Strage del Rapido 904
attentato compiuto ai danni del treno rapido n. 904 nel 1984 / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
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Strage del Rapido 904 o strage di Natale è il nome attribuito a un attentato dinamitardo avvenuto il 23 dicembre 1984 nella Grande Galleria dell'Appennino, subito dopo la stazione di Vernio, ai danni del treno rapido n. 904, proveniente da Napoli e diretto a Milano[3]. L'attentato fu un'orrenda replica di quello condotto dal terrorismo neofascista nel 1974 ai danni del treno Italicus[4]. Per le modalità organizzative e per i personaggi coinvolti, è stato indicato dalla Commissione stragi come un evento antesignano e precursore dell'epoca della guerra di mafia dei primi anni ottanta del XX secolo.
Strage del Rapido 904 Strage del Treno di Natale attentato | |
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Una foto dell'epoca raffigurante la carrozza squarciata dall'esplosione. | |
Tipo | Esplosione |
Data | 23 dicembre 1984 19:08 |
Luogo | Vernio Grande galleria dell'Appennino |
Stato | Italia |
Coordinate | 44°08′20.77″N 11°10′24.3″E |
Obiettivo | Vagone ferroviario |
Responsabili | Giuseppe Calò, Guido Cercola, Franco Di Agostino (membri di Cosa nostra) e Friedrich Schaudinn (artificiere tedesco)[1][2] |
Motivazione |
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Conseguenze | |
Morti | 16 |
Feriti | 267 |
Al di là delle motivazioni specifiche, la responsabilità dell'atto è da iscriversi alla mafia siciliana, Cosa nostra. In particolare, la Relazione Pellegrino in conclusione del capitolo denominato Il crocevia eversivo e la strage del Treno 904, sviluppando un parallelo tra le dinamiche, i protagonisti e gli obiettivi delle due stragi di Bologna (1980) e del Rapido 904 (1984), afferma che: «Restano non pienamente chiariti i contesti, probabilmente diversi, in cui le due stragi sono venute ad inserirsi e i più ampi disegni strategici cui le stesse sono state funzionali. In tale prospettiva apprezzabile - ma non pienamente appagante - appare l'ipotesi avanzata in sede giudiziaria con specifico riferimento alla strage del treno 904 secondo cui la stessa sarebbe stata una reazione di Cosa nostra all'attivarsi della collaborazione di alcuni pentiti "storici" come Buscetta e Contorno; un tentativo cioè dell'associazione criminale di rinsaldare, mediante la minaccia di un salto qualitativo della sua azione offensiva, legami istituzionali che sembravano allentarsi o comunque posti in discussione dall'attivarsi di una nuova stagione, che poneva in crisi un antico patto armistiziale. In tale prospettiva la strage di Natale del 1984 sembra preannunciare una stagione successiva che abbraccia eventi come le stragi di Capaci e via D'Amelio e gli attentati dell'estate del 1993[5].