Storia dell'Alto Mantovano
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Dal punto di vista storico, l'Alto Mantovano come si presenta oggi, cioè come settore periferico della provincia di Mantova, si è venuto formando lungo il corso di molti secoli. In epoca romana e medievale, infatti, solo parte del territorio attualmente compreso nella parte settentrionale della provincia di Mantova era realmente mantovano: con una certa sicurezza, solo Gazoldo degli Ippoliti, Goito, Volta Mantovana, Cavriana, le terre, cioè, più vicine al capoluogo[1].
Una buona parte delle terre ora mantovane furono guadagnate a Mantova a seguito della spinta espansionistica promossa dai Gonzaga soprattutto durante il XIV-XV secolo - Castel Goffredo, Castiglione delle Stiviere, Solferino, Guidizzolo, Medole, Redondesco, Mariana Mantovana, Acquanegra sul Chiese, Canneto sull'Oglio, Casalromano -, a spese del distretto bresciano: era quello che all'epoca veniva chiamato Mantovano Nuovo[2].
Il cosiddetto "Asolano", comprendente Asola, Casalmoro, Casaloldo, poi, fu incluso nella provincia di Mantova solo a partire dal XIX secolo, così come i comuni, fino a quel momento veronesi, di Monzambano e Ponti sul Mincio.
Si capisce bene dunque come soprattutto dal Medioevo in poi l'Alto Mantovano sia sempre stato luogo di confine, in cui si sono svolte molte battaglie e scaramucce tra il Papato e l'Impero durante la lotta per le investiture – battaglia di Volta Mantovana, ottobre 1080 -, tra i vicini comuni cittadini di Brescia e Mantova e i signori-feudatari del contado – in particolare i cosiddetti conti rurali bresciani - per il possesso e il controllo del territorio, tra i comuni di Mantova, Brescia, Cremona e Verona per l'amministrazione del potere nelle campagne nel periodo di loro maggiore espansione, e durante il contrasto tra l'imperatore e la Lega Lombarda. Questa situazione può essere ritrovata nello stesso periodo in molte altre parti d'Italia, ma in questo caso il senso del vivere sul confine è continuato anche nelle epoche successive con le dominazioni dei Visconti, dei Gonzaga e della Serenissima Repubblica di Venezia – battaglia di Casaloldo, maggio 1509 -.
Questo territorio ha sempre vissuto la vita delle terre di confine cercando di volta in volta di cogliere i privilegi di tale condizione o di evitarne i danni. La presenza di torri e castelli è sicuramente legata a tale particolare situazione che si è trascinata per secoli, a causa della particolare localizzazione geografica di questa area, per secoli contesa tra diverse istituzioni politiche e religiose. Tutto ciò ha dato vita ad una serie di presenze e contaminazioni importanti, come l'insediamento nel territorio di famiglie fortemente legate ai Gonzaga oppure alla Serenissima che hanno lasciato molti segni della loro presenza nei palazzi, nelle chiese, nelle corti[3].
Anche dopo la caduta degli stati dei Gonzaga e di Venezia nelle terre dell'Alto Mantovano si sono svolte alcune importanti battaglie, tra cui la battaglia di Castiglione delle Stiviere del 1706 e quella del 1796, nella seconda delle quali fu protagonista Napoleone Bonaparte, e la battaglia di Goito del 1848.