Tragelaphus oryx
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L'antilope alcina (Tragelaphus oryx (Pallas, 1766)), nota anche come eland (o elano) comune, è una grossa antilope originaria delle savane e delle pianure dell'Africa orientale e australe. Un maschio adulto misura circa 1,6 m di altezza al garrese (le femmine sono 20 cm più basse) e può raggiungere i 942 kg di peso, anche se il peso medio si aggira sui 500-600 kg (340-445 kg nelle femmine).
Antilope alcina | |
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Stato di conservazione | |
Rischio minimo[1] | |
Classificazione scientifica | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Animalia |
Phylum | Chordata |
Classe | Mammalia |
Ordine | Artiodactyla |
Famiglia | Bovidae |
Sottofamiglia | Bovinae |
Tribù | Tragelaphini |
Genere | Tragelaphus |
Specie | T. oryx |
Nomenclatura binomiale | |
Tragelaphus oryx (Pallas, 1766) | |
Sinonimi | |
Taurotragus oryx | |
Areale | |
Di dimensioni leggermente inferiori a quelle dell'antilope derbiana, è la seconda antilope più grande del mondo.[2] Venne descritta ufficialmente da Peter Simon Pallas nel 1766.
È una specie prevalentemente erbivora, che si nutre soprattutto di erba e foglie. Può radunarsi in mandrie che possono raggiungere le 500 unità, ma non è un animale territoriale. Predilige habitat con un'ampia varietà di piante da fiore, come savane, aree boschive e praterie aperte e di montagna; evita le fitte foreste. Per comunicare con i conspecifici e avvertirli di un pericolo, utilizza forti latrati, vari movimenti posturali e il segnale del flehmen. L'antilope alcina viene sfruttata per la pelle e la carne e nell'Africa australe è stata addomesticata. Il suo latte ha un maggiore contenuto di grassi di quello di vacca e può conservarsi più a lungo senza venire pastorizzato.
È presente in Angola, Botswana, eSwatini, Etiopia, Kenya, Lesotho, Malawi, Mozambico, Namibia, Repubblica Democratica del Congo, Ruanda, Sudafrica, Sudan del Sud, Tanzania, Uganda, Zambia e Zimbabwe, ma è scomparsa da tempo dal Burundi. Sebbene la sua popolazione sia in diminuzione, viene classificata come «specie a rischio minimo» (Least Concern) dall'Unione internazionale per la conservazione della natura.