Battaglia di Vienna
azione bellica del 1683 / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
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La battaglia di Vienna (in tedesco Schlacht am Kahlenberg, "Battaglia di Kahlenberg"; in polacco Bitwa pod Wiedniem; in turco İkinci Viyana Kuşatması, "Secondo assedio di Vienna") ebbe luogo tra l'11 e il 12 settembre 1683 e fu l'atto finale del secondo assedio ottomano di Vienna; fu combattuta dalle truppe alleate polacche, austriache e tedesche comandate da Giovanni III Sobieski contro l'esercito ottomano comandato da Kara Mustafa Pascià. L'assedio durava dal 14 luglio precedente, quando un numero variabile tra 150000 e 300000 militari ottomani avevano circondato la capitale austriaca.
L'imperatore Leopoldo I si era rifugiato a Passavia, da cui dirigeva l'attività diplomatica (sostenuto dalla diplomazia del papa Innocenzo XI) indispensabile per tenere unito un esercito variegato in un momento tanto drammatico; di conseguenza i capi militari della città non esitarono a conferire a Sobieski il comando dell'esercito così composto:
- 30.000 polacchi al comando di Giovanni III Sobieski con circa 5.000 ussari alati, l'élite dell'esercito polacco;
- 18.500 austriaci, toscani, veneziani e mantovani, al comando di Carlo V duca di Lorena e di Eugenio di Savoia;
- 19.000 franconi, svevi e bavaresi, al comando di Giorgio Federico di Waldeck;
- 9.000 sassoni, al comando di Giovanni Giorgio III di Sassonia.
In tutto quindi le forze europee contavano su circa 75.000 uomini, contro 150.000/200.000 ottomani che avevano invaso l'Austria. La maggior parte di essi, tuttavia, non si trovava a Vienna il giorno della battaglia.
Le forze cristiane, appena arrivate, conoscevano malissimo il territorio, mentre i soldati all'interno della città erano mal ridotti a causa dei due mesi d'assedio. Buona parte dell'esercito ottomano aveva comunque una scarsissima preparazione militare, e alcuni loro contingenti (come i tartari e i magiari) parteciparono solo in maniera indiretta alla battaglia e all'assedio, limitandosi a saccheggiare i territori circostanti e a compiere incursioni. Durante la battaglia l'esercito ottomano non si riunì, ma inviò un corpo ad affrontare i polacco-imperiali, mentre altre truppe continuavano ad assediare la città.
In pratica la battaglia fu uno scontro fra i polacchi e la parte militarmente più capace dell'esercito del Gran Visir, che si trovò a combattere in condizioni di rilevante inferiorità e di stanchezza, dato che combatteva da giugno contro la guarnigione di Vienna ed era stato indebolito da diverse epidemie, soprattutto di dissenteria. La maggior parte dell'esercito ottomano era partita per la guerra nell'autunno dell'anno precedente, con marce che avevano avuto inizio in Crimea, Valacchia, Mesopotamia, Armenia, o dalla stessa Costantinopoli.
La sconfitta ottomana fu l'evento scatenante della guerra austro-turca, conclusasi formalmente con la successiva firma del trattato di Carlowitz (1699). A seguito di tale vittoria, gli Stati europei ripristinarono la loro sovranità su gran parte dei territori dell'Europa orientale conquistati nei due secoli precedenti dagli ottomani, per i quali l'evento segnò invece la fine della stagione dell'espansionismo.