Tarda antichità
periodo di transizione tra l'età antica e il medioevo, compreso tra il III e il VI secolo / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
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La cosiddetta tarda antichità è una periodizzazione usata dagli storici moderni per descrivere l'epoca di transizione dal mondo antico a quello medievale. Confini precisi del periodo sono tuttora oggetto di dibattito, anche se, tendenzialmente, sono compresi fra il III e il VI secolo d.C., e cioè dall'estinzione della dinastia dei Severi nel 235 con il conseguente scoppio della crisi del III secolo (o, secondo altri, dall'ascesa al potere di Diocleziano nel 284) fino all'età di Giustiniano (527-565), in cui si realizzò l'ultimo serio tentativo di Restauratio Imperii, ovvero di ripristinare l'Impero romano in Europa occidentale.
Altri storici propongono tuttavia periodizzazioni diverse: dal IV al V secolo d.C., coincidendo così con il Basso Impero (Cameron), dal 200 al 600 (Marrou), dal 284 al 602 (Jones) o da Marco Aurelio a Maometto, dunque dal 161 al 632 (Brown).
La definizione di questo periodo, ancora piuttosto radicata negli studi storici nonostante sia stata messa da tempo in discussione da molti importanti studiosi, presuppone tradizionalmente una valenza negativa: "tardo" indica, infatti, un concetto di decadenza. Il III secolo fu, soprattutto nei suoi decenni centrali, un'età di crisi politico-economica che in gran parte venne riassorbita nel secolo successivo, grazie all'energia di alcuni grandi imperatori (fra cui Diocleziano, Costantino I e Teodosio I), che costruirono un ordine nuovo rispetto a quello del "Principato": il "Dominato". Fin dagli inizi del V secolo, però, una nuova era di profondi sconvolgimenti interessò buona parte d'Europa e del bacino del Mediterraneo.
Alle invasioni barbariche fecero seguito il tramonto o quantomeno le profonde e traumatiche trasformazioni del sistema e delle istituzioni politiche romane in Occidente e una crisi economica e demografica particolarmente accentuata, che si rifletté sulle condizioni generali di vita dell'Impero. Il VI secolo riportò una relativa stabilità nella parte orientale del mondo romano, ma non in Occidente, smembrato ormai in una serie di Regni romano-barbarici indipendenti. In Italia il processo di decadenza politica, sociale, demografica ed economica arrivò anzi al suo culmine proprio attorno alla metà del VI secolo, a seguito di una guerra particolarmente lunga e cruenta, combattuta dall'imperatore bizantino Giustiniano per la riconquista della Penisola dagli Ostrogoti.
Nonostante gli sconvolgimenti che la caratterizzarono, la tarda antichità fu un'epoca dove non mancarono novità e significative evoluzioni in più discipline (basti pensare alla nascita e allo sviluppo di un'architettura e un'arte propriamente bizantine). In particolare fu proprio durante tale epoca, in età costantiniana, che la Chiesa cristiana, uscita di fatto rafforzata dall'ultima grande persecuzione (quella di Diocleziano e Galerio), iniziò ad essere protetta e a collaborare con quello stesso stato che fino a un decennio prima l'aveva combattuta, divenendo, sul finire del IV secolo, l'unica ufficialmente riconosciuta. La tarda antichità segnò pertanto la definitiva vittoria del Cristianesimo sul Paganesimo, ma anche la nascita di diverse dottrine cristologiche antagoniste e dei primi concili per definire i dogmi di fede. In virtù dei cambiamenti intercorsi in epoca tardo-antica, la Chiesa diventerà un'importante protagonista della successiva storia medievale, sia come comunità religiosa, sia come potenza politica.