Aimé Guillon
Erudito e bibliotecario francese / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
Aimé Guillon de Monléon (Lione, 21 marzo 1758 – Parigi, 12 febbraio 1842) è stato un abate, letterato e bibliotecario francese.
Ha ricoperto l'incarico di primo curatore della Biblioteca Mazzarina di Parigi dal 1816 fino alla morte.[1]
Personaggio attivo tanto sul piano politico quanto su quello intellettuale, Guillon ha criticato tra i primi il poema "Dei sepolcri" di Ugo Foscolo.[2] In un articolo uscito sul “Giornale italiano” del 22 giugno 1807, egli prese posizione affermando di ritenere l'opera artificiosa ed oscura, con uno linguaggio erudito, uno stile mancante di originalità e organicità.[3] Foscolo risponde alla critica con la "Lettera a M. Guillon su la sua competenza a giudicare i poeti italiani" in cui sintetizza il poema nei suoi aspetti stilistici e contenutistici.
Nella redazione del poema, Foscolo ribadisce come il poema sia un insieme di "combinazioni", associazioni di idee, immagini, inserimenti narrativi- e pertanto non eruditi- destinati a rendere più efficace il messaggio, e "transizioni", passaggi fulminei da un argomento all'altro apparentemente stridenti, ma in realtà enfatizzano il messaggio del testo.
In questo modo l'autore comunica in modo persuasivo la propria verità, esponendola, seppure in maniera non del tutto sistematica, tuttavia con grande controllo a livello di retorica e di linguaggio.[4]
Guillon in patria è celebre per la sua opera in due volumi intitolata I martiri della fede durante la Rivoluzione francese, pubblicata nel 1821.[5]