Campo zingari di Auschwitz
Sezione B IIe del campo di Auschwitz-Birkenau attivo nel periodo febbraio 1943 - l'agosto 1944 / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
Il campo zingari di Auschwitz (in tedesco Zigeunerlager Auschwitz o Zigeunerfamilienlager Auschwitz, «campo famiglie zingare di Auschwitz»)[1] fu nel gergo nazista, dal febbraio 1943 all'agosto 1944, la sezione B II del campo di Auschwitz-Birkenau.
Nel dicembre 1942 e secondo le successive disposizioni attuative di Arthur Nebe del 29 gennaio 1943[2], le famiglie e gli individui classificati come "zingari" o anche "zingari bastardi", cioè rom o con antenati rom, furono deportati ad Auschwitz-Birkenau in virtù della cosiddetta detenzione preventiva, con lo scopo di "risolvere la questione zingara dalla natura di questa razza". La maggior parte dei deportati proveniva dall'Altreich tedesco e dall'Austria. Delle circa 22.600 persone alloggiate nelle baracche ne morirono oltre 19.300 e di queste, 13.600 persero la vita per la malnutrizione, per le malattie o per le epidemie, mentre più di 5.600 furono uccise nelle camere a gas. Gli altri prigionieri furono vittime delle aggressioni individuali o degli esperimenti medici, compresi quelli portati avanti da Josef Mengele, medico del campo di concentramento. Un piccolo numero di prigionieri fu trasferito in altri campi, come Buchenwald o Ravensbrück, usati per il lavoro forzato.
I crimini di massa commessi nel campo di Auschwitz-Birkenau fanno parte del genocidio contro i rom, meglio noto come Porrajmos.