Storia dello stato sociale in Italia: l'età liberale (1861-1921)
Storia delle politiche e dello sviluppo del welfare dall'unità d'Italia all'avvento del fascismo / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
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La storia dello stato sociale italiano durante l'età liberale si riferisce alla nascita ed evoluzione delle politiche sociali del Regno d'Italia nei settori della previdenza, assistenza sociale e sanitaria, dall'unità all'avvento del Fascismo.
Durante i primi decenni dopo l'unificazione, ed in particolare durante i quindici anni che precedettero la prima guerra mondiale, furono gettate le fondamenti dello stato sociale italiano. Furono introdotte le prime assicurazioni sociali volontarie e poi obbligatorie. Le riforme si accompagnarono a profonde trasformazioni sociali ed economiche: crescita demografica, industrializzazione, allargamento dei diritti politici e maggior partecipazione delle masse nella vita nazionale, crescita dell'associazionismo e dei movimenti sindacali e socialisti, e crescita dell'istruzione pubblica.
Il ruolo sociale dello Stato cominciò molto gradualmente a crescere, seguendo tendenze già in atto in altri paesi europei. Le attese di riforme sociali misero in discussione il modello liberale di stato moderno: la sua capacità di dare risposte ad interessi non limitati alle elite, e di trovare un nuovo equilibrio tra libertà ed uguaglianza, responsabilità individuale e tutele pubbliche, sviluppo economico e sicurezza sociale.
Nel dopoguerra, l'impatto economico e sociale del conflitto, le aspettative crescenti e forti tensioni sociali diedero impeto a nuove riforme sociali. Tuttavia, la crisi della politica liberale e l'avvento del fascismo modificarono profondamente la traiettoria di sviluppo dello stato sociale italiano.