Scandalo italiano del calcioscommesse del 1980
vicenda giudiziaria italiana / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
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Lo scandalo italiano del calcioscommesse del 1980, noto anche come Totonero, fu uno scandalo che colpì il calcio italiano nella stagione agonistica 1979-1980 e vide coinvolti giocatori, dirigenti e società di Serie A e B, i quali truccavano le partite di campionato attraverso scommesse clandestine che, per la FIGC, rappresentavano casi di illecito sportivo.[1]
Le squadre condannate dalla giustizia sportiva furono Avellino, Bologna, Lazio,[2] Milan[2] e Perugia per la Serie A, e Palermo e Taranto per la Serie B. Tra tutti i club oggetto d'indagine, il Pescara fu l'unico assolto nonostante l'accusa avesse chiesto una penalizzazione,[3] mentre i restanti furono assolti su richiesta stessa del procuratore federale.[4][5]
Nonostante il calcio italiano fosse già incappato in casi extrasportivi nei decenni precedenti, il Totonero è considerato il primo, grande scandalo di illeciti e partite truccate nella storia della disciplina per via del numero di club e calciatori coinvolti e annessa risonanza mediatica,[6][7][8] tanto che il presidente federale Artemio Franchi, all'epoca anche alla testa dell'UEFA, decise in seguito di rassegnare le dimissioni.