Aleksandr Gel'evič Dugin
politologo e filosofo russo / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
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Aleksandr Gel'evič Dugin (in russo Александр Гельевич Дугин?; Mosca, 7 gennaio 1962) è un filosofo e politologo russo.
Dugin è il principale ideologo dell'eurasiatismo contemporaneo (talvolta considerato una forma di neofascismo[1][2]), che secondo lui coniuga il tradizionalismo integrale, principalmente del francese René Guénon e dell'italiano Julius Evola,[3] con il pensiero di Martin Heidegger,[4] contribuendo a un nuovo "tradizionalismo russo"[5], la sua ideologia è antioccidentale di estrema destra[6] e viene considerata simile a quella fascista avendo come obiettivo una Russia radicalmente nuova, ultranazionalistica (sebbene non etnocentrica), se non il mondo[7] e l'Europa orientale.[8] Il suo libro La quarta teoria politica pubblicato nel 2009 contiene la sintesi del suo pensiero.[9]
Secondo Dugin le forze della civiltà occidentale liberale e capitalista rappresenterebbero quella che gli antichi Greci chiamavano ὕβρις (hybris), "la forma essenziale del titanismo", dell'anti-misura emergente dalla Terra, che osteggia il Cielo che "è la misura - in termini di spazio, tempo, essere" ("Terra" e "Cielo" intesi come poli cosmologici). In altre parole l'Occidente sintetizzerebbe "la rivolta della Terra contro il Cielo". Il pensiero dughiniano è permeato da uno slancio escatologico per cui, nelle sue parole, "una volta che il Cielo reagisce, gli dei restaurano la misura". A quello che Dugin definisce universalismo atomizzante o "unipolarismo" omologante dell'Occidente, egli contrappone un universalismo apofatico o "multipolarismo", imperniato in un "Uno" come quello di Platone che si fletterebbe nella molteplicità degli esseri e dei loro modi di esistere, e che si esprime nella politica dell'idea di "impero".[10]
Dugin ha stretti legami con il Cremlino e le forze armate russe,[11][12] avendo servito come consigliere del presidente della Duma di Stato, Gennadij Seleznëv,[13] e del membro di spicco di Russia Unita, Sergej Naryškin.[14] Per questi motivi la stampa lo ha soprannominato "il Rasputin del Cremlino" e "l'ideologo di Putin" descrivendolo come un suo consigliere o ispiratore filosofico, sebbene abbia esplicitamente criticato le sue collaborazioni con l'Occidente.
È inoltre noto anche al di fuori della Russia per aver teorizzato la creazione di un "impero eurasiatico" in grado di combattere l'Occidente guidato dagli Stati Uniti d'America.[15][16][17] A tal proposito è stato l'organizzatore assieme ad Ėduard Limonov, e il primo leader dal 1993 al 1998, del Partito Nazional Bolscevico, e successivamente del Fronte Nazionale Bolscevico e del Partito Eurasia, trasformatosi poi in associazione non governativa.
L'ideologia eurasiatista di Dugin mira all'unificazione di tutti i popoli di lingua russa in un unico paese attraverso lo smembramento territoriale coatto delle ex-repubbliche sovietiche.[18][19] Anche per questo le sue posizioni politiche sono state definite come "rivoluzionarie-ultranazionaliste" o "fasciste".[20]