolo. L'invasione napoleonica della Spagna portò la nazione al caos, innescando movimenti indipendentisti che devastarono la maggior parte dell'impero e lasciando il paese politicamente instabile. Prima della seconda guerra mondiale, la Spagna subì una devastante guerra civile che portò all'instaurarsi di un governo autoritario, che coincise con un periodo di stagnazione ma che si concluse con un potente impulso economico. La democrazia fu poi pacificamente ristabilita nella forma di una monarchia costituzionale parlamentare. Nel 1986, la Spagna ha aderito all'Unione europea, vivendo una rinascita culturale e una costante crescita economica.
Preistoria e popoli pre-romani
Le ricerche archeologiche presso Atapuerca indicano che la penisola iberica fosse stata popolata da ominidi fin da 1,2 milioni di anni fa.[11] Gli uomini moderni arrivarono in Iberia, da nord a piedi, circa 32 000 anni fa.[12] I manufatti più noti di questi insediamenti preistorici sono i famosi dipinti della grotta di Altamira in Cantabria che sono stati realizzati circa nel 15000 a.C. dall'uomo di Cro-Magnon.
Testimonianze archeologiche e genetiche suggeriscono che la penisola iberica sia servita come uno dei territori principali da cui è partito il ripopolamento del nord Europa dopo la fine dell'ultima era glaciale.
I due popoli storici principali della penisola furono gli Iberi e i Celti. Gli iberici si insediarono sul lato Mediterraneo da nord-est a sud-est. I Celti abitavano invece l'Atlantico, a nord, in centro, a nord-ovest e sud-ovest della penisola. I Baschi occuparono la zona occidentale della catena montuosa dei Pirenei e le aree adiacenti.
Tra il 500 e il 300 a.C., i marinai Fenici e i Greci fondarono colonie commerciali lungo la costa mediterranea. I Cartaginesi esercitarono brevemente il controllo su gran parte del versante mediterraneo della penisola, fino a quando furono sconfitti nelle guerre puniche dai Romani.[13]
Spagna romana e gotica
Durante la seconda guerra punica, l'espansione della Repubblica Romana, portò alla presa di alcune colonie commerciali cartaginesi lungo la costa mediterranea. Ci vollero però quasi due secoli perché i romani completassero la conquista della penisola iberica. Il dominio romano portò la lingua, la legge e le strade.[14]
Le culture delle popolazioni celtiche e iberiche, furono progressivamente romanizzate. I comandanti locali furono ammessi alla classe aristocratica romana. La Spagna produceva grande quantità di grano per il mercato romano e dai suoi porti veniva esportato oro, lana, olio d'oliva e vino. La produzione agricola aumentò con l'introduzione di irrigazione. Gli imperatori Traiano, Adriano, Teodosio I e il filosofo Seneca sono nati in Spagna. Il cristianesimo fu introdotto nel paese nel I secolo e divenne progressivamente popolare.
L'indebolimento dell'Impero romano d'Occidente in Spagna iniziò nel 409, quando gli Svevi e i Vandali, insieme agli Alani, attraversarono il Reno e devastarono la Gallia per poi essere spinti in Spagna dai Visigoti. Gli Svevi stabilirono un regno dove oggi vi è la moderna Galizia e il nord del Portogallo.
I Vandali Silingi occuparono la regione il cui nome ricorda ancora la loro denominazione: Vandalusia, la moderna Andalusia. I bizantini stabilirono una sorta di enclave nel sud del paese, con l'intento di far rivivere l'Impero romano in tutta l'Iberia. Alla fine, comunque, la Spagna fu riunita sotto la dominazione visigota.
Spagna musulmana
Nell'VIII secolo la quasi totalità della penisola iberica fu conquistata da eserciti musulmani in gran parte arabi provenienti dal Nord Africa. Queste conquiste erano parte dell'espansione dell'impero omayyade. Solo una piccola area montuosa nel nord-ovest della penisola riuscì a resistere all'invasione iniziale.
Secondo la legge islamica, i cristiani e gli ebrei ricevettero lo status di dhimmi subordinato. Questo permise ai cristiani e agli ebrei di praticare la propria religione, preghiera e fede senza essere discriminati.[15][16]
La conversione all'Islam ha proceduto a un ritmo in costante aumento. Il muladies (musulmani di origine etnica iberica) si ritiene abbiano costituito la maggioranza della popolazione entro la fine del X secolo.[17][18]
Cordova era la capitale del califfato ed era la più grande e più ricca città in Europa occidentale. Il commercio nel mediterraneo favorì lo scambio culturale e la ricca tradizione intellettuale musulmana contagiò gran parte degli intellettuali europei.
Caduta dei musulmani e Reconquista
La Reconquista (“Riconquista”) fu un periodo, durato 750 anni, in cui avvenne l'espansione, ai danni dei Regni Moreschi da parte dei sovrani cristiani della Spagna. L'inizio della Reconquista è fatta coincidere con la battaglia di Covadonga nel 722. La vittoria Cristiana ha portato alla creazione del Regno delle Asturie lungo le montagne nord-occidentali della costa. Poco dopo, nel 739, le forze musulmane furono cacciate dalla Galizia, che per i cristiani rappresentava uno dei luoghi più sacri con la presenza del santuario di Santiago di Compostela. Gli eserciti musulmani si spostarono a nord dei Pirenei, ma furono sconfitti dalle forze dei Franchi nella battaglia di Poitiers. Più tardi, le forze dei Franchi stabilirono contee cristiane sul versante meridionale dei Pirenei. Queste aree hanno visto sorgere i regni di Navarra e di Aragona, e la Contea di Barcellona.[19] Per molti secoli, il confine fluttuante tra le aree musulmane e cristiane si estese lungo le valli dell'Ebro e del Duero.
La cattura della città, strategicamente centrale, di Toledo, avvenuta nel 1085, ha segnato un cambiamento significativo nella bilancia del potere a favore dei regni cristiani.
Nel XIII secolo e XIV, la setta musulmana Marinids, proveniente dal Nord Africa invase e stabilì alcune enclavi sulla costa meridionale, ma fallirono il tentativo di ristabilire il dominio musulmano in Iberia e presto furono scacciati. Il XIII secolo vide anche il tentativo della Corona d'Aragona, di espandere la sua influenza attraverso isole del Mediterraneo, in Sicilia e anche ad Atene.[20] In questo periodo furono istituite le università di Palencia (1212/1263) e l'università di Salamanca (1218/1254). La peste nera del 1348 e del 1349 devastò la Spagna.[21]
Nel 1469, le corone dei regni cristiani di Castiglia e Aragona furono riunite dal matrimonio di Isabella I di Castiglia e Ferdinando II d'Aragona. Fu avviato il completamento della conquista delle Isole Canarie e nel 1492, le forze di Castiglia e Aragona presero l'Emirato di Granada, chiudendo l'ultimo baluardo di 781 anni di presenza della dominazione islamica in Iberia. Il trattato di Granada garantì tolleranza religiosa verso i musulmani.[22] L'anno 1492 segnò anche l'arrivo nel Nuovo Mondo di Cristoforo Colombo, grazie a un viaggio finanziato da Isabella. Quello stesso anno, in Spagna, agli ebrei fu ordinato di convertirsi al cattolicesimo, pena l'espulsione dai territori spagnoli o anche la morte durante l'Inquisizione spagnola.[23] Pochi anni dopo, a seguito di disordini sociali, i musulmani furono espulsi nelle stesse condizioni.[24]
La Spagna imperiale
L'unificazione delle corone di Aragona e Castiglia ha posto le basi per la moderna Spagna e per l'impero spagnolo.[25] La Spagna fu così un'indiscussa potenza europea per tutto il XVI secolo e per la maggior parte del XVII, grazie al commercio e i possedimenti coloniali. In questi anni la Spagna fu impegnata in numerosi eventi bellici, tra cui: le guerre d'Italia, la rivolta dei Comuneros, la cosiddetta “Rivolta degli accattoni”, la rivolta dei Moriscos e la guerra anglo-spagnola.[26]
Fu un periodo anche di grosso fermento culturale, grazie all'apertura di nuove rotte, all'esplorazione del mondo e agli scambi commerciali, la Spagna visse il cosiddetto “secolo d'oro”. Le attività culturali ebbero il loro epicentro nell'università di Salamanca.
In campo religioso nel 1534 venne fondata la Compagnia di Gesù da Ignazio di Loyola, autore degli Esercizi spirituali.
Nella seconda metà del XVII secolo, la Spagna andò incontro a un graduale declino relativo. Nonostante qualche piccola perdita di territori in Francia, mantenne il suo vasto impero oltreoceano fino agli inizi del XIX secolo.
Il declino culminò nella guerra di successione spagnola che si risolse in un grande conflitto internazionale e in una guerra civile, che emarginò la Spagna dalle maggiori potenze mondiali.
Durante questa guerra, una nuova dinastia originaria della Francia, i Borbone, assunse il potere, abolendo molti dei vecchi privilegi e le leggi regionali.[27]
Il XVIII secolo vide una graduale ripresa e un aumento della prosperità in gran parte dell'impero. La monarchia borbonica fece molte opere di modernizzazione, sullo stile del sistema francese, riguardo alla gestione amministrativa ed economica. Le idee dell'Illuminismo iniziarono a guadagnare spazio tra alcuni appartenenti all'élite del regno e della monarchia.
Dominazione napoleonica e le sue conseguenze
La situazione francese spinse la corona spagnola su posizioni assolutistiche. Nel 1793, la Spagna entrò in guerra contro la nuova Repubblica francese, che aveva rovesciato e giustiziato il suo re Borbone, Luigi XVI. Sconfitta sul campo, la pace fu siglata nel 1795 e la Spagna diventò uno Stato cliente della Francia. Nel 1807, il trattato segreto di Fontainebleau tra Napoleone e Manuel Godoy, fu profondamente impopolare e portò a una dichiarazione di guerra contro la Gran Bretagna e il Portogallo. Le truppe francesi entrarono nel regno incontrastate, con la scusa di invadere il Portogallo, occuparono le fortezze spagnole, portando all'abdicazione del re spagnolo a favore del fratello di Napoleone, Giuseppe Bonaparte.
Questo monarca fantoccio straniero veniva considerato dagli spagnoli con disprezzo. La rivolta del due di maggio fu una delle tante rivolte nazionalistiche contro il regime bonapartista in tutto il paese.[28] Queste rivolte segnarono l'inizio della guerra d'indipendenza spagnola.[29] Napoleone fu costretto a intervenire personalmente, sconfiggendo diversi eserciti spagnoli, che risentivano di una inefficiente organizzazione e dovette scontrarsi anche contro i più organizzati inglesi, alleati dei rivoluzionari. Tuttavia, a causa della potenza inglese e della disastrosa campagna di Russia, nel 1814 l'esercito francese fu cacciato e il re Ferdinando VII fece ritorno sul trono.[30]
Le invasioni francesi devastarono l'economia e lasciarono la Spagna soggetta a una forte instabilità politica. Le lotte di potere del XIX secolo portarono alla perdita di tutte le colonie americane, fatta eccezione per Cuba e Porto Rico.
Guerra ispano-americana
A causa dell'instabilità politica e della crisi economica che ha colpito la Spagna nel XIX secolo, sorsero movimenti nazionalisti nelle Filippine e a Cuba, all'epoca sotto il controllo spagnolo. Questi movimenti portarono a delle guerre di indipendenza che coinvolsero anche gli Stati Uniti. Nonostante l'impegno dei vari reparti militari, l'esercito spagnolo era mal gestito ai più alti livelli e questo portò alla disfatta nella guerra ispano-americana. Tale guerra si risolse con il trattato di Parigi del 1898 in cui Cuba ottenne l'indipendenza e la Spagna fu costretta a cedere le Filippine, Guam e Porto Rico agli Stati Uniti per la somma di 20 milioni di dollari.
La disfatta militare (chiamata El desastre) contribuì a dare impulso alla Generazione del '98, un gruppo di intellettuali spagnoli che condussero un'analisi molto critica sulla situazione del paese.
Guerra civile spagnola
L'inizio del XX secolo portò un po' di pace alla Spagna, che prese parte, sia pure senza grandi ambizioni, alla corsa delle potenze europee a colonizzare il continente africano: divennero colonie spagnole il Sahara Occidentale, una parte del Marocco e la Guinea Equatoriale. Le pesanti perdite subite durante la guerra del Rif in Marocco contribuirono a minare il prestigio della monarchia. Un periodo di regime autoritario del generale Miguel Primo de Rivera (1923-1930) si concluse con l'instaurazione della Seconda repubblica spagnola, che offrì l'autonomia politica ai Paesi Baschi, alla Catalogna, alla Galizia e estese il diritto di voto alle donne.
Nel luglio 1936 ebbe inizio la guerra civile spagnola, per opera delle forze nazionaliste ostili alla Repubblica, guidate dal generale Francisco Franco, le quali uscirono vittoriose grazie anche all'appoggio della Germania nazista e dell'Italia fascista.
La guerra civile durò tre anni e causò la morte di oltre mezzo milione di persone[31] e l'emigrazione di circa 500 000 cittadini, la maggior parte dei loro discendenti vive oggi nei paesi dell'America Latina, di cui se ne contano circa 300 000 nella sola Argentina.[32]
Il Franchismo
La Spagna di Franco si dichiarò neutrale durante la seconda guerra mondiale, ma mantenne un rapporto di sintonia con le potenze dell'Asse. L'unico partito legale sotto il regime franchista fu la Falange Española Tradicionalista y de las Juntas de Ofensiva Nacional Sindicalista, formatosi nel 1937. Il partito era dichiaratamente anticomunista, cattolico e nazionalista. Più tardi il partito fu ribattezzato in Movimiento Nacional.
Nel dopoguerra la Spagna era un paese politicamente ed economicamente marginale e fuori dalle Nazioni Unite. La situazione mutò nel 1955, durante il periodo della guerra fredda, quando divenne strategicamente importante per gli Stati Uniti stabilire una presenza militare nella penisola iberica, come contenimento per un eventuale mossa dell'URSS nel bacino del Mediterraneo.
Nel corso del decennio successivo furono forniti al paese aiuti finanziari di una certa consistenza che, unitamente all'impetuoso sviluppo turistico, in particolare di numerose aree costiere, contribuirono ad assicurare alla Spagna tassi di crescita economica sempre più sostenuti che diedero un forte impulso alla modernizzazione del Paese. Avvenne il "miracolo spagnolo".
Alla morte di Franco, avvenuta nel novembre 1975, Juan Carlos divenne re di Spagna e capo di Stato, in conformità con la legge.
Il ritorno della democrazia
Il nuovo re virò verso una transizione democratica e con l'approvazione della nuova Costituzione spagnola del 1978 e l'arrivo della democrazia, lo Stato ha devoluto alcune autorità alle regioni creando un'organizzazione interna basata sulle comunità autonome.
Nei Paesi Baschi, il nazionalismo moderato basco ha convissuto con un movimento radicale nazionalista guidato dall'organizzazione armata ETA. Il gruppo si è formato nel 1959 durante il regime di Franco, ma ha continuato a condurre la sua campagna violenta anche dopo il ripristino della democrazia e il ritorno a un ampio grado di autonomia regionale.
Il 23 febbraio 1981, elementi ribelli tra le forze di sicurezza hanno tentato un colpo di Stato nel tentativo di imporre un governo militare. Re Juan Carlos ha preso personalmente il comando delle forze armate e con successo ha portato i golpisti alla resa.
Il 30 maggio 1982, la Spagna ha aderito alla NATO e nello stesso anno il PSOE è salito al potere. Sempre nel 1982 si sono tenuti in Spagna i Mondiali di calcio FIFA, che hanno contribuito a far riscoprire il Paese al Mondo, dopo gli anni di dittatura e di transizione alla democrazia.
Nel 1986 la Spagna ha aderito alla Comunità europea; nello stesso anno, a seguito di un referendum, il paese ha confermato la sua appartenenza alla NATO.
Anche le Olimpiadi di Barcellona e la EXPO di Siviglia, tenutesi nel 1992, hanno sortito un benefico effetto per la ripresa del turismo e per far conoscere il modello di vita e i costumi della nuova Spagna.
La Spagna nel XXI secolo
Come si è già accennato, a partire dagli anni sessanta del Novecento la Spagna ha vissuto un'epoca di grande sviluppo economico, con tassi di crescita nettamente superiori alla media europea. Tale sviluppo continuò anche dopo il 1º gennaio 2002 allorquando il Paese adottò l'euro (che condivide con altri 18 Paesi della zona euro) in sostituzione della peseta ed ebbe termine solo con la grande crisi economica iniziata nel 2008.[33]
L'11 marzo 2004, un attentato terroristico colpì alcuni treni pendolari di Madrid. Dopo un processo durato cinque mesi, si è concluso che gli attentati sono stati perpetrati da un locale gruppo militante islamico ispirato da al-Qaida.[34] Gli attentati uccisero 191 persone e portarono al ferimento di più di 1800. Si è ipotizzato da taluni che l'intenzione degli autori fosse rivolto a influenzare l'esito delle elezioni generali del 2004 avvenute tre giorni dopo,[35] che portarono alla vittoria del PSOE, guidato da José Luis Rodríguez Zapatero.[36]
Durante il governo Zapatero la Spagna divenne il terzo paese al mondo, dopo Paesi Bassi e Belgio, a legalizzare il matrimonio omosessuale (con adozioni) il 30 giugno 2005.
Nel 2014 dopo 39 anni di regno Re Juan Carlos ha abdicato in favore del figlio, divenuto re con il nome di Felipe VI di Spagna.
Il 1º ottobre 2017 si è tenuto un referendum sull'indipendenza della Catalogna promosso dalla Generalitat de Catalunya, ma dichiarato incostituzionale e illegittimo dal Governo centrale della Spagna. Dopo il referendum, il Parlamento catalano ha votato per dichiarare unilateralmente l'indipendenza della regione dalla Spagna per formare una Repubblica catalana lo stesso giorno in cui il Senato spagnolo stava discutendo l'approvazione del governo diretto sulla Catalogna come richiesto dal Primo ministro spagnolo Mariano Rajoy. Lo stesso giorno il Senato concesse al Governo poteri diretti sul governo locale, consentendo a Rajoy di sciogliere il parlamento catalano e indire nuove elezioni. Il referendum non fu considerato legittimo da nessun Paese estero, per tanto nessun Paese riconobbe la Catalogna come stato indipendente.
La Spagna è una nazione dell'Europa sud-occidentale, che comprende circa l'85% della penisola iberica. L'area totale è di 504782 km², dei quali 499542 km² sono di terra e 5 240 di acque.
La Spagna presenta un vasto altopiano chiamato Meseta che si estende per circa 400000 km². Esso è circondato da varie catene montuose: la Cordigliera Cantabrica a nord, i Pirenei a nord-est che separano la Spagna dalla Francia e le cui cime superano i 3 000 metri, il Sistema Centrale nel centro, il Sistema Betico e la Sierra Morena a sud, a est il Sistema Iberico. La montagna più alta della Spagna continentale è quella del Sistema Betico: il Mulhacén con i suoi 3 482 metri di altezza.
La pianura più estesa è la Depressione Betica in Andalusia, e tutte si trovano lungo la linea costiera che si estende per 4000 km.
I confini della Spagna sono formati per il 72% (4964 km) dal mare e per il 28% (1917 km) da terra. Il Mare di Cantabria (Golfo di Biscaglia) si trova a nord, il Mar Mediterraneo e il Mare delle Baleari a sud e sud-est, il Portogallo e l'Oceano Atlantico a ovest e la Francia e Andorra a nord-est, lungo i Monti Pirenei. La costa mediterranea si estende per 1660 km, mentre quella atlantica per 710 km. I Pirenei si estendono per 435 km dal Mar Mediterraneo al Golfo di Biscaglia. Nell'estremo sud della Spagna si trova lo stretto di Gibilterra, che separa la Spagna e il resto dell'Europa dal Marocco, nel Nord Africa. Il Teide con i suoi 3 718 metri sul livello del mare (e i circa 7000 m sopra la piattaforma oceanica) è la vetta più alta di Spagna e la cima più alta di tutto l'Atlantico. È il terzo più grande vulcano del mondo dalla sua base.[37]
Al largo della penisola iberica ci sono diverse altre zone spagnole: le Isole Baleari nel Mar Mediterraneo, le Isole Canarie a sud-ovest, a circa 108 km a nord-ovest dell'Africa; ci sono inoltre altre cinque terre di sovranità spagnola (plazas de soberanía) sulla costa del Marocco: Ceuta, Melilla, Isole Chafarinas, Peñón de Alhucemas e Peñón de Vélez de la Gomera.
Morfologia
La forma del territorio spagnolo è tozza e poco articolata. Possiamo distinguervi tre regioni geografiche:
- L'altopiano centrale della Meseta: È di antica formazione e occupa buona parte dell'area centrale del Paese. È diviso in due parti. È attraversato da catene montuose ed è delimitato a est dai Monti Iberici e dalla Sierra Morena a sud. Nel cuore di questa zona è presente la capitale Madrid
- Le catene settentrionali: sono costituite dai Pirenei e dalla Cordigliera Cantabrica che corre lungo la costa. La catena dei Pirenei è giovane, mentre i Monti Cantabrici sono più antichi.
- Il Sistema Betico, a sud: è formato da una serie di catene montuose, tra le quali la Sierra Nevada (Mulhacén). Le pianure, poco estese, sono sulle sottili fasce costiere.
Catene montuose
- Sistema Iberico
- Sistema Centrale
- Pirenei
- Cordigliera Cantabrica
- Cordigliera Centrale
- Cordigliera Betica
- Sierra Morena
- Sierra Nevada
Pianure
- Depressione Betica
- Pianura Andalusa
- Meseta
- Pianura dell'Ebro
Vulcani
Isole
Le isole principali sono raggruppate in due arcipelaghi: le Isole Baleari e le Isole Canarie. Le Baleari sono situate nel Mediterraneo, non lontano dalle coste della Comunità Valenzana e sono composte da quattro isole principali, Maiorca, Minorca, Ibiza e Formentera. Le Canarie invece sono situate nell'Atlantico, al largo del Marocco meridionale e a oltre 1000 km a sud-ovest della penisola iberica. Geograficamente appartengono al continente africano. Sono Gran Canaria, Lanzarote, Fuerteventura, Tenerife, La Palma, La Gomera e infine El Hierro. Ci sono poi altre isole minori, molto più piccole, come le Isole Cíes.
Idrografia
Fiumi
I fiumi sono numerosi ma hanno un regime torrentizio, che ne limita lo sfruttamento come vie di comunicazione.
La maggior parte dei fiumi iberici di grande portata si dirige verso l'Atlantico, ad eccezione dell'Ebro[38], al quale si aggiungono il Turia, lo Júcar e il Segura che sfociano nel Mar Mediterraneo. Procedendo da nord verso sud gli altri fiumi principali che sfociano nell'Atlantico sono il Duero, il Tago, il Guadiana e il Guadalquivir, che attraversa la depressione andalusa e raccoglie le acque della Sierra Nevada e di parte della Sierra Morena ed è forse il fiume importante a livello economico per la sua regolarità di portata idrica e le condizioni climatiche del suo bacino.[38]
Laghi
In Spagna non esistono laghi naturali di grandi dimensioni, bensì numerosi bacini artificiali, destinati ad assicurare il fabbisogno energetico e idrico di zone più o meno ampie del paese. In spagnolo vengono definiti pantanos, o embalses (di particolare importanza gli embalses di Alcántara, di Torrejón e di Valdecañas sul Tago, e quello di Mequinenza, sull'Ebro).
Coste
A parte i confini con Francia, Andorra, Gibilterra e Portogallo, la Spagna nel territorio rimanente è completamente circondata dal mare, precisamente dall'Oceano Atlantico a nord, nord-ovest e un piccolo tratto del sud-ovest, nonché dal Mar Mediterraneo a est, sud-est e sud fino alle Colonne d'Ercole. Alla penisola iberica vanno aggiunte le Canarie, completamente nell'Atlantico e le Baleari, completamente situate nel Mediterraneo.
Per l'enorme lunghezza delle sue coste e la notevole diversità di posizione fra di esse, la Spagna presenta tratti litorali diversissimi. La costa atlantica, chiamata nel tratto più orientale Mar Cantabrico (che è a sua volta parte del Golfo di Biscaglia), è caratterizzata da suggestive baie alternate da scogliere suggestive lavorate dal forte vento oceanico e dalle numerose piogge. Soprattutto nella parte più occidentale la costa è frastagliata e incisa da strette e lunghe insenature, chiamate ría, tipiche della Galizia, incastonate in tratti scoglieri molto impervi, fra tutti la celebre Costa della Morte.
Completamente diversa è la costa mediterranea, molto più dolce e poco frastagliata, con eccezione del golfo di Valencia e dell'area deltizia dell'Ebro e di alcuni promontori, anche se presenta comunque tratti scoglierosi, e soprattutto dal clima molto più mite e adatto al turismo di balneazione. Si affacciano sulla costa mediterranea numerose città famose come Barcellona, Valencia e Malaga, oltre a località spiccatamente balneari come Lloret de Mar o Tarifa. Viene divisa geograficamente in più parti: la più settentrionale è la Costa Brava, che si estende dal confine francese fino a Barcellona; la Costa Daurada si estende dal capoluogo catalano fino alle foci dell'Ebro; la Costa del Azahar fino a Dénia (esclusa) includendo pertanto la quasi totalità del Golfo di Valencia; la Costa Blanca fino a Cabo de Gata; e infine la Costa del Sol che bagna tutta la Spagna meridionale fino allo stretto di Gibilterra. La costa mediterranea, dato il suo maggiore richiamo turistico, è stata meno preservata di quella Atlantica e ha conosciuto notevoli abusi edilizi.
Clima
Tre zone climatiche principali possono essere individuate in Spagna, in base alla posizione geografica e alle condizioni orografiche:[39][40][41]
- Il clima mediterraneo, caratterizzato da estati secche e calde. Secondo la classificazione climatica Köppen, è dominante nella penisola, con due varietà: Csa e Csb.
- Il clima steppico (Bsh, Bsk), si trova nella parte sud-est del paese, soprattutto nella regione di Murcia e nella valle dell'Ebro. In contrasto con il clima mediterraneo, la stagione secca si estende oltre l'estate.
- Il clima oceanico (Cfb), che si trova nella parte nord del paese, soprattutto nella regione dei Paesi Baschi, Asturie, Cantabria e in parte in Galizia.