Gentile da Fabriano
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Gentile di Niccolò di Giovanni di Massio, detto Gentile da Fabriano (Fabriano, 1370 circa – Roma, settembre 1427), è stato un pittore italiano. Tra i più importanti esponenti del Gotico internazionale, incarnò nel suo secolo la tipica figura dell'artista itinerante, che preferiva spostarsi per trovare le più svariate occasioni di lavoro offerte dalle corti piuttosto che stanziarsi a bottega. La sua pittura poetica e fiabesca, il gusto per la linea e un uso impareggiabile degli elementi decorativi lo portarono al vertice della scuola italiana dell'epoca, ricevendo commissioni di grandissimo prestigio. Con la visita a Firenze entrò in dialogo con il nascente umanesimo nell'arte e, pur senza rinunciare al proprio stile, iniziò una consapevole transizione tra il decorativismo tardogotico e l'essenzialità rinascimentale.[2][3]
«Nel dipingere aveva avuto la mano simile al nome»
(Con queste parole, secondo la testimonianza del Vasari, Michelangelo avrebbe commentato la lunetta della tomba Adimari in Santa Maria Nova a Roma, affrescata da Gentile[1])