Assedio di Ctesifonte (637)
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L'assedio di Ctesifonte (città chiamata in persiano تیسفون, Tīsifūn, e in arabo المدائن?, al-Madāʾin) costituì il vittorioso epilogo delle forze militari del califfato dei Rashidun contro l'Impero sasanide, dopo due mesi di duro impegno (gennaio-marzo 637). Ctesifonte non era solo una delle più grandi città dell'Impero persiano, ma era stata anche la capitale degli Arsacidi e dei Sasanidi. Con la sua caduta ebbe di fatto fine non solo l'Impero sasanide, ma anche il dominio persiano sull'Iraq.
Assedio di Ctesifonte (637) parte delle Conquiste islamiche | |||
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Rovine del palazzo imperiale di Ctesifonte (Taq-i Kisra). | |||
Data | gennaio-marzo 637 | ||
Luogo | Ctesifonte (Iraq) | ||
Esito | Vittoria arabo-musulmana | ||
Modifiche territoriali | conquista della Persia occidentale sasanide | ||
Schieramenti | |||
Comandanti | |||
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Effettivi | |||
Perdite | |||
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Ctesifonte - chiamata dagli Arabi musulmani al-Madāʾin[4] - si trova all'incirca 20 miglia a SE della moderna città di Baghdad e sorgeva sulle sponde del fiume Tigri, estendendosi su un'area di quasi 30 km2.[5] L'unico resto dell'antica città è il grande arco palaziale del Taq-i Kisra, sito nell'attuale cittadina irachena di Salman Pak.