Tassa sul tè
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La tassa sul tè fu un'imposizione fiscale istituita con legge del Parlamento della Gran Bretagna, che nel 1773 la istituì con lo scopo principale di ridurre la gran quantità di tè immagazzinata in Londra dalla traballante Compagnia britannica delle Indie orientali (British East India Company) e aiutare quest'ultima a superare le difficoltà in cui si trovava.[1] Un obiettivo connesso era quello di tagliare il prezzo del tè venduto illegalmente in quanto importato di contrabbando nelle colonie americane della Gran Bretagna. Si ritenne di convincere i coloni ad acquistare il tè della Compagnia, sul quale gravavano i dazi imposti dalle "leggi Townshend", implicando con ciò il riconoscimento del diritto d'imposizione fiscale da parte del Parlamento. Il tè di contrabbando era un grosso problema per la Gran Bretagna e per la Compagnia delle Indie Orientali, dato che circa lꞌ86% del tè a quel tempo in America era tè olandese contrabbandato.
La legge assicurava alla Compagnia il diritto d'inviare direttamente il suo tè via nave in Nordamerica e quello di esportarlo dalla Gran Bretagna franco di tasse, benché la tassa imposta dalle leggi Townshend nelle colonie rimanesse in vigore. La legge ebbe lꞌassenso reale il 10 maggio 1773.
I coloni delle Tredici colonie si resero conto delle implicazioni dei provvedimenti della legge e una coalizione di mercanti, contrabbandieri e artigiani, simile a quella che si era opposta alla Legge del Bollo del 1765 mobilitò lꞌopposizione alla consegna e alla distribuzione del tè.
I consegnatari autorizzati furono turbati e in molte colonie furono fatti con successo sforzi per impedire lo sbarco di tè. A Boston, questa resistenza culminò nel Boston Tea Party del 16 dicembre 1773, quando i coloni (alcuni travestiti da Nativi Americani, poiché s'identificavano come "Americani" e non più soggetti Britannici), abbordarono le navi che trasportavano tè e gettarono a mare il loro carico. Le reazioni del Parlamento a questo evento inclusero il passaggio delle Leggi intollerabili (ingl. Intolerable Acts, amer. Coercive Acts), approvate per punire il Massachusetts per la sua resistenza, e l'incarico al Generale Thomas Gage di Governatore del Massachusetts. Questi atti acuirono ulteriormente le tensioni che condussero allo scoppio della Guerra d'indipendenza americana nell'aprile del 1775.
Il Parlamento approvò la legge sulla tassazione delle colonie nel 1778, che abrogò un certo numero di tasse (compresa la tassa sul tè che era il presupposto di questa legge) come una fra un numero di proposte conciliatrici presentate al Secondo congresso continentale dalla Commissione di Pace Carlisle. Le proposte della commissione furono respinte. La legge rimase di fatto "lettera morta", ma non fu formalmente abrogata fino all'approvazione dello Statuto di Revisione della Legge nel 1861.